IL GOVERNO MELONI E I DECRETI ATTUATIVI MANCANTI
L’ANALISI DI OPENPOLIS E I PESANTI RITARDI
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale.
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i decreti attuativi ancora da emanare alla data del 22 settembre 2025. Si tratta del 20% circa rispetto al totale di quelli richiesti dalle norme approvate. Rispetto all’ottobre 2024 il numero assoluto di decreti mancanti è rimasto sostanzialmente stabile, con un leggero aumento (erano 545).
7,3
la media dei decreti attuativi richiesti dalle norme del governo Meloni che prevedono almeno un provvedimento di questo tipo
Un rapporto del 28 giugno 2025 dell’ufficio per il programma di governo indica che il 47% dei provvedimenti dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è auto-applicativo; il 16% richiede un decreto attuativo, il 37% più di uno. Nel secondo trimestre, la media di decreti attuativi richiesti è scesa a 2,1 per provvedimento, contro la media complessiva del governo Meloni di 3,9. Purtroppo, mancano dati di confronto con i governi precedenti. È possibile, però, analizzare il rapporto tra i decreti attuativi e tutte le norme che ne hanno richiesto almeno uno. Il governo Meloni ha il rapporto più basso (7,3), seguito da Conte I (8,8), Draghi (9,9) e Conte II (14,5).
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I decreti attuativi richiesti al ministero dell’economia e delle finanze ancora da emanare. Il Mef detiene il primato per il maggior numero assoluto di attuazioni ancora in attesa di pubblicazione. Seguono il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica con 66, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti con 58 e la presidenza del consiglio dei ministri con 47. Tuttavia, se si considera la percentuale di decreti attuativi mancanti rispetto al totale richiesto a ciascuna amministrazione, il ministero dell’ambiente sale al primo posto con il 37,9%. Inoltre, dei 44 decreti attuativi che richiedono la firma congiunta di due o più ministeri, 21 non sono ancora stati pubblicati, pari al 32,3% del totale.
249i decreti attuativi non pubblicati entro la data prevista.
Spesso le norme che richiedono decreti attuativi stabiliscono scadenze precise per la loro emissione. Tuttavia, le strutture responsabili non sono solitamente tempestive nel rispettare tali termini. Attualmente, il 46,4% dei decreti attuativi mancanti ha già superato la scadenza. Questa percentuale include anche 50 provvedimenti ereditati dalla legislatura precedente, che rappresentano circa il 20% del totale.
5,6 mld €
le risorse già stanziate ma bloccate per la mancanza dei relativi decreti attuativi. Tre decreti significativi, con un valore complessivo di 2,48 miliardi di euro, risultano in ritardo nella pubblicazione. Questi includono un provvedimento del ministero del lavoro (900 milioni) per l’esonero contributivo delle lavoratrici con figli (legato alla legge di bilancio 2025, scadenza 31 gennaio 2025), un decreto della presidenza del consiglio (833,9 milioni) per i servizi sociali comunali (legato alla legge di bilancio 2024, scadenza 30 novembre 2024), e un decreto del ministero dell’interno (750 milioni) per l’ampliamento degli asili nido (anch’esso legato alla legge di bilancio 2024 e scaduto il 30 novembre dello scorso anno).
(da agenzie)
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