L’AUTUNNO DEL NOSTRO SCONTENTO, AVVISATE GIORGIA MELONI: QUATTRO ITALIANI SU DIECI VIVONO CON L’INCUBO DEL CAROVITA.ALESSANDRA GHISLERI: IL 53,6% DEGLI INTERVISTATI DICHIARA CHE LA PROPRIA CONDIZIONE ECONOMICA È RIMASTA INVARIATA, SE NON PEGGIORATA (37,4%)
NEGLI ULTIMI DUE ANNI. IL TEMA DEL COSTO DELLA VITA È STABILMENTE IN CIMA ALLE PRIORITÀ, SEGUITO DA QUELLO DELLA SALUTE (37,8%). MOLTI SEGNALANO LA CRESCENTE DIFFICOLTÀ NEL FAR FRONTE AGLI OBBLIGHI FISCALI (28,1%). L’INFLAZIONE MORDE, I SALARI NON CRESCONO, LE BOLLETTE AUMENTANO, LE FAMIGLIE ARRANCANO”. ECCOLO QUI IL PAESE DELLE MERAVIGLIE RACCONTATO DALLA DUCETTA
In un clima internazionale carico di tensioni – con la guerra in Medio Oriente che continua ad allargare i propri confini e la Global Sumud Flotilla che sfida il blocco su Gaza – l’Europa si ritrova a fare i conti con droni e Mig russi che sorvolano aeroporti e infrastrutture strategiche, alimentando un crescente senso di insicurezza tra i cittadini.
Non è solo il timore per ciò che accade oltre i confini nazionali: è la sensazione che anche dentro “casa nostra” le cose stiano sfuggendo di mano.
Da una parte le guerre, le minacce, il linguaggio intriso di odio e paura, dall’altra, una quotidianità sempre più difficile da sostenere, stretta tra rincari, precarietà e promesse mancate. Il carovita resta la principale preoccupazione degli italiani (39,6%). Lo conferma l’ultimo rilevamento di Only Numbers, secondo cui il 53,6% degli intervistati dichiara che la propria condizione economica è rimasta invariata – se non peggiorata (37,4%) – negli ultimi due anni.
Non è solo una percezione, ma un dato costante rilevato dai monitoraggi bisettimanali sulle priorità degli italiani: da anni, ormai, il tema del costo della vita resta stabilmente in cima alla lista, seguito da quello della salute (37,8%). L’inflazione morde, i salari non crescono, le bollette aumentano e le famiglie arrancano.
A preoccupare gli italiani è anche l’accesso ai servizi sanitari. Un tema particolarmente sentito tra gli over 50, ma che coinvolge trasversalmente l’intera popolazione. Un cittadino su tre (30%) indica proprio la salute tra le principali spese straordinarie dell’anno. Subito dopo, vengono indicate la casa (23,8%) e l’auto (23%): costi fissi sempre più difficili da sostenere.
E, mentre le vacanze estive si allontanano lasciando dietro di sé molti conti in rosso, anche il rientro a scuola è vissuto con inquietudine: il 10,3% degli intervistati evidenzia come le spese scolastiche siano diventate insostenibili. Tra i giovani, addirittura uno su tre segnala questo problema (31,2%).
Non sorprende, allora, che persino la nascita di un figlio venga indicata da molti come un peso economico più che una gioia (2,2%).
E in un Paese che fatica a invertire il declino demografico, questo è un campanello d’allarme che dovrebbe risuonare forte insieme al tema delle pensioni giudicate troppo spesso insufficienti. Migliaia di cittadini, dopo una vita di lavoro e contributi versati, si trovano oggi con assegni che non
permettono loro una vita dignitosa.
Una generazione intera che ha retto l’Italia negli anni difficili oggi vive con il minimo, facendo i conti ogni mese con la scelta tra spesa, bollette o farmaci. È un paradosso crudele: si è lavorato una vita per contribuire al sistema, e oggi quel sistema non restituisce ciò che dovrebbe.
Secondo l’Inps, entro il 2040 ci saranno cinque milioni di lavoratori in meno: una voragine che metterà a dura prova l’intero sistema previdenziale.
È un’emergenza che non riguarda solo il futuro, ma che sta già mostrando le sue conseguenze oggi, tra scuole che chiudono, paesi che si spopolano e un sistema sociale che rischia di diventare insostenibile.
Se il tessuto demografico si lacera, può essere ricucito non con slogan, ma con scelte concrete, investimenti mirati, visione generazionale.
Questa situazione non solo alimenta rabbia e frustrazione, ma mina alla base il patto sociale su cui si fonda il nostro Stato. anche le tasse diventano un tema caldo: molti italiani segnalano la crescente difficoltà nel far fronte agli obblighi fiscali (28,1%).
Le spese aumentano, i redditi restano fermi, e la sensazione generale è quella di non riuscire più a pianificare un futuro.
Nella percezione degli italiani tutto sembra diventato instabile, precario, fuori controllo. Quando anche i progetti di vita più semplici – come mettere su famiglia, cambiare casa, fare un figlio… – diventano economicamente proibitivi, allora non si tratta più solo di economia, ma di democrazia, di diritti, di equità.
Perché se ogni giorno si ha l’impressione di resistere più che di vivere, allora è chiaro che qualcosa, nel patto tra cittadini e istituzioni, si è incrinato.
Alessandra Ghisleri
per “La Stampa”
Leave a Reply