PER UNA NUOVA, MODERNA DESTRA SENZA PADRINI E SENZA PADRONI
NON SERVE LA” COSA NERA” DEI COLONNELLI TROMBATI: GLI EX AN SI GODANO LA PENSIONE E NON FACCIANO PIU’ DANNI… E’ ORA CHE CHI CREDE IN UN SOGNO FACCIA SCATTARE UNA RIVOLTA IDEALE, VALORIALE E GENERAZIONALE
Una caratteristica accomuna i partecipanti alla convention leccese di quella che i media hanno definito “la cosa nera”: non sono solo tutti ex An, ma sono anche tutti trombati nelle varie competizioni elettorali.
Viene naturale una prima domanda: questa improvvisa esigenza di “ricostruire una destra” perchè non l’hanno sentita prima? Ben altra valenza avrebbe avuto il loro appello al richiamo alle armi se fosse stato lanciato dal campo di battaglia e non dalle retrovie o peggio durante la rovinosa ritirata.
Risulta facile ora pensare alla strumentalità di una iniziativa portata avanti da colonnelli degradati sul campo a caporali di giornata e in cerca di ricollocazione lavorativa.
Se poi dovessimo prendere alla lettera il concetto espresso oggi dalla Poli Bortone per cui «non siamo qui per scegliere un leader, bisogna prima partire dalla base» verrebbe spontaneo rilevare, a giudicare dalle poche decine di persone presenti alla due giorni di convention (ovviamente abbiamo visionato i filmati) che la base ha già dato la sua risposta.
Perchè la “presunta” base ne ha scatole piene di essere utilizzata come taxi per portare qualcuno a destinazione e poi essere scaricata alla stregua di un bagaglio superfluo.
E poi per quale finalità questa base dovrebbe sentirsi motivata?
Lo spiega Alemanno: “Berlusconi ha deciso di rifare Forza Italia, diversificando l’offerta, noi ex An non possiamo che prenderne atto (ovvero la subiamo) e reagire alla novità “.
Reagire come? Riacquistando autonomia e prendendone finalmente le distanze?
No, creando per necessità un “nuovo soggetto politico nella prospettiva di un percorso comune con il centrodestra di Berlusconi”.
A rendere ancora più patetico questo tentativo di ricompattare le truppe, sono poi le divisioni su a chi spetterebbe la leadership: Crosetto, a nome di Fratelli d’Italia, ha rivendicato al suo partitino la guida della mini-coalizione dei colonnelli degradati, “disposti ad accettare aggregazioni, nulla di più”.
Se una cosa è ancora più chiara, dopo questa convention, è che solo la base variegata della destra italiana potrà far rinascere un sogno, non certo coloro che hanno contribuito a distruggerlo.
I rottamati si godano la pensione e non creino più danni.
E i militanti di base facciano uno sforzo: non è più tempo di attese messianiche, lamenti perpetui e divisioni.
Riprendano in mano il timone e organizzino la rivolta ideale, organizzandosi città per città : la destra italiana ha bisogno di una nuova classe dirigente, autonoma, partecipativa e valoriale.
Partendo dalle periferie, dal confronto sul web, dalla modernizzazione della destra, dall’impegno nel sociale, dalla lotta alla casta, non dall’aspirare a diventarlo.
Senza padrini e senza padroni.
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