RUSSIAGATE, IL MINISTRO DELLA GIUSITZIA SESSIONS PRONTO A DIMETTERSI PER TENSIONI CON TRUMP
TRUMP NON AVREBBE GRADITO LA SUA ASTENSIONE NELL’INCHIESTA DELL’FBI SULLE INTERFERENZE RUSSE IN CAMPAGNA ELETTORALE
Il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, è pronto a dimettersi sulla scia delle crescenti tensioni con il presidente Donald Trump.
Lo riporta Abc citando alcune fonti.
Trump sarebbe frustrato per la decisione di Sessions di astenersi sulle indagini sul Russiagate, avendo aperto di fatto la strada alla nomina del procuratore speciale.
La tensione sarebbe salita a livelli talmente alto da spingere Sessions a ipotizzare le dimissioni.
Non è chiaro se le abbia minacciate o abbia offerto di dimettersi.
Secondo il Washington Post che cita fonti vicine alla Casa Bianca, Trump non sapeva che Sessions si sarebbe astenuto riguardo al Russiagate e ora lo accusa dei successivi sviluppi come la nomina di un procuratore speciale, Robert Mueller, per supervisionare il caso.
La rabbia di Trump contro il ministro della giustizia sarebbe anche legata allo stop dei suoi “travel ban”, i decreti sui divieti nei viaggi, da parte dei Tribunali Usa.
Lo stesso presidente si era scagliato contro il Dipartimento di giustizia per come ha gestito questa disputa legale.
Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, a cui è stato chiesto se Trump ripone ancora fiducia in Sessions ha risposto di “non aver parlato con lui di questo”.
Intanto secondo il New York Times l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, non voleva ritrovarsi solo negli incontri con Trump e aveva chiesto al ministro della Giustizia, Sessions, di non lasciarlo solo.
Comey temeva pressioni di Trump sul Russiagate e sosteneva che il Dipartimento della giustizia aveva anche il compito di proteggere l’Fbi dall’influenza della Casa Bianca.
Da parte sua Sessions pare sia stato irritato dai continui tweet e commenti di Trump, specialmente dopo il licenziamento di Comey da capo dell’Fbi il 9 maggio scorso. E che questo lo abbia spinto a avanzare l’ipotesi di dimissioni.
Sessions avrebbe detto a Trump di avere bisogno di mano libera per fare il suo lavoro.
Domani l’ex direttore dell’Fbi, James Comey, si presenterà in commissione al Senato in quella che sarà la sua prima testimonianza pubblica dal suo licenziamento.
L’ex capo dell’Fbi non arriverà a accusare Trump di aver cercato di ostacolare il corso della giustizia ma si limiterà a descrivere i fatti e le sue riunioni con il presidente, lasciando a altri il compito di tirare le conclusioni
Infine, sempre sul Russiagate, emergono altre circostanze. Trump avrebbe fatto pressioni anche sul direttore dell’Intelligence Usa Daniel Coats, affinchè intervenisse su Comey per fermare l’inchiesta dell’Fbi sulle interferenze dei russi nella campagna presidenziale americana.
Secondo il Washington Post Trump si lamentò con Coats dell’indagine dell’Fbi e di come Comey la stava gestendo.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply