IL GOVERNO RIESCE A METTERE D’ACCORDO CONFINDUSTRIA E SINDACATI: ENTRAMBI BOCCIANO LA FLAT TAX
“DOCUMENTO OSCURO CHE DICE POCO, IL PIL DEL SUD E’ SOTTOZERO”
Il brusco risveglio presenta il conto.
Quello di un Paese sfiduciato, spaccato ancora di più a metà tra Nord e Sud, strozzato da incertezze e da impegni gravosi che non hanno ancora soluzioni. È un conto amaro, che suscita raccomandazioni e allarmi, che annulla il tentativo di sterilizzazione portato avanti a fatica dal governo.
Il conto lo consegnano le imprese e i sindacati, che nel corso delle audizioni sul Def motivano i loro dubbi, segnando nuove distanze con l’esecutivo.
Così non va è la sintesi di un ragionamento che anima per ore i lavori delle commissioni parlamentari chiamate a fare il tagliando al Documento approvato dal Consiglio dei ministri. Il bagno di realismo, certificato da Giovanni Tria con i numeri, non convince. Dice così poco che il rischio è quello di “aumentare l’incertezza e di rallentare l’economia” per prendere in prestito il giudizio di Confindustria.
Al Senato, dove si svolgono le audizioni preliminari al voto in aula di giovedì, le parole dei rappresentanti delle parti sociali sono accomunate dalla considerazione che il passaggio dalla manovra della super crescita al Def del brusco risveglio non è affatto risolutivo.
Anzi certifica che la strada intrapresa con ostinazione a dicembre, quando si è confezionata la legge di bilancio, era sbagliata. Intanto, però, la crisi ha continuato a mordere, innestando nel Paese una nuova spirale negativa, fatta di disoccupazione e crisi dei consumi, gravando ulteriormente sui conti pubblici. Tutto al netto di zavorre già messe nero su bianco quattro mesi fa, sintetizzabili in 23 miliardi da trovare entro l’autunno se si vuole evitare di aumentare l’Iva. Tempo perso, insomma.
E ora la presa d’atto deve inglobare necessariamente un percorso chiaro, che però non c’è. Confindustria lo spiega senza fronzoli: “Il Def dice poco sulle principali linee della prossima legge di bilancio”. Così poco – è il ragionamento – che questo atteggiamento rischia di aumentare l’incertezza e rallentare l’economia, invece di darle una nuova spinta.
È nella pancia del Def che l’associazione degli industriali guarda per motivare la sua valutazione.
Se si dice che l’Iva non aumenterà perchè non si spiega come?
Perchè si parla di flat tax senza dire come verranno reperite le risorse necessarie per mettere in piedi la misura cara alla Lega?
Le risposte non ci sono perchè è lo stesso governo che non le ha.
Anche l’ipotesi più accreditata, quella cioè di finanziare lo stop all’aumento dell’Iva in deficit (ammettendo che l’Europa conceda una flessibilità così imponente) avrebbe un contraccolpo pesantissimo, cioè superare e abbondantemente la soglia critica del 3 per cento. I conti pubblici andrebbero in subbuglio, i mercati ritornerebbero in fibrillazione, con le annesse ricadute catastrofiche sull’economia reale.
Proprio perchè regna l’incertezza su come costruire la prossima manovra, tutti invitano all’estrema prudenza. Altro che libro dei sogni, bisogna andare avanti con i piedi ben fissati per terra.
Il riferimento è alla flat tax, che Matteo Salvini vuole in forma concreta tra qualche mese. Il muro di sbarramento lo alzano però Cgil, Cisl e Uil. Il sindacato di corso d’Italia invita caldamente il governo a non fare della riforma fiscale un tema da campagna elettorale. La flat tax no perchè è “ingiusta” e “regressiva”: i benefici andrebbero ai ricchi, gli svantaggi “notevoli” tutti sulle spalle dei redditi meno alti, con particolare aggravio sulle donne. Più squilibri e iniquità per la Uil, ulteriori “distorsioni” per la Cisl.
In questo clima di sfiducia e preoccupazione per l’imminente futuro, la fotografia di come il Paese sta vivendo ora la dà la Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.
Se al Nord il Pil tendenziale, cioè al netto di nuovi interventi, è appena sopra lo zero, a +0,2%, al Sud si è già sotto zero. E anche lo scenario programmatico, quello che tiene conto del decreto crescita e dello sblocca-cantieri, non ha nulla di entusiasmante. Nel Mezzogiorno è già recessione.
Il realismo di Tria è stato fin troppo ottimista.
(da agenzie)
Leave a Reply