ANNATA D’ORO IN BORSA PER I SUPER-RICCHI ITALIANI: IN 14 HANNO GUADAGNATO 13 MILIARDI DI EURO
IN TESTA VI SONO LA FAMIGLIA ROCCA (TENARIS) CON +107%, DEL VECCHIO +37%, BENETTON +34%, AGNELLI +121%, BERLUSCONI +35%….LE QUOTE DEL PREMIER PASSATE DA 2,9 A 3,9 MILIARDI, CON UN GUADAGNO SECCO DI 83 MILIONI AL MESE
E’ la legge della finanza, secondo i liberisti duri e puri: la Borsa anticipa al ribasso la crisi (nel 2008 i miliardari tricolori avevano perso complessivamente 26 miliardi di euro), ma poi torna a salire prima della ripresa dell’economia reale.
Tra i quattordici miliardari italiani di Piazza Affari, ben 12 hanno chiuso il 2009 con guadagni compresi tra un minimo del 33% e un massimo del 121% (famiglia Agnelli).
Uniche eccezioni negative i Boroli-Drago (De Agostini) e i Moratti che hanno bruciato 100 milioni in dodici mesi.
Sul trono più alto della classifica si insedia la famiglia Rocca, del gruppo siderurgico Tenaris, che ha iniziato l’anno con 5 miliardi di euro in azioni.
Poi le azioni del colosso siderurgico hanno ripreso a correre (+107%) e ora il valore è aumentato a ben 10,6 miliardi.
Nel frattempo Tenaris pochi mesi fa aveva annunciato il taglio di 1000 posti di lavoro in Italia su 2.800, decisione un po’ strana per chi raddoppia il capitale azionario, non trovate?
Il secondo posto in classifica spetta al nord-est.
Leonardo Del Vecchio consolida la sua seconda posizione, con oltre 8 miliardi di patrimonio, grazie al rialzo del 37% di Luxottica, mentre la famiglia Benetton chiude il 2009 con 1,6 miliardi di euro in più nel portafoglio. Festaggia pure Silvio Berlusconi: dopo qualche tempo di difficoltà , il suo tesoretto azionario passa da 2,9 a 3,9 miliardi di euro e si posiziona al quarto posto tra i super-ricchi italiani.
Il premier si è messo in tasca un guadagno di 83 milioni al mese, ben più dei 3,5 milioni di assegno di mantenimento che avrebbe richiesto la consorte Veronica nella causa di separazione.
Tra le nuove entrate, un posto d’onore spetta al colonnello Gheddafi, entrato nel capitale della banca Unicredit, guadagnando 1,8 miliardi di euro, con un incremento dell’ 82% rispetto a quanto aveva investito.
Qualche altro nome: la famiglia Agnelli passa da 0,5 a 1,1 miliardi con un guadagno del 121%, Diego della Valle da 0.7 a 1,1 miliardi con aumento del 54%, Ennio Doris (Mediolanum) da 0.8 a1,2 miliardi (+43%).
Se però arriviamo allo Stato italiano con le sue quote pubbliche in Enel, Eni, Finmeccanica, Terna, Cassa depositi e prestiti, si passa appena da 33,3 a 35,3 miliardi, con un incremento molto contenuto (+6%) che ha garantito appena 2 miliardi di dividendi.
Quando si tratta di aziende controllate dallo Stato gli utili azionari sono minimi, ben al di sotto degli incrementi in percentuale ottenuti dai Paperoni privati italiani.
Un dodicesimo di quanto ha saputo ottenere persino l’ultimo arrivato Gheddafi.
Che via sia qualche motivo?
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