BASTONATA DALL’“AMICO” TRUMP, ORA MELONI VA ALLA DISPERATA RICERCA DI NUOVI MERCATI: DOPO ESSERSI OPPOSTA PER MESI, GIORGIA È COSTRETTA A DARE IL VIA LIBERA AL MERCOSUR, IL MERCATO COMUNE DELL’AMERICA MERIDIONALE. UNA RISPOSTA FORZATA AI DAZI TRUMPIANI
LA STATISTA DELLA GARBATELLA, INIZIALMENTE FAVOREVOLE AL PATTO DI LIBERO SCAMBIO, S’ÈRA POI MESSA DI TRAVERSO, IN SEGUITO ALLE PRESSIONI DI COLDIRETTI E CONFAGRICOLTURA…IL VOLTAFACCIA DELLA DUCETTA DEI DUE MONDI AVEVA FATTO INCAZZARE MATTARELLA, OLTRE CHE CONFINDUSTRIA
A Palazzo Chigi c’è ottimismo, così come nei ministeri interessati: dopo mesi di trattative sottotraccia (e diverse critiche aperte) l’Italia, riferiscono più fonti governative, è pronta a dare il via libera al Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale. Anche in risposta ai dazi Usa.
Oggi il collegio dei commissari europei, a Bruxelles, licenzierà l’accordo. Il vicepresidente esecutivo della commissione,
Raffaele Fitto, non si metterà di traverso all’operazione. E in uno dei prossimi consigli europei, dovrebbe dare il via libera anche la premier, Giorgia Meloni.
Il governo italiano finora aveva criticato alcuni contenuti dell’accordo, in asse con la Francia di Emmanuel Macron. Adesso la svolta. Il motivo, secondo fonti italiane, è che la commissione di Ursula von der Leyen avrebbe accolto alcune delle richieste dell’esecutivo.
In particolare una: la possibilità di aiutare, tramite sostegni economici, le imprese del comparto agricolo che potrebbero subire penalizzazioni dagli scambi con i paesi dell’America latina.
Il pressing del mondo produttivo sul governo non è stato univoco, in questi mesi tribolati. Anzi, quasi opposto. Confindustria, con il presidente Emanuele Orsini, feeling più che buono con la premier, da tempo spinge perché l’Italia dia il via libera al patto.
Una sollecitazione rimarcata in queste settimane, da quando Ue e Usa hanno chiuso l’accordo sui dazi al 15% (a fine giugno nel pieno del braccio di ferro con Washington il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini, definiva già le tariffe al 10% un «dramma» per le imprese).
Dall’altro lato dello scacchiere, gli agricoltori. Da quasi un anno Coldiretti, associazione che sin qui ha sicuramente trovato sponde ai piani alti dell’esecutivo, ha più volte cassato l’adesione al Mercosur. Definendolo un «accordo inaccettabile», addirittura «sbilanciato e pericoloso per il comparto agricolo europeo e italiano». Con il timore che sia colpito il commercio di prodotti come pollo, zucchero e riso.
Resta un tema: che farà Parigi? A taccuini chiusi, se lo chiedono anche nel governo. Alla fine di giugno, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva incontrato l’omologa francese Annie Genevard. Appuntando in una nota
congiunta «le rispettive preoccupazioni riguardo all’accordo Ue-Mercosur», in assenza di «misure di effettiva tutela in grado di assicurare il mantenimento di un equilibrio di mercato».
(da agenzie)
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