“BLOCCHIAMO TUTTO”, E’ CAOS IN FRANCIA: SCOPPIANO DISORDINI, CENTINAIA DI PERSONE IDENTIFICATE
DOPO L’ANNUNCIATA MANOVRA “LACRIME E SANGUE” LE PROTESTE IN PIAZZA
Sono salite a “circa 290” le persone identificate in tutta la Francia per la giornata di proteste. Di queste 34 sono state fermate. Numerosi gli incidenti e i tafferugli in tutto il Paese fra manifestanti e polizia. Sono 171 le persone identificate a Parigi e nel suo hinterland. Nella capitale, interventi della polizia con lancio di lacrimogeni davanti ad alcuni licei, già diventati i punti più caldi della protesta.
Auto incendiate e tafferugli tra agenti e manifestanti anche a Rennes, Nantes, Lione e Tolosa. Per Retailleaul, “la protesta non ha nulla di una protesta civica. È stata snaturata, accaparrata e confiscata dall’estrema e dall’ultra sinistra”.
Strade bloccate, negozianti costretti a barricarsi nelle proprie attività, manifestazioni e scuole chiuse: è la protesta del movimento “Blocchiamo Tutto”, indetta per esprimere la rabbia sociale nel mezzo di una crisi politica in cui da settimane è piombata la Francia con il governo sfiduciato dal Parlamento dopo l’annunciata manovra finanziaria “lacrime e sangue”
Protagonisti della manifestazione anche gli studenti che hanno fatto proprio lo slogan “Tassate i ricchi”. Molti negozianti hanno barricato le proprie attività con pannelli di legno per timore di attacchi vandalici e saccheggi.
Tra gli altri leit motiv dei manifestanti anche slogan pro palestina. Nel mirino delle proteste anche l’azienda Eurolinks, con sede a Marsiglia, oggetto di una denuncia da parte della Lega per i diritti umani per complicità in crimini contro l’umanità nell’ambito del conflitto israelo-palestinese. L’azienda fornisce componenti militari e maglie per mitragliatrici a un’importante azienda di armi israeliana.
Il fallimento del Macronismo
La mobilitazione cittadina “Blocchiamo Tutto” si verifica poche ore dopo la nomina alla carica di primo ministro di Sebastien Lecornu, al posto di Bayrou. Lecornu intende proseguire oggi le ‘consultazioni’ avviate ieri. Lo riferiscono i media francesi. L’ex premier Gabriel Attal sara’ ricevuto all’Hotel de Matignon nel primo pomeriggio, dopo il passaggio di consegne con Francois Bayrou, hanno fatto sapere fonti vicine a Lecornu, sottolineando il “desiderio” del neo-premier di “desiderio di non perdere tempo”.
Tuttavia è alto il malcontento contro il presidente Macron: oltre 80 deputati hanno firmato una mozione per la destituzione del presidente della Repubblica depositata ieri all’Assemblea Nazionale. E tra otto giorni, il 18 settembre, è stata già indetta una mobilitazione sindacale nazionale.
Il Louvre chiude alcune sale, a Marsiglia sventata un’intrusione in un centro commercial
A Parigi il Museo del Louvre ha annunciato che “a causa di un
movimento sociale, alcune sale sono eccezionalmente chiuse”. Il Museo Delacroix invece è chiuso al pubblico. “I rimborsi dei biglietti saranno automatici”, riporta l’ente su X.
A Marsiglia la situazione è ancora più calda. I manifestanti, secondo i sindacati, sarebbero almeno 80mila. Verso mezzogiorno, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere un cordone che si era staccato dal corteo. Secondo quanto riporta l’Afp, ci sarebbe stato un “tentativo di intrusione” in un centro commerciale.
Gentiloni: “Ecco il paradosso francese”
Critico contro Macron anche l’ex premier e commissario Ue, Paolo Gentiloni che in un’intervista a La Stampa descrive la crisi francese come la “crisi del modello del premierato. “I problemi sono strutturali – va avanti Gentiloni – e di lungo periodo: la Francia ha la spesa pubblica al 57 per cento, la più alta dei quaranta Paesi Ocse, il limite dell’età pensionabile è a 64 anni, fra i più bassi del mondo, e il debito cresce”.
“La Francia è stata pioniera nella crescita dell’estrema destra nazionalista – argomenta Gentiloni – L’originalità e il paradosso francese è che per un certo periodo Macron ha portato la Francia a riforme e posizioni molto illuminate: penso all’emergenza Covid, alle riforme europee, l’atteggiamento verso la crisi ucraina. Ma con il passare degli anni il sogno macroniano ha prodotto la realtà della cancellazione del bipolarismo storico. Prima c’erano destra e sinistra repubblicane, ora di quegli schieramenti sono rimaste solo le macerie: da una parte l’estrema destra nazionalista, dall’altra Mélenchon. La domanda è: una destra e una sinistra tradizionale saranno in grado di ricostruirsi?”
“Quello che non ha funzionato è l’idea di poter riassumere destra e sinistra moderne nel proprio movimento. Quell’idea è sfumata dopo qualche anno”.
Per Gentiloni, la prospettiva che il partito di Marine Le Pen abbia la meglio alle presidenziali del 2027 “è una minaccia per l’Europa, e i ragionamenti della destra europea incrociano quelli dell’America di Trump”. “Il vero bersaglio della destra populista resta l’Unione, anche se in modo diverso rispetto a dieci o quindici anni fa”, conclude.
(da agenzie)
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