CARO AFFITTI A MILANO, ESPLODE LA RABBIA DEGLI STUDENTI: OCCUPATO UN CINEMA ABBANDONATO
“GLI SPAZI CI SONO E NON LI LASCEREMO VUOTI”
«Abbiamo deciso di riaprire un cinema abbandonato dal 2007: gli spazi ci sono e noi vogliamo utilizzarli». Il movimento giovanile-studentesco “Tende in piazza”, nato la scorsa primavera dalla protesta contro il caro affitti di Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico di Milano che aveva piantato una canadese di fronte all’ateneo per denunciare i prezzi folli di una stanza per i fuori sede, insieme al sindacato studentesco Udu, sono tornati a farsi sentire e lo hanno fatto occupando l’ex cinema Splendor in via Gran Sasso a Milano. Complice la fine dell’estate e il ritorno nelle facoltà, il tema dell’emergenza abitativa e del caro-affitti è tornato di grande attualità. «Gli spazi esistono, ma si preferisce lasciarli vuoti», ha spiegato Lamera. «Saremo circa un centinaio di persone a fare un tavolo di discussione». L’occupazione non «ha una data di scadenza», ha aggiunto Barbara Morandi, attivista del movimento. I ragazzi di “Tende in Piazza” si sono recati all’ex cinema dopo una breve conferenza stampa in piazza Leonardo Da Vinci. «Siamo tende e ci prendiamo un tetto», si legge su uno striscione.
«In questi mesi il governo nazionale e regionale e il Comune di Milano non hanno mostrato alcun interesse per i nostri bisogni, ci hanno bombardato solo di falsi e roboanti annunci sui giornali o di iniziative di facciata. Come il tavolo fallimentare sul “Canone Concordato” ma che ha portato risultati ben lontani dalle nostre richieste. Oppure il rinvio della terza rata del Pnrr con i fondi per gli studentati pubblici», dichiarano gli organizzatori della protesta.
«Siamo furiosi – si legge nel comunicato diramato alla stampa – Con l’occupazione temporanea dello studentato di Viale Romagna (lo scorso giugno, ndr) abbiamo voluto ribadire che quelle giornate passate con i piedi nel fango e le tende piegate dalla pioggia sono state solo l’inizio, la nostra lotta non può e non deve fermarsi».
Gli studenti e le studentesse, che oggi accoglieranno negli spazi dell’ex cinema Splendor i collettivi giovanili e le reti dell’abitare, «ma anche i residenti», spiegano che trascorreranno questa notte e le successive all’interno dell’edificio. L’obiettivo è quello di far sapere che «gli spazi da riconvertire ad uso della comunità esistono». L’accusa dietro queste azioni di protesta è rivolta alle istituzioni «che sembravano molto presenti ma senza un impegno serio e concreto», spiega ancora Lamera.
All’interno dello Splendor, gli occupanti hanno iniziato le operazioni di pulizia e di allestimento per preparare lo spazio che accoglierà l’assemblea generale di stasera e domani.
Nei giorni scorsi, comunque, si era già acceso lo scontro tra governo e Unione degli Universitari (Udu) sul tema dell’edilizia universitaria dopo le frasi della premier Giorgia Meloni a Porta a Porta: «Abbiamo spostato 500 milioni dalla terza alla quarta rata del Pnrr per gli studentati, e ho letto che gli studenti hanno scritto a von der Leyen per chiedere di non darci i fondi. Non si lavora contro l’italia all’estero». Immediata la replica della coordinatrice nazionale Udu Camilla Piredda: «Meloni ci ha accusati di odiare gli italiani. Invece di assumersi le proprie responsabilità per il disastro del Governo sul PNRR, fa lo scaricabarile e accusa il sindacato studentesco». Per questo è stato annunciato un fitto calendario di proteste in molte città d’Italia a partire dal 25 settembre.
L’oggetto del contendere riguarda infatti la terza tranche del Pnrr. La Cgil e l’Udu avevano scritto alla presidente della Commissione Ue von der Leyen, chiedendo un controllo rispetto ai posti letto rendicontati dalle autorità italiane. Secondo il monitoraggio svolto dal sindacato studentesco, infatti, soltanto la metà dei 9mila posti letto dichiarati erano effettivamente nuovi. Molti erano invece già esistenti e operativi, spesso in studentati privati aperti da anni, dove una camera può arrivare a costare mille euro al mese.
(da agenzie)
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