CPR DI MACOMER, LA DENUNCIA: “PICCHIATI E SEDATI PER TRE GIORNI PER AVER CHIESTO CURE MEDICHE”
LA TESTIMONIANZA DI UNO SEI SEDATI: “CI HANNO PICCHIATI E MESSI IN ISOLAMENTO, HO DORMITO PER TRE GIORNI DOPO LE PUNTURE”
Due interventi delle forze dell’ordine a pochi giorni di distanza, una protesta per ricevere assistenza medica da parte degli ospiti finita con due cittadini stranieri messi in isolamento e sedati. Questo è quello che sta accadendo al Cpr di Macomer, in provincia di Nuoro, in Sardegna. Nel centro per il rimpatrio per
cittadini extracomunitari si sono susseguiti giorni convulsi, come ha spiegato a Fanpage.it la Rete “LasciateCIEentrare” che si occupa del monitoraggio delle condizioni degli ospiti all’interno dei Cpr in tutta Italia.
Due persone, Hassan, cittadino marocchino e Hamza, cittadino algerino, sarebbero stati messi in isolamento dopo la protesta del 27 giugno scorso e pesantemente sedati. Il primo si sarebbe risvegliato solo nella serata di domenica 29 giugno, mentre il secondo sarebbe ancora in stato letargico e in isolamento.
“Sedati per tre giorni dopo le proteste per ricevere assistenza medica”
Sono giorni di fuoco nel Cpr di Macomer, denuncia a Fanpage.it Yasmine Accardo della Rete “LasciateCIEntrare”. Due sono stati gli eventi violenti nell’ultima settimana. La prima sarebbe stata un’irruzione delle forze dell’ordine nella notte tra il 24 e il 25 giugno scorso: “A seguito di una protesta verbale degli ospiti che reclamavano assistenza medica, c’è stata un’irruzione delle forze dell’ordine che ha causato il ferimento di almeno due persone che sono state portate in ospedale”.
Tra gli ospiti del centro anche Hassan, un cittadino marocchino con due gambe ingessate. Ma oltre a lui sono diversi gli ospiti che hanno chiesto più volte di ricevere assistenza medica. Hassan a seguito di un alterco con un operatore era stato condotto una settimana fa nuovamente in ospedale, dove lo avevano rinviato a un visita specialistica. “Una visita a cui non è mai stato sottoposto” denuncia Accardo. Arriviamo così al 27 giugno, quando gli ospiti del Cpr protestano ancora per ricevere assistenza medica, e appiccano il fuoco a un materasso.
L’intervento delle forze dell’ordine avrebbe preso di mira proprio due ospiti del centro, tra cui proprio il cittadino marocchino che necessita di urgente assistenza medica e Hamza un cittadino algerino. “Da come ci hanno raccontato, i due vengono portati in
isolamento e Hamza viene picchiato da diversi poliziotti – ci spiega Accardo – sempre in isolamento vengono sottoposti a due punture di sedativi da parte del personale medico sanitario del centro. Da quel momento sono stati per giorni in stato letargico. Hassan si è ripreso ieri sera ed è uscito dall’isolamento, mentre Hamza ci risulta essere ancora sedato dopo 3 giorni”.
La zona di isolamento del Cpr di Macomer è un’area dove ci sono i materassi a terra, bagni senza porte, in una stanza senza finestre, vigilati continuamente dalle forze dell’ordine, anche in bagno. Uno stato di detenzione abominevole per persone che sono semplicemente in attesa di rimpatrio senza aver commesso alcun crimine specifico. Una situazione che è sempre più aggravata dall’uso smodato di psicofarmaci e sedativi a cui sono sottoposti gli ospiti.
La testimonianza: “Ci hanno picchiati e sedati”
All’interno del Cpr di Macomer è stata tolta la possibilità di accesso alla rete internet per gli ospiti e le comunicazioni sono particolarmente difficili. Siamo riusciti a metterci in contatto telefonico con Hassan per pochi minuti. “Sto molto male, mi fa male la gamba, ho bisogno di essere visitato da un medico” ci dice il cittadino marocchino, che poi ci ricostruisce quello che è accaduto il 27 giugno scorso. “Per 3 giorni sono stato sedato, i ragazzi mi buttavano l’acqua in faccia per svegliarmi, ma non mi svegliavo. Oggi sto finalmente meglio, Hamza invece sta ancora dormendo, a lui gli hanno fatto due punture, l’ho visto”.
Gli chiediamo se hanno subito violenza: “Ci hanno picchiato, sia me che Hamza, lui ha tutta la schiena graffiata per le botte. Noi volevamo l’ambulanza ma non la chiamavano. Hanno chiamato la Guardia medica, poi sono arrivati quelli della Guardia di Finanza, erano in tanti con gli scudi, ci hanno portato in isolamento, hanno preso Hamza e lo hanno immobilizzato con lemani dietro la schiena, e gli hanno fatto fare una prima siringa di sedativo. Lo hanno lasciato, ma lui non si è addormentato subito, allora hanno fatto una seconda siringa. Io ho sentito che la Guardia Medica ha detto al funzionario del centro che doveva scrivere tutto sul referto. Poi hanno fatto una puntura anche a me” ci spiega il cittadino marocchino.
Secondo questa ricostruzione ci sarebbe quindi stato prima un intervento della Guardia di Finanza che ha portato in isolamento i due ospiti del Cpr e poi la sedazione massiccia. “La mia gamba è gonfissima, noi volevamo solo un’assistenza medica”.
La denuncia: “Violenze aumentate dopo l’approvazione del DL sicurezza”
La rete “LasciateCIEntrare” ha chiesto l’intervento della garante dei detenuti della Sardegna, fino ad ora senza successo. “La condizione di menomazione della mobilità è una condizione inconciliabile con la permanenza nel Cpr – spiega Yasmine Accardo – è scritto chiaramente nel regolamento dei Cpr, Hassan ha ancora il gesso, non può camminare e deve essere portato fuori dal Cpr. La garante dei detenuti non è ancora intervenuta, eppure potrebbe accedere alle telecamere di sorveglianza per verificare cosa è successo”.
In tutta Italia si stanno moltiplicando gli episodi che vedono proteste e violenze all’interno dei Cpr in tutta Italia. Proprio a Macomer nelle scorse settimane c’era stata una ispezione dell’europarlamentare di Avs Ilaria Salis, che aveva definito la struttura “una prigione etnica”. Una situazione però che coinvolge diversi centri da Nord a Sud, come denuncia Accardo: “Dopo l’approvazione del Dl sicurezza sono aumentate significativamente le violenze nei Cpr. Riceviamo continuamente video da Gradisca d’Isonzo, da Trapani, da Macomer, da Bari, c’è un aumento della discrezionalità dell’intervento di polizia da quanto è stata approvata la legge.
Stiamo cercando di coinvolgere i parlamentari dell’opposizione per promuovere le ispezioni, soprattutto a Trapani dove ci sono stati episodi di autolesionismo e dei tentativi di suicidio”.
Una situazione esplosiva che vede però anche delle chiare denunce da parte degli ospiti dei centri stessi. “Quello che sta avvenendo non succede in silenzio – sottolinea Accardo – chi suppone di aver ricevuto violenze sta denunciando e ogni giorno raccogliamo testimonianze dai Cpr, c’è bisogno di un intervento immediato della politica per fermare questa deriva”
(da Fanpage)
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