EVOCARE GLI ANNI DI PIOMBO, LA STRATEGIA DI PALAZZO CHIGI CONTRO PARTITI E SINDACATI
IN UN DOSSIER DI FAZZOLARI PER I PARLAMENTARI DI FDI SI ADDITANO ESPONENTI DI CGIL, PD, AVS E M5S COME RESPONSABILI DEL CLIMA
Altro che dimissioni di Luca Ciriani, come chiede una fetta larga di opposizione dopo la sortita del ministro meloniano, che l’altro ieri ha tirato in ballo il centrosinistra, evocando addirittura le Br, circa il clima d’odio che si respirerebbe in Italia come negli Usa, dopo l’omicidio del trumpiano Charlie Kirk.
Era tutta una strategia, ben collaudata sull’asse Palazzo Chigi-via della Scrofa. Lo dimostra un documento di cui Repubblica è in possesso. Un dossier riservato confezionato già l’11 settembre (il giorno prima delle parole del titolare dei Rapporti con il Parlamento) dall’ufficio studi di Fratelli d’Italia, propaggine della comunicazione che fa capo al potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari.
Il dossier «a uso interno, non adatto alla diffusione», 9 pagine, titolo “Chi soffia sull’odio politico”, porta la data dell’11 settembre, lo stesso giorno del primo post di Meloni sull’argomento, quello che bersagliava i «sedicenti antifascisti». Il documento, destinato ai parlamentari della fiamma, mette in fila alcuni episodi che fomenterebbero il «clima insostenibile» di cui ha parlato di nuovo ieri Meloni alla festa dell’Udc. Una carrellata che amalgama vicende variegatissime e diversissime (anche per gravità): una frase del deputato del Pd Arturo Scotto su Meloni «capo ultras», gli insulti sessisti di alcuni militanti della Cgil all’indirizzo della premier (da cui Maurizio Landini si era prontamente dissociato), l’aspirante governatore 5 Stelle Pasquale Tridico che candida per Avs in Calabria Donatella Di Cesare, la docente che aveva omaggiato Barbara Balzerani, più episodi capitati a dire il vero a un po’ tutti i partiti, anche di sinistra, come spintoni, gazebo danneggiati, scritte fuori dalle sezioni, fino alle minacce degli anarchici per il caso Cospito.
Come se ci fosse un filo che lega Cgil, Pd, Avs, M5S, ex parlamentari come Alessandro Di Battista, per far passare il messaggio: in giro ci sono «cattivi maestri che per il proprio tornaconto personale incitano irresponsabilmente allo scontro». E oggi la priorità è «fermare l’odio politico sul nascere, altrimenti può assumere dimensioni incalcolabili, può traviare le menti più deboli e armare la mano di pazzi, fanatici e squilibrati».
A corredo di queste affermazioni, qualche commento indecoroso su Kirk pubblicato da utenti privati sui social di canali di notizie. Viene menzionata così la testata online Fanpage, citata anche nel paragrafo sugli «episodi di violenza politica contro la destra in Italia», perché quando pubblicò la sua inchiesta sul movimento giovanile di FdI (costato la sospensione a diversi esponenti) «la colonna sonora scelta per la presentazione con Roberto Saviano – si legge – era la canzone della band di sinistra 99 Posse: “Ho un rigurgito antifascista, se vedo un punto nero gli sparo a vista”».
Nell’ultimo capitolo, quello che illustra la «posizione di Fratelli d’Italia» c’è un passaggio molto simile alle esternazioni di Ciriani sulle Brigate rosse. Il riferimento esplicito è agli «anni di piombo». Il clima, si legge nel dossier, sarebbe «più preoccupante di quanto si pensi» soprattutto «in un Paese, il nostro, che ha conosciuto la stagione dell’odio e del sangue: quegli “anni di piombo” in cui tanti giovani hanno perso la vita soltanto perché volevano portare avanti le loro idee». I partiti di opposizione vengono ancora una volta chiamati in causa: «Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».
(da Repubblica)
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