FLOTILLA: AVANTI TUTTA, FINO IN FONDO” A GAZA
SE LA FLOTILLA NON SI FERMA, E’ POSSIBILE CHE UNA NAVE ISRAELIANA SCORTI A TERRA LE IMBARCAZIONI
La Global Sumud Flotilla non si fermerà a Cipro: «Se la merce di scambio è la fine della missione, noi non ci stiamo, vogliamo l’apertura di un canale umanitario permanente via terra e via mare». È decisa e forte al telefono la voce di Tony La Piccirella, lo skipper barese che si trova a bordo della nave Family, coordinatrice dell’impresa, insieme ai capi del movimento da Miguel Duarte a Thiago Avila.
«Il nostro peso politico — dice con orgoglio — sta aumentando, Crosetto ha cambiato posizione, ora afferma che ci proteggerà dai droni, è la prima mossa concreta che il governo fa per la nostra missione. Questa è una vittoria del movimento globale, di quello italiano che ha paralizzato il Paese, dei deputati che hanno occupato il Parlamento».
E anche di quei parlamentari che hanno voluto far parte della
Flotilla. L’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi e il senatore del Movimento Cinque Stelle Marco Croatti viaggiano sulla barca a vela Morgana che martedì notte è stata colpita dai droni e ha perso l’utilizzo della vela: «Quello che sta succedendo dentro il Mediterraneo — dice Croatti — è gravissimo. Non si può viaggiare tranquilli in acque internazionali e dobbiamo tirare un sospiro di sollievo perché ieri notte non siano stati bombardati!». L’europarlamentare Annalisa Corrado e il deputato Arturo Scotto, entrambi democratici, chiedono al governo italiano di dire «se il blocco navale imposto da Israele nelle acque antistanti la Striscia è legale o no, perché per il diritto internazionale non lo è». Per Scuderi «l’assedio va rotto perché attualmente non c’è possibilità di far entrare aiuti umanitari, tant’è che nel momento in cui c’è stata un’escalation, non dal 7 ottobre ma dal 2007, la popolazione è finita in uno stato di carestia permanente».
All’Italia gli onorevoli chiedono più protezione. «I volontari spagnoli — fa notare Croatti — si sentono più protetti dal loro Paese che gli ha concesso l’immunità diplomatica rispetto agli italiani cui è stato detto che si imbarcavano a loro rischio e pericolo». Ma è sulle parole della premier italiana all’Onu che gli animi si accendono di più: «Meloni invece di attaccare Netanyahu, attacca noi.
Noi — sottolineano con fermezza — non siamo irresponsabili. Anzi, abbiamo deciso di accompagnare 59 attivisti e dare protezione politica e diplomatica quando invece il governo italiano non ha mosso un dito». Scuderi è ancora più dura: «Invece di andare alle Nazioni Unite a condannare quello che sta avvenendo a Gaza perché non interrompe gli accordi
commerciali con Israele e vara sanzioni? Non sta facendo niente per fermare una cosa enorme come il genocidio a Gaza».
Sono 450 le miglia che separano la Flotilla dalle acque antistanti Gaza. E il ministro degli Esteri di Gerusalemme Gideon Sa’ar ha detto a chiare lettere che «Israele non consentirà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale». Il rischio è grande.
«Usciti dalle acque internazionali nessuno sarà più in grado di garantire sicurezza e aiuto nel caso accadesse qualcosa» ha avvisato ieri il ministro Crosetto.
«Le missioni si rivendicano e si portano fino in fondo» dice convinto La Piccirella che è già finito nelle prigioni israeliane a fine luglio quando ha violato il blocco su Gaza a bordo della Handala insieme a Greta Thunberg.
«Certo — aggiunge — bisogna essere fortemente motivati e convinti». «Questa è una missione umanitaria, pacifica e non violenta per Gaza. Nessuno sia martire» dice Scuderi. «Dobbiamo cercare di aprire una via diplomatica, non il contrario, almeno per quanto mi riguarda» aggiunge Croatti.
Sulla Flotilla la maggioranza vuole andare allo scontro: «Io mi auspico che i territori palestinesi ritornino ai palestinesi, oggi sono occupati da Israele per il 90%» è il sogno di La Piccirella.
(da Corriere della Sera)
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