“HA RAGIONE SAVIANO: RENZI, PERCHE’ SU GOMORRA NON PARLI?”. NEL PD CAMPANO E’ RIVOLTA DEI SOTTO SCORTA
LE LISTE DE LUCA AL CENTRO DELLA POLEMICA
“È già troppo tardi ma Renzi non può non parlare. Deve dire qualcosa. La forza del Male è ancora presente, come dice Saviano nelle liste a sostegno di De Luca c’è il sistema di Gomorra”.
Benedetto Zoccola è vicesindaco a Mondragone, del Pd. E vive sotto scorta.
Legge e rilegge le parole che Roberto Saviano ha consegnato all’HuffPost, con la sua intervista: “Ha ragione — ripete — certo che ha ragione Saviano. Ha centrato il punto dell’inquinamento delle liste. E qui non vale il discorso: gli impresentabili sono nelle liste alleate, quindi la responsabilità non è nel Pd”.
A Benedetto Zoccola, due anni fa fu messa una bomba carta davanti alla sua abitazione, dopo essere stato più volte minacciato e pestato a sangue.
Da allora ha perso l’udito a un orecchio e vive sotto scorta.
Tutto è cominciato quando ha deciso di denunciare gli estorsori della sua famiglia. Due anni fa era un grande sostenitore di Matteo Renzi.
Ora all’HuffPost dice: “Vorrei approfittare del vostro giornale per rivolgere un appello al presidente del Consiglio: è già troppo tardi, perchè le liste sono state fatte. Ma, presidente, parli, intervenga, non permetta che la Campania venga lasciata a se stessa. Noi, il Pd, non possiamo predicare bene e razzolare male. E dobbiamo impedire che il consiglio regionale sia invaso da Gomorra. Ora dobbiamo fare in modo che vengano elette le persone perbene”.
In queste ore, lo spin renziano consiste nel minimizzare: “Noi abbiamo pulito le nostre liste — dicono i fedelissimi del premier — mica potevamo intrometterci in quelle degli alleati”.
Il vicesindaco sotto scorta ha quasi un moto di indignazione su questa giustificazione: “Eh, no. Non dire nulla sulle liste inquinate è una precisa scelta politica. E la scelta è: per vincere si imbarca di tutto, a partire da chi porta pacchetti di voti, di qualunque natura essi siano. E addio cambiamento”.
Nella pancia del Pd impegnato nella lotta alla mafia è l’ora del disagio. E dell’indignazione.
Perchè il caso è senza precedenti. Il “sistema di Gomorra”, per dirla con Saviano, è entrato nelle liste che sostengono il candidato del centrosinistra e Renzi non parla.
Il leader decisionista, che cambia verso, che dice prendere o lasciare su tutto, ad alleati, sindacati, compagni di partito, che dice “l’Italia s’è desta”, “il futuro è iniziato”, di fronte al fatto che Gomorra è entrata in casa, tace.
E militanti del Pd in trincea ribollono perchè il Sud non s’è desto e il passato non muore mai. Rosaria Capacchione è giornalista del Mattino e senatrice del Pd.
Vive sotto scorta da quando iniziò a raccontare l’ascesa dei Casalesi e la loro penetrazione nel potere e nell’economia italiana.
All’HuffPost dice: “Renzi deve parlare. Se è vero che il Pd è rimasto vittima, e che gli alleati hanno inserito gli impresentabili, l’appello forte che Renzi e il Pd dovrebbero fare è questo: noi prendiamo le distanze da queste liste, voi camorristi volete venire con me, ma io non vi voglio, voi mafie vi volete attaccare al carro del vincitore, io non vi faccio attaccare. Come? Dicendo, ora, subito: io non vi do niente, non un posto al sole, non un assessorato, non vi sponsorizzo nessun disegno di legge. Insomma, chi va a votare deve sapere che la camorra non sta votando il Pd”.
Già , chi va a votare.
Perchè la mutazione genetica della sinistra in Campania sta già producendo i suoi effetti nefasti: “È chiaro — prosegue Benedetto Zoccola – che un pezzo di sinistra non andrà a votare”.
Semplicemente perchè ha letto le liste. E, come se non bastasse, ha ascoltato le parole di De Luca, che non solo non ha preso le distanze dalle liste, ma ha coperto politicamente la scelta degli “impresentabili” e ha attaccato Roberto Saviano.
E perchè Renzi non parla. Nè di fronte a Gomorra. Nè di fronte agli altri impresentabili.
Fabrizio D’Esposito, sul Fatto ne ha cacciato un altro, che completa il quadro zeppo di cosentiniani, ex “responsabili” di Berlusconi, e fascisti come Aveta: tal Attilio Malafronte da Pompei, arrestato a gennaio per induzione indebita a dare o promettere utilità (la vecchia concussione per induzione) e tutt’ora indagato per quel reato con l’accusa di aver lucrato sulle sepolture dei defunti al cimitero.
Perquisendo casa sua la polizia sequestrò un fucile calibro 12, una canna per fucile e 30 cartucce. Ora è candidato a Napoli con la lista “Campania in Rete” a sostegno di De Luca.
Roberto Saviano ha invitato a votare le persone perbene, di qualunque partito esse siano: “Ognuno scelga nel migliore dei modi tra Cinque Stelle, Sel, Pd, Caldoro”.
E già questo appello che supera la logica dello schieramento destra-sinistra è indicativo della gravità della situazione. Perchè Saviano coglie il punto.
Nelle liste entra Gomorra. E un pezzo di sinistra si rifiuta di votare per logiche di schieramento. Tra questi Renato Natale, sindaco di sinistra di Casal di Principe. All’HuffPost dice: “Resto fuori da questa competizione elettorale. Se nelle liste di appoggio a De Luca, De Luca sceglie i nostri avversari e allarga, allarga al centrodestra, significa che De Luca sceglie di essere avversario. O no? Ma forse sono io che non capisco più queste logiche. Una volta la politica era ideale, c’erano dei punti di riferimento. Ora… In cabina voterò solo secondo coscienza e incompetenza, perchè io queste logiche non le capisco”. Due anni fa il sindaco di sinistra di Casal di Principe sconfisse Enricomaria Natale, il candidato del centrodestra. Ora il suo avversario di allora è candidato a sostegno di De Luca. E non è uno qualunque.
Queste le parole di Saviano: “La sua famiglia è stata più volte accusata di essere in continuità con la famiglia Schiavone. Negli anni Novanta hanno avuto un ruolo nel mondo dell’imprenditoria grigia. Questa candidatura a dimostrazione che De Luca non sta affatto cambiando il modo di fare politica in Campania”.
E Renzi tace.
(da “Huffingtonpost”)
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