HAITI, LIBERATO L’IMPRENDITORE ITALIANO CALI, I RAPITORI AVEVANO CHIESTO 500.000 DOLLARI PER IL RISCATTO
PAGATO GIUSTAMENTE UN RISCATTO DALL’ITALIA, MA DOVE SONO I SOVRANISTI CHE STARNAZZAVANO INDIGNATI QUANDO IL RISCATTO ERA PAGATO PER UNA COOPERANTE?
L’incubo è finito. La brutta storia è alle spalle e adesso si conoscono anche i dettagli della vicenda; alcuni almeno. È stato liberato nella notte dopo ventidue giorni prigionia l’Ingegnere catanese Giovanni Calì, 74 anni, rapito il primo giugno scorso ad Haiti.
L’imprenditore siciliano era stato rapito con un vero e proprio blitz in stile paramilitare. Un blitz che aveva portato alla cattura dell’ingegnere e alla richiesta successiva di soldi per lasciarlo libero.
I sequestratori infatti, secondo quanto si apprende, avevano chiesto un riscatto di 500 mila dollari. A entrare in azione erano stati gli affiliati dei “400 Mawozo” una gang che da tempo semina il terrore tra residenti, funzionari stranieri e i volontari.
Calì, dipendente di una ditta di costruzioni con sede a Roma, si trova ad Haiti perché partecipa ai lavori per la costruzione di una strada che collega i dipartimenti del centro e del nord dell’isola.
Fa sapere la Farnesina in una nota: “Il nostro connazionale era stato prelevato presso il cantiere dove lavorava da un gruppo criminale locale. La liberazione, dopo soli 22 giorni, è stata possibile grazie al lavoro quotidiano della nostra intelligence e dell’Unità di Crisi della Farnesina, che ha mantenuto giorno dopo giorno i contatti con la famiglia in Sicilia”
L’ingegnere Giovanni “Vanni” Calì, 74enne di Catania, si trovava ad Haiti per conto della ditta di costruzioni Bonifica Spa, con sede a Roma, e si stava occupando della costruzione di una strada. Era stato prelevato, insieme a un suo collaboratore haitiano, dal cantiere dove si trovava per alcuni rilievi. Gli indizi avevano portato gli inquirenti nella direzione delle diverse violente bande criminali che si dedicano ai rapimenti a scopo di ricatto, in particolare di funzionari stranieri e anche sacerdoti.
Alla Provincia di Catania l’ingegnere siciliano era stato assessore ai Lavori pubblici, poi dirigente per un decennio.
(da agenzie)
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