IL GOVERNO PREPARA L’ELECTION DAY PER LE REGIONALI IN PUGLIA, CAMPANIA E VENETO: LA DATA SCELTA E’ IL 23 NOVEMBRE
GIORGIA MELONI, CHE TEME LA SCONFITTA DEL SUO CANDIDATO ACQUAROLI NELLE MARCHE, PUNTA A CHIEDERE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ENTRO META’ OTTOBRE PER POI DEDICARSI ALLA MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE, MAGARI UN PROPORZIONALE CON LE PREFERENZE, IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE
La notizia è passata quasi in sordina, ma le regionali di Puglia, Campania e Veneto si terranno, con tutta probabilità, lo stesso giorno di fine novembre, prevedibilmente il 23. A dirlo è stato Francesco Filini di FdI in una intervista a Repubblica, in cui ha specificato che «queste tre regioni avranno l’election day». Quello di Filini non è un nome qualsiasi. Il responsabile del programma del partito di Giorgia Meloni è considerato il “braccio operativo” del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari
Insomma la sua non è una «voce dal sen fuggita». E conferma la volontà dei meloniani di non accelerare con la scelta dei candidati. In particolare quello del Veneto, reclamato dalla Lega ma ancora senza successo. L’election day è anche la dimostrazione che il voto nelle Marche […] sarà determinante per decidere il successore di Luca Zaia.
Le probabilità pendono in favore di un candidato del partito di Salvini, anche perché una parte della Lega veneta è tornata a minacciare l’ipotesi di una corsa in solitaria nel caso in cui venga chiesto di cedere la regione a FdI.
Sembrano altre le priorità di Meloni, che ha cominciato settembre rilanciando il suo attivismo interno. La direzione è quella delle riforme: quella della giustizia è in seconda lettura a Camera e Senato, fissata per settembre e poi metà ottobre. Indicazione di scuderia: correre tagliando sulle audizioni, così da arrivare all’approvazione definitiva prima dell’imbuto della manovra di Bilancio. Poi toccherà al referendum a giugno 2026, che sarà campale anche come test in vista delle prossime politiche.§
Intanto, dalle parti di FdI si riflette sulla legge elettorale. Il motivo è che si tratta di un passaggio necessario con l’approvazione del premierato. In realtà gli esperti della materia, dentro il partito, sanno che i tempi per approvare una riforma costituzionale il cui testo è ancora molto da aggiustare non ci sono. Dunque, se l’obiettivo è rendere identificabile il candidato premier, basta cambiare, con legge ordinaria, la legge elettorale
Questa è la strada in cui si sta muovendo anche palazzo Chigi, tenendo però sottotraccia qualsiasi ipotesi. Troppo presto per parlarne ora, tanto più che un dibattito con l’opposizione sarà comunque necessario e anche gli alleati potrebbero non essere entusiasti del modello che ha in mente Meloni: proporzionale con preferenze, secondo le ultime indiscrezioni.
Anche l’autonomia, spinta e voluta dalla Lega, sta ripartendo e sarà l’unico successo che Salvini potrà portare in dote sul palco di Pontida. Il lavoro da fare è ancora parecchio: va corretto il testo nel solco di quanto indicato dalla Consulta. La scommessa [è quella di arrivare al traguardo entro la fine della legislatura. Se ne è parlato nell’ultimo vertice di centrodestra, ma la Lega sa quanto la riforma sia indigesta a una parte di Fratelli d’Italia. Dunque il rischio è che a frenare sia proprio quel mondo.
(da agenzie)
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