IL GOVERNO SMONTA E RIMONTA IL PNRR, MELONI PRESENTA LA SESTA REVISIONE DEL RECOVERY, L’ULTIMA POSSIBILE, PER MODIFICARE E RINVIARE PROGETTI CHE ORMAI NON SI POTRANNO REALIZZARE ENTRO LA SCADENZA DEL 2026 ED EVITARE TAGLI E MULTE CHE SCATTEREBBERO IN CASO DI RITARDI NON PIÙ RECUPERABILI
IL “RESTYLING” VALE 14 MILIARDI DI EURO, CIRCA IL 7% DEL TOTALE. SLITTANO PROGETTI SU STUDENTATI, BANDA LARGA E LOTTA AL DISSESTO IDROGEOLOGICO… DELUSO IL SETTORE EDILIZIO: NIENTE FONDI PER LA CASA
Tagliare, rinviare e spostare. Il governo prende in mano forbici e colla per confezionare la revisione del Pnrr. La sesta da quando il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha visto la luce. L’ultima possibile a undici mesi dalla scadenza. La più delicata perché il riassetto punta a evitare tagli e multe che scatterebbero in caso di ritardi non più recuperabili.
Il restyling vale 14 miliardi, circa il 7% del totale. Ma l’ambizione complessiva non cambia. «La dotazione originaria resta immutata, manterremo il primato europeo nell’attuazione», scandisce la premier Giorgia Meloni ai ministri riuniti a Palazzo Chigi per la riunione della cabina di regia chiamata a esaminare la proposta di revisione che la settimana prossima passerà dalle Camere prima di essere inviata a Bruxelles.
L’Italia, quindi, punta a ottenere in tutto 194,4 miliardi: oltre 140 sono già in cassa, altri 12,8 sono agganciati all’ottava rata sotto esame della Ue, i restanti 41 miliardi fanno riferimento alle ultime due tranche. Ma c’è comunque chi pagherà il conto.
Come il piano Gol per il reinserimento nel mondo del lavoro di donne, giovani Neet e disoccupati di lungo periodo. Perderà un miliardo e taglierà fuori 200 mila beneficiari. Altri investimenti saranno ultimati solo dopo la deadline del 31 agosto 2026: i progetti confluiranno in veicoli finanziari affidati a nuovi
soggetti attuatori. Di fatto una proroga dato che ci sarà più tempo per ultimare le misure e spendere i soldi.
Nei veicoli finiranno 30 mila dei 60 mila posti letto per gli universitari che il Pnrr aveva promesso di realizzare entro l’estate dell’anno prossimo.
La consegna dei nuovi studentati potrà essere ultimata entro il 2027, con gli incentivi ai privati che scenderanno da 20 mila a 17 mila euro. Novità anche per la gestione delle strutture: il veicolo tirerà dentro anche i proprietari, oggi esclusi, mantenendo il contributo a 20 mila euro. Più soldi per le borse di studio: la dotazione aumenterà di 150 milioni per coprire l’anno accademico 2025-2026.
L’allungamento riguarderà anche la lotta al dissesto idrogeologico. Nonostante la rimodulazione del 2023, anche i progetti per la tutela del territorio andranno ai tempi supplementari. Lo stesso vale per il piano Italia 1 giga per le connessioni ultraveloci.
Spazio anche ai premi. Due miliardi in più al ministero dell’Agricoltura per i contratti di filiera: una nuova spinta alla modernizzazione delle aziende. Tra i delusi c’è il settore edilizio: niente fondi per la casa. E neppure un euro alle imprese per fronteggiare i dazi.
(da “la Repubblica”)
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