IL VELISTA, LA MISS, I MILLENNIALS: LA CARICA DELLE FACCE NUOVE IN PARLAMENTO TRA BATTUTE E BOCCHE CUCITE
“SEMBRA UN SOGNO”
«Lei è una nuova deputata?». «No, una vecchia impiegata».
In questo viavai di giacche e cravatte, messe in piega fresche di parrucchiere e trolley trascinati in attesa di individuare dove stia il guardaroba, ogni equivoco è possibile, nella giornata dell’assalto delle matricole, quando centinaia di volti nuovi si affacciano alla sala del Mappamondo di Montecitorio per completare le procedure di registrazione e frotte di giornalisti cercano un primo approccio, prendendo talvolta funzionari della Camera per neoeletti.
«Di qua per la registrazione?», chiedono senza fiato salendo dal grande scalone Claudio Durigon e Francesco Zicchieri, leghisti al primo mandato.
«Veneti? Lombardi?»; «No: io di Latina, lui di Terracina», tra i primi esemplari di Carroccio espanso al Centro-sud.
Poco dopo, altra coppia altro partito: l’ex sindaco forzista di Pavia, Alessandro Cattaneo, già noto a svariati talk show, e il collega toscano Giorgio Silli, modi gentili e capello brillantinato, uscito vincente dal corpo a corpo nell’uninominale di Prato contro il sottosegretario Della Vedova: «Renzi si è ostinato a candidare da noi uno di Sondrio…».
Si sente il «dlin» dell’ascensore e sbuca Giuseppina Occhionero, molisana eletta con LeU, capelli in ordine e abito scuro: «Sono una sportiva, odio il parrucchiere ma stavolta ci sono andata. Essere qui è un’emozione incontenibile, mi sembra un sogno».
Lungo il corridoio da cui le rigide disposizioni del Palazzo vorrebbero allontanare i giornalisti spunta la veterana Giorgia Meloni, al debutto della quarta legislatura: «Che altre generalità volete da me? Avete già tutto!», ride allontanandosi.
Termina la riunione del M5S con il leader Di Maio ed eccoli arrivare, a grandi gruppi, come in gita scolastica, i neodeputati stellati.
Andrea Mura indossa una giacca grigia ricamata «Vento di Sardegna», con soddisfazione apre una pagina della Gazzetta dello Sport dedicata a lui, velista oceanico in solitaria: «Sono allibito che non esista una Commissione del mare».
Poco più indietro, Cristian Romaniello, Elisa Siragusa e Giovanni Currò, più o meno novant’anni in tre, si mostrano intimiditi dall’attenzione dei cronisti, «un numero di telefono no, rivolgetevi all’ufficio comunicazione».
Giorgio Trizzino, direttore sanitario di un ospedale pediatrico, si attarda per fare una foto col cellulare all’imponente sala in prospettiva: «Sono quello che ha fatto fuori Grasso, metaforicamente s’intende», ha vinto il collegio uninominale di Palermo.
Si mette in coda verso la grande sala Matilde Siracusano di Forza Italia, ex collaboratrice parlamentare ma molto prima, a 19 anni, aspirante Miss Italia.
E per questo già nel mirino dei media: «Sono stata massacrata – sospira lei – un po’ me l’aspettavo, ma si è parlato solo dell’esperienza da miss, come se non ci fosse stato poi un percorso di studi e di lavoro…».
Poco più in là , Claudio Borghi, economista vicino a Salvini: «Usciamo dall’euro? Sì ma non so dire quando». «Fatta la registrazione: mi sembra di essere tornato al militare», scherza all’uscita il grillino Michele Gubitosa. A fine giornata sono accreditati in 176. Oltre un centinaio non ha ancora ricevuto la comunicazione di avvenuta proclamazione: ma c’è ancora tempo fino a venerdì.
(da “La Stampa”)
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