LA CANDIDATURA DELLA CARFAGNA ALLE EUROPEE SCATENA LA RESA DEI CONTI IN FORZA ITALIA
DA MOLTI E’ VISTA COME UNA SCALATA AL PARTITO, TANTI LA APPOGGIANO PERCHE’ E’ L’UNICA CHE POTREBBE DARE UNA SVOLTA AL PARTITO… DALL’ALTRA PARTE I FILO-SOVRANISTI ATTACCATI ALLA POLTRONA
La rissa tra Carfagna e Toti, il “golpe” contro Berlusconi, i veleni azzurri, le accuse incrociate, le mani nei capelli, la spasmodica ricerca di uno strapuntino al sole.
Non c’è cosa migliore delle liste dei candidati alle europee quale cartina di tornasole del centrodestra ai tempi dei gialloverdi. In Forza Italia un lungo e magmatico tramonto da cupio dissolvi.
Nella Lega un clima da monarchia illuminata, in cui nessuno degli sparring partner può nè deve fare ombra al leader.
A poche ore dalla dead line, gli elenchi del Carroccio sono stati già depositati e resi pubblici. Per quelli degli azzurri si è ancora in alto mare. “C’è Antonio nel suo bunker a Roma con le mani nei capelli”, spiega un dirigente.
Antonio sarebbe Tajani, unico capolista (nell’Italia centrale) diverso da Silvio Berlusconi. È lui che deve comporre l’elenco, ma fino all’ultimo la quadra non si trova. Chi ha potuto sbirciare gli elenchi le definisce “liste mediocrissime”, puntando il dito su evergreen come Lorenzo Cesa e Francesco Saverio Romano, candidati rispettivamente al Sud e nelle Isole.
Ma è proprio nella circoscrizione meridionale che sta esplodendo il caso dell’ultima ora: la candidatura di Mara Carfagna.
Nata apparentemente come casuale, è piombata come un sasso nel vespaio di una situazione già difficile.
Perchè gli azzurri sanno che il 26 maggio si giocherà un pezzo di futuro del partito. Al quale la vicepresidente della Camera vuole provare la scalata.
“Il suo è un tentativo creato ad arte”, spiegano. Prima un intervista alla Stampa in cui accusa il governatore della Liguria Giovanni Toti di aver già consumato una scissione nei fatti.
Poi, alla risposta dell’interessato che l’ha bollata come nominato, ecco l’uscita di Roberto Occhiuto e Paolo Russo, deputati vicini all’ex ministro, per lavare l’onta: “Si candidi alle europee”. E lei: “Sono a disposizione”. Apriti cielo.
Perchè il piano è chiaro: fare il pieno di preferenze al sud per rivendicare se non una successione piena a Berlusconi, per lo meno il posto da numero due al posto di Tajani.
Il tutto nella speranza che il fondatore convochi un congresso post-elezioni, cosa tutt’altro che certa. “Un golpe contro Silvio”, denunciano gli avversari interni. “Ma quale golpe, è normale dialettica”, respingono gli interessati.
Niccolò Ghedini, che la Carfagna non la vorrebbe in lista, ha proposto una mediazione spericolata: tutti i big in lista.
Da Toti alla Gelmini, dalla Bernini a Brunetta, si creerebbe un effetto caos tale, con le triple preferenze, da annacquare l’eventuale successo della vicepresidente di Montecitorio, ma anche da rendere quasi incontrollabile il manipolo di sei/otto deputati che spunterebbero un seggio a Bruxelles dopo le varie rinunce.
A una manciata di ore dalla consegna il caos è totale, la matassa difficile da sbrogliare.
Una fonte molto vicina all’ex Cavaliere è pronta a giurare: “Mara ci sarà “.
(da agenzie)
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