LEGALITA’, MERITO, LIBERTA’: I VALORI PROPUGNATI DALLA DESTRA DI FINI
RACCONTARE LA DESTRA IN TRE PAROLE: NELLE RISPOSTE DEI LETTORI DI “FAREFUTURO” EMERGONO ANCHE DEFINIZIONI COME GIUSTIZIA, ONESTA’, PATRIOTTISMO, LAICITA’, SENSO DELLO STATO E DELLE ISTITUZIONI, LOTTA ALLA MAFIA…SENSIBILITA’ VERSO I DIRITTI CIVILI, INTEGRAZIONE, SOCIALITA’, CITTADINANZA, AMBIENTE, SOLIDARIETA’
Molti si interrogano su quale concetto di Destra sia caro a coloro che si riconoscono nelle posizioni di Gianfranco Fini. Riteniamo di fare cosa utile e chiarificatrice proporvi un articolo pubblicato su “Farefuturo”, la fondazione vicina al Presidente della Camera.
Libertà e legalità . Giustizia e onestà , laicità e patriottismo.
Ecco le parole che più ricorrono nelle tantissime risposte dei lettori di Ffwebmagazine alla nostra richiesta di “giocare” a raccontare la nostra destra in tre parole.
Tanto per spiegare che la “destra” non è protetta da nessun copyright.
E tanto per chiarire che, forse, ad essersi allontanati da alcune idee, da sempre patrimonio della destra italiana, sono stati piuttosto altri — nascosti, magari, dietro i paraventi di una retorica vuota e trombonesca.
La legalità e la giustizia, il senso dello stato e delle istituzioni, la lotta a tutte le mafie (nel segno di Falcone e Borsellino, ovviamente), l’onestà e la responsabilità .
Questa è destra, ci sembra.
E poi, l’amore per l’Italia, la difesa della sua unità e del suo “spirito nazionale”, della sua bandiera e della sua lingua.
Anche questa è destra, come ci ricordano i nostri lettori.
E sono princìpi che si declinano nella quotidianità , che si professano ogni giorno e che ogni giorno vanno tutelati: lo dimostra il boicottaggio leghista del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, tanto per fare un esempio.
Ma c’è anche, e forte, la richiesta di una destra laica. Ma laicità positiva, non “di combattimento”, certo, ma neanche remissiva.
Che non scada nella contrapposizione fine a se stessa, fra guelfi e ghibellini. E che significhi, però, rispetto dell’autonomia reciproca della sfera politica (pubblica) e di quella confessionale (privata).
Ecco allora che i diritti civili e la lotta all’omofobia, o la richiesta di un disarmo ideologico sul fine-vita — ci scrivono molti nostri lettori — sono “di destra” esattamente come il sostegno alle famiglie (più che alla Famiglia) o la giusta difesa delle nostre radici culturali.
Ricorre – e non è una sorpresa – la voglia di merito e di opportunità , soprattutto da parte dei più giovani.
Così come, molto spesso, si impone una parola fra le tante: persona.
Anzi, dignità della persona.
Il vero pilastro, il vero “valore” da difendere, con tutto quello che significa in termini di integrazione, cittadinanza, diritti.
E non mancano l’altruismo, l’educazione civica, la sensibilità ambientale, la socialità , la solidarietà , la comunità : parole che spesso sconfinano nella tradizione “di sinistra”.
Ed è un’altra dimostrazione di come le barriere del Novecento si stiano finalmente — seppure con colpevole ritardo — sfaldando.
Coraggio, sogno, vitalità , futuro, persino allegria: è una destra, insomma, che si apre, che non ha paura del “nuovo” e del “diverso”, che non si arrocca nella difesa (a tratti ridicola) di un’immagine di se stessa che sfiora la caricatura.
È una destra, questa, che decide di navigare in mare aperto.
È una destra che qualcuno sogna addirittura — ed è un bell’augurio — “irregolare, metapolitica, romantica”.
Una destra che invoca l’autonomia di pensiero sempre e comunque, che rifiuta i dogmi e le ideologie, che fugge da quelle gabbie che rinchiudono la vita vera in schemi astratti e pericolosi.
Una destra che ama il libertarismo e la libertà .
Che sia libertà vera, però.
Non uno slogan, nè un’etichetta buona per tutte le stagioni.
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