L’ESERCITO DEI CENTRISTI DEL “TENGO FAMIGLIA” VUOLE UN GOVERNO FINO AL 2018
LA RICHIESTA ARRIVA DA 128 PARLAMENTARI CHE OVVIAMENTE LO FANNO PER “SENSO DI RESPONSABILITA'”
Un esercito di 128 parlamentari invoca un esecutivo purchè duri fino all’autunno prossimo. Meglio ancora fino alla scadenza naturale, febbraio 2018.
Con sfumature differenti i ramoscelli dell’arco costituzionale che gravitano in orbita centrista si metteranno in fila, parleranno con il Capo dello Stato Sergio Mattarella e gli faranno più o meno un ragionamento di questo tipo: «Sì, alla modifica della legge elettorale, no a un Renzi-bis, sì a un profilo politico che rispetti le scadenze europee e che rilanci l’economia».
D’altronde, per dirla con Nicola Latorre, senatore di peso del Pd, «in Parlamento cresce ora dopo ora la consapevolezza di un forte senso di responsabilità anche da parte di chi invoca le elezioni anticipate».
«Responsabilità », appunto, è la parola d’ordine che impazza passando da un capannello all’altro del Transatlantico.
Vincenzo D’Anna è uno dei senatori di Ala, il partito di Denis Verdini che fra Montecitorio e Palazzo Madama annovera 34 membri.
D’Anna non si recherà da Mattarella ma svela alla Stampa la strategia degli ex berlusconiani: «Il Renzi-bis si deve escludere perchè l’ex premier perderebbe la faccia. Chiederemo un esecutivo con un larga maggioranza guidato da un Guerini o da un Orlando. Queste due figure potrebbero traghettare il governo e avere come obiettivo un programma sei-sette punti».
Per D’Anna le urne sono l’ultima cosa a cui pensare: «Al massimo – ripete – si può immaginare di tornare al voto in autunno prossimo».
Sotto voce prende forma un esecutivo che guardi al 2018: «Se un governo inizia, poi dura. Chi avrebbe il coraggio di far cascare un governo così».
Paolo Naccarato, senatore del Gal con un passato da stretto collaboratore di Francesco Cossiga, è fra coloro che invocano la stabilità : «Siamo assolutamente impegnati a facilitare il gravoso impegno del Capo dello Stato. La legislatura deve proseguire fin dove è necessaria senza perdere di vista la scadenza naturale».
A taccuini chiusi qualcuno azzarda una previsione sul futuro premier: «In pole position vedo Paolo Gentiloni».
Anche Lorenzo Cesa, che varcherà l’ingresso del Quirinale in nome dell’Udc, afferma con chiarezza che «se ci fosse una responsabilità comune si potrebbe dar vita a un governo politico che duri fino a fine legislatura».
Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto di Montecitorio, pronto a rappresentare le ragioni di ben 52 parlamentari, invoca «un governo vero che possa rassicurare i mercati internazionali e che ricompatti il Paese in queste settimane scollato dal referendum».
Tra i realisti Luigi Compagna, uno che in questa legislatura ha già cambiato quattro casacche, e oggi milita nel gruppo di Raffaele Fitto, Conservatori e riformisti: «Le rispondo dalla Macedonia, voglio solo osservare che il governo a termine non è previsto dalla Costituzione e che dunque l’Italia necessità di un governo. Ad esempio, un governo guidato da Paolo Gentiloni non sarebbe un esecutivo a scadenza». Altrimenti, ironizza prima di chiudere il telefono, «non essendoci più Giovanni Leone, il Capo dello Stato Sergio Mattarella potrebbe pensare a un governo Compagna. Ho un abito grigio per salire al Quirinale».
(da “La Stampa”)
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