L’INVERNO (DEMOGRAFICO) DEL NOSTRO SCONTENTO: L’ITALIA RISCHIA DI TRASFORMARSI IN VILLA ARZILLA
IL NUMERO DI ANZIANI È IN CONTINUO AUMENTO, MENTRE QUELLO DELLE NASCITE È IN CALO – LA FASCIA DI ETÀ PIÙ IN CRESCITA È QUELLA DEGLI ULTRACENTENARI: NEGLI ULTIMI DIECI ANNI ABBIAMO GUADAGNATO UN OVER 100 OGNI TRE E ABBIAMO PERSO UN NEONATO SU QUATTRO
In una popolazione italiana in declino demografico l’unica fascia a crescere è quella anziana. All’interno della popolazione anziana la componente che lievita maggiormente è quella degli over 85 e ancor più dei centenari. I dati Istat ritraggono in modo molto chiaro la metamorfosi demografica in atto. I residenti in Italia sono in continua riduzione dal 2014: erano 60 milioni e 346 mila e sono ora meno di 58 milioni.
Il numero di chi ha 65 anni e più è, al contrario, salito, nello stesso periodo, da poco meno di 13 milioni a oltre 14 milioni e mezzo. Si tratta di un incremento relativo del 12% circa, che sale però al 31% nella fascia di chi ha superato gli 85 anni e al 36% tra chi ha alle spalle un secolo di vita. Un andamento opposto alle nascite che, nel periodo dal 2014 al 2024, sono diminuite del 26%.
Questo significa che negli ultimi dieci anni abbiamo guadagnato un ultracentenario ogni tre e abbiamo perso una nascita su quattro. In valore assoluto coloro che hanno 100 anni e più sono oggi 23.548, erano nel 2014 17.252 e appena 7.200 nel 2004.
Va precisato che l’aumento della popolazione anziana ha allabase
un fatto positivo, ovvero la riduzione della mortalità infantile e nelle fasi successive della vita. Nelle società del passato, fino a poche generazioni fa, la probabilità di un nuovo nato di arrivare a 65 anni era pari a un terzo, mentre oggi è superiore al 90 percento. Questo significa che i guadagni di anni di vita sono tutti spostati oltre tale età. Ma quale vita?
Per chi arriva a 65 anni l’aspettativa in buona salute (senza limitazione delle attività quotidiane) è pari circa a 11 anni. Se non si aumenta tale indicatore a crescere sarà soprattutto quella in cattiva salute. Ma servono adeguate risorse per farlo.
Se la popolazione giovane-adulta si riduce troppo, va a indebolirsi la componente da cui dipende la crescita economica e il funzionamento del sistema di welfare. In tutto il mondo occidentale il numero medio di figli per donna si è posizionato sotto la soglia di due, quella che garantisce l’equilibrio nel rapporto tra generazioni. Nel nostro paese il tasso di fecondità da oltre 40 anni si trova sotto 1,5. Le dinamiche più recenti sono state ulteriormente peggiorative, con nascite in continua caduta, come abbiamo documentato sopra.
In questo quadro, sostenibilità del processo di invecchiamento della popolazione e inclusività della longevità sono messi gravemente a repentaglio. Il rischio è di andare incontro ad uno scenario in cui le pensioni saranno mediamente basse e il sistema di welfare pubblico insufficiente, con la conseguenza che solo una parte minoritaria della popolazione potrà permettersi di vivere bene e sempre più a lungo.
(da agenzie)
Leave a Reply