MENO POLITICA O POLITICA MIGLIORE? E SE FUTURO E LIBERTA’ INTERCETTASSE I “DELUSI DALLA POLITICA” ?
SONDAGGIO DEMOS SULLA COMPOSIZIONE DELL’ELETTORATO DI FUTURO E LIBERTA’… SOLO IL 60% PROVIENE DAL PDL, IL 25% DAL CENTROSINISTRA, L’11% DALL’ASTENSIONISMO…
Il giorno successivo al discorso di Gianfranco Fini per il lancio del Manifesto per l’Italia, Paolo Pagliaro ne “Il punto”, rubrica della trasmissione “Otto e mezzo”, presentava un sondaggio Demos dai risultati particolarmente significativi.
Le domande sono relative sia alla fiducia accordata dagli italiani a Gianfranco Fini, sia alle intenzioni di voto rispetto a Fli.
Oltre all’espressione di una fiducia personale concordata dal 55% degli elettori di sinistra e dal 23% di quelli di destra, e al di là delle oscillazioni di Fli, comunque in crescita e fluttuanti intorno ad un buon 8%, il dato più interessante del sondaggio riguarda la composizione dell’elettorato che si dichiara vicino a Futuro e Libertà .
Se il 60% delle persone che compongono il bacino elettorale di Fli proviene, come è ovvio pensare, dal Pdl e il 12% pesca dai delusi del Pd, l’11% viene dall’astensionismo.
Si tratta di cittadini italiani che alle scorse politiche hanno scelto, per ragioni diverse, per disaffezione diffusa, di non andare a votare.
Sono persone che fanno parte del movimento che ha vinto alle scorse regionali e che, agli occhi di ogni analista, pareva in inesorabile crescita.
Il fatto che l’11% dell’elettorato Fli provenga da qui è una dato particolarmente significativo, in grado di qualificare l’offerta politica di Futuro e Libertà in modo inequivocabile.
Insomma, emerge un elemento fondamentale per capire il Paese di oggi: il mal di pancia degli italiani non è solo antipolitica o banale stanchezza.
Se, infatti, una nuova formazione riesce ad intercettare pezzi dell’astensione, significa che gli italiani desiderano non certo meno politica, ma di più.
Magari più qualificata a rispondere alle sfide attuali.
Ci sono, insomma, elettori che non si riconoscono nell’offerta di contenuti, idee e proposte e nella cultura dell’antagonismo bipolare che hanno caratterizzato gli anni di governo trascorsi dalle ultime elezioni.
Ci sono elettori che si aspettano altro dalla politica, che hanno maturato posizioni finora non rappresentate da nessuno, hanno formulato domande alle quali nessuno ha saputo dare una risposta.
E allora, è il caso di sottolinearlo, il vituperato e banalizzato superamento degli steccati ideologici, l’innovazione culturale verso un modo di essere europeo, la critica alle posizioni rigide e difensive espresse dalla Lega, l’evoluzione verso posizioni finora irrituali nel panorama politico del centro destra, sono tutti tasselli di un puzzle politico complesso, solo strumentalmente classificato come conseguenza di tattiche miopi e personalistiche.
Da sottolineare infine che il 90% dell’elettorato di Futuro e Libertà è favorevole a una crisi di governo o almeno ad un appoggio esterno: non ne possono più di confondersi con la politica di Pdl e Lega.
Non a caso, da quando Fini ha assunto una posizione più decisamente critica verso la mancanza di politica da parte del governo, c’è stato un balzo dei consensi nei sondaggi fino oltre il 9%.
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