MENTRE IL PAESE D’OLTRALPE È IN GINOCCHIO PER LE PROTESTE CONTRO LA CRISI POLITICA, MARINE LE PEN INVOCA LE ELEZIONI ANTICIPATE
LA LEADER DEL “RASSEMBLEMENT NATIONAL” NON PUÒ CANDIDARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI LEGISLATIVE NE’ ALLE PRESIDENZIALI NEL 2027 PERCHÉ CONDANNATA A CINQUE ANNI DI INELEGGIBILITÀ PER AVERE FRODATO L’EUROPARLAMENTO, MA UN RITORNO ALLE URNE POTREBBE PERMETTERLE DI FAR VOTARE UN’AMNISTIA A SUO FAVORE
Nelle forze di opposizione più dura al nascente governo del premier Sébastien Lecornu, se Jean-Luc Mélenchon della sinistra radicale sostiene il movimento «blocchiamo tutto», e lo sciopero del 18 settembre, Marine Le Pen insiste invece sulle elezioni anticipate, a suo dire unica vera possibilità di risolvere l’instabilità politica e sociale francese.
La leader del Rassemblement national invoca le elezioni «per ridare la parola ai francesi» e ristabilire una democrazia a suo dire confiscata da Emmanuel Macron, ma molti sospettano che ci sia anche un altro motivo, più personale, ovvero la questione della sua ineleggibilità.
Il 31 marzo scorso il tribunale penale di Parigi ha condannato Marine Le Pen a quattro anni di reclusione, a 100 mila euro di multa e, soprattutto, a cinque anni di ineleggibilità con esecuzione immediata, al termine del processo di primo grado per le malversazioni nella gestione degli assistenti parlamentari
europei. L’appello si terrà a Parigi dal 13 gennaio al 12 febbraio 2026, e le prove a suo carico sono così pesanti che secondo la maggior parte degli osservatori un’assoluzione è molto improbabile.
Questo in teoria, e finora anche in pratica, impedisce alla leader del Rassemblement national di candidarsi alle prossime elezioni legislative e anche alle presidenziali, alla loro scadenza naturale nel 2027 o prima.
E allora perché Le Pen insiste così tanto nell’andare alle urne? Le elezioni anticipate per l’Assemblea nazionale potrebbero offrirle la possibilità di candidarsi comunque, e chiedere l’intervento del Consiglio costituzionale, che potrebbe anche darle ragione e rinviare l’esecuzione della pena accessoria dell’ineleggibilità. A quel punto, Marine Le Pen potrebbe puntare per la quarta volta all’Eliseo, come desidera.
Le elezioni anticipate potrebbero dare altri deputati al Rassemblement national, che adesso è già il primo partito dell’Assemblée con 123 seggi su 577. Se i sondaggi fossero confermati, e se il Rn registrasse un’ulteriore avanzata, il definitivo crollo dei «cordoni sanitari anti estrema destra» e l’alleanza con i gollisti potrebbe consentirgli di formare una coalizione di maggioranza, e a quel punto magari fare passare una legge di amnistia.
Contro di lei gioca il fatto non secondario che la situazione giudiziaria è oggettivamente difficile. A favore, invece, il clima politico: dopo mesi in cui si parla di democrazia bloccata, di volontà popolare disprezzata dalle élite, di un Macron asserragliato nel suo palazzo, è impegnativo negare la possibilità
di candidarsi alla leader del primo partito, e in ulteriore ascesa. C’è sempre il piano B, la sostituzione con Jordan Bardella, ma non sarebbe la stessa cosa.
(da Corriere della Sera)
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