MORTE A VENEZIA (DELLA LEGA): ALLA MOSTRA DEL CINEMA ARRIVA SALVINI E ZAIA SE NE VA. CONTINUA IL GRANDE FREDDO TRA “IL TRUCE” E “IL DOGE” CHE SCHERZA: “LA MIA LISTA È ANCORA SUL TAVOLO? ANCHE SOPRA E SOTTO”
PROSEGUE LO STALLO NEL CENTRODESTRA SUL CANDIDATO PER IL VENETO, SALTA ANCHE IL TANTO ATTESO VERTICE A ROMA PER TROVARE LA QUADRA
Si annusano, si studiano e per ora si evitano. Luca Zaia torna a Venezia mezz’ora prima che Salvini lasci la città lagunare per sbarcare al Lido. Lo scenario è quello dell’Hotel Excelsior. Osservatore privilegiato Bruno Vespa che a un certo punto chiede: «Salvini passa di qua?”».
Poi arriva il ministro che “elogia” l’amico Luca: «Zaia è valore aggiunto per il Veneto e per la Lega». Gli facciamo notare che ormai in politica «valore aggiunto» è un aggettivo quasi trasparente, come “sereno”. Perché non dire di lui che è un «pilastro». «No, pilastro no», chiosa Salvini.
«Se vedrò Luca Zaia a Venezia in questi giorni? Possibile» dice Matteo Salvini con un sorriso disarmante che è il ritratto dell’innocenza. E lo dice dallo spazio della Regione Veneto all’hotel Excelsior da cui il presidente della Regione se n’è andato non più tardi di mezzora prima. Curiosamente anche i loro interlocutori sono gli stessi, a partire dal campione di sci Kristian Ghedina che è alla Mostra per presentare il suo film
«Storie di sci».
Tanto che, pare, i due eventi (la presentazione delle torce olimpiche di Milano-Cortina 2026 alle 12.30 e la presentazione del film di Ghedina alle 16) fossero inizialmente uno dopo l’altro. Zaia, però, ha dovuto lasciare la Mostra per un impegno intorno alle 15 a palazzo Balbi. Sfortuna ha voluto, quindi, che i due «campioni olimpici» della Lega non si incrociassero. Anche se, assicura Zaia, «probabile che accadrà».
Qualcuno sottolinea come si tratti dell’ennesima dimostrazione del «grande freddo» fra i due esponenti del Carroccio.
In realtà, spiega lo staff del presidente, i due si sarebbero salutati «via messaggio». Per dirsi cosa? «Si sono salutati». La cortesia non manca mai e, anche in privato, assicurano che i rapporti sono cordiali. Senza riuscire, però, a fugare i dubbi delle malelingue. Che anche ieri Zaia si sia sottratto a un incontro in cui, evidentemente, i contenuti sul futuro del Veneto, e di Zaia stesso, sarebbero stati interlocutori?
Il dubbio resta e, se così fosse, la sliding door delle agende avrebbe tolto dall’imbarazzo entrambi. Il balletto in cui Zaia e Salvini si «sfiorano», complice la convergenza sul tema olimpico, dura da qualche mese ma la clessidra si sta svuotando veloce. E il 23 novembre, data ultima per il voto regionale si avvicina a lunghi passi.
Salvini ribadisce: «In Veneto il simbolo della Lega sicuramente ci sarà, le liste sono pronte. Il nome del candidato governatore spero arrivi il prima possibile». E Zaia ci sarà in quelle liste? «Zaia è un valore aggiunto per la Lega e per il Veneto in generale», una risposta ormai standard. Il tormentone della giornata è: ma i due si vedranno o no al Lido o a Venezia? Salvini risponde con una punta di sadismo nei confronti dei cronisti: «È possibile, però non ve lo diremo».
Una notizia, però, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture la dà: il tanto atteso vertice del centrodestra per trovare la quadra
sui candidati delle 7 regioni al voto (contando anche l’autonoma Valle D’Aosta) non sarà oggi e non sarà domani come ventilato: «Io questi vertici li leggo sui giornali. Non sono mai stati messi in agenda. In questa settimana non è prevista nessuna riunione, la prossima penso e spero di sì».
(da Corriere della Sera)
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