PANICO NEGLI STATES PER GLI AMANTI DELL’APERITIVO: “THE DONALD” HA IPOTIZZATO TARIFFE DEL 200% SUGLI ALCOLICI IMPORTATI DALL’UNIONE EUROPEA – TRA LE BEVANDE CI SONO ANCHE IL PROSECCO, L’APEROL, IL CAMPARI E VERMOUTH, INGREDIENTI NECESSARI PER REALIZZARE I COCKTAIL PIÙ BEVUTI
AVVISATE CARLO NORDIO, AMANTE DELLO SPRITZ: DURANTE I VIAGGI NEGLI USA SI DEVE PORTARE LE SCORTE
Nella nuova America terremotata dai dazi anche l’Happy Hour piange. Le previsioni dei barman sono infatti particolarmente fosche perché già prima di annunciare i nuovi tributi, Trump — che è astemio e indulge solo in Diet Coke — lo scorso 13 marzo aveva ipotizzato tasse addirittura al 200% sulle bevande alcoliche prodotte nei paesi dell’Unione europea se questa non avesse cancellato una tassa pianificata sul whisky americano.
La Ue aveva risposto ritardandola fino a metà aprile, ipotizzando l’avvio di negoziati specifici. Ma l’introduzione della gabella al 20 per cento rende ora quella trattativa più complicata. Il consiglio degli esperti è brutale: fate scorta perché pure i cocktail (il prezzo medio fluttua dai 18 ai 25 dollari) affronteranno un’impennata di prezzi.
Colpa — proprio come per l’iPhone — del costo delle materie prime. I più ordinati al bancone hanno infatti come base liquori prodotti in Europa. Alternative all’aumento spropositato, scrive il Washington Post sarà eliminarli o inventarne di nuovi con prodotti locali.
A rischio estinzione nei mitici bar americani ci sono dunque soprattutto due formule italianissime che negli anni recenti hanno avuto immenso successo da questa parte dell’Oceano: il veneto Spritz, realizzato al 95% con prodotti d’importazione (Aperol e prosecco, il restante 5 è acqua tonica) e il Negroni composto al 64 per cento da Campari e Vermouth, con un restante 36 di gin che arriva dalla meno tartassata Gran Bretagna.
(da agenzie)
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