PD-LEGA-VERDINI CONTRO FORZA ITALIA-M5S: LE STRANE ALLEANZE INTORNO ALLA LEGGE ELETTORALE
ITALICUM CORRETTO O SISTEMA TEDESCO: VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE DUE RIFORME ELETTORALI IN CAMPO
Due sistemi di voto assai diversi, sostenuti da due blocchi parlamentari trasversali: così si gioca il risiko della legge elettorale in queste ore.
Tedesco o Italicum corretto, ecco è il dilemma, che si traduce nella sfida finale tra proporzionale o maggioritario.
Con un’avvertenza: il campo è fluido ed è chiaro che un patto tra Pd e Lega è fragile almeno quanto quello tra Movimento cinque stelle e Forza Italia.
Arrivare a una riforma, insomma, resta un’impresa.
Di seguito, i due meccanismi elettorali a confronto, quali forze favoriscono e chi li sostiene
Il sistema tedesco e l’asse Renzi-Verdini-Salvini
Il modello che guarda a Berlino punta a mantenere un’impronta maggioritaria attraverso i collegi uninominali, con i quali si sceglie il 50% dei seggi.
Cosa significa? Che l’elettore, come con il Mattarellum, potrà scegliere nel proprio collegio il candidato unico messo in lista dai partito.
Una spinta, appunto, maggioritaria, che favorisce di norma le due forze o i due schieramenti più consistenti (Pd e M5S, allo stato), ma anche i partiti “regionali” radicati in alcune zone del Paese (ad esempio la Lega che, non a caso, sostiene questo schema).
Sfavorite, invece, le forze intermedie, che difficilmente ottengono seggi, pur racimolando consensi a doppia cifra (Forza Italia infatti è ferocemente ostile).
Proprio questi partiti “medi”, però, potranno ottenere seggi attraverso la quota dedicata alla ripartizione proporzionale degli scranni: nel Mattarellum era il 25%, con questo “Verdinellum” in salsa tedesca si passa al 50%.
Il meccanismo prevede anche alleanze pre-elettorali per chi preferisce correre in coalizione (conviene, soprattutto alle forze meno consistenti) e soglie di sbarramento di media entità , difficilmente superiori al 5%. Non è stato chiarito se il sistema tedesco introduca anche un premio di governabilità .
Il sistema dell’Italicum corretto e l’asse M5S-FI-piccoli partiti
E’ il percorso apparentemente più semplice, ed è stato proposto dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Andrea Mazziotti.
Non gode del consenso del Pd, ma di quello di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. Prevede di esportare il sistema elettorale della Camera — così come è stato corretto dalla Corte costituzionale — anche al Senato: si tratta di un proporzionale senza ballottaggio e con un premio di maggioranza alla lista fissato al 40%.
E’ più o meno lo stesso sistema proposto dai cinquestelle, il cosiddetto Legalicum, che infatti lo sponsorizzano. Se nessuno raggiunge quella soglia, la ripartizione dei seggi è totalmente proporzionale, con una soglia di sbarramento al 3%, o fissata comunque a metà strada tra il 3% della Camera e l’attuale 8% del Senato. Quest’ultimo aspetto, oltre all’impianto fortemente proporzionale (difficile immaginare in un quadro tripolare o quadripolare che una forza possa raggiungere da sola il 40% dei consensi) attira il sostegno dei piccoli partiti (Ncd e centristi, ma anche la galassia alla sinistra del Pd).
L’intero territorio è ripartito in 100 maxi collegi alla Camera, con capilista bloccati (meccanismo che piace “storicamente” a Silvio Berlusconi, contrario invece alle preferenze), e in collegi ancora più grandi al Senato.
L’Italicum corretto è gradito ai grillini perchè assicura alla forza che si classifica prima di ottenere dal Colle l’incarico a cercare alleanze parlamentari e a formare un governo.
Esecutivo che, con ogni probabilità , sarà appunto di coalizione o addirittura frutto di larghe intese post elettorali.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply