PROCESSO OPEN ARMS, SALVINI PRECETTA I PARLAMENTARI LEGHISTI DAVANTI AL TRIBUNALE DI PALERMO COME BERLUSCONI FECE CON RUBY
DOMANI LE RICHIESTE DELL’ACCUSA, A NOVEMBRE LA SENTENZA SUL SEQUESTRO DI PERSONA AGGRAVATO
È una chiamata alle armi. Matteo Salvini li ha convocati tutti: i parlamentari leghisti il 14 settembre dovranno presentarsi davanti al Tribunale di Palermo per la prossima udienza del processo Open Arms.
Il leader del Carroccio è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. I fatti risalgono all’agosto del 2019 quando da ministro dell’Interno Salvini nega lo sbarco alla nave della ong spagnola lasciando in mare 147 migranti. L’imbarcazione resta per giorni davanti a Lampedusa con i profughi a bordo e la situazione, in totale stallo, viene sbloccata solo dall’ordine di sbarco dato dalla Procura di Agrigento.
Domani dunque i magistrati faranno le proprie richieste: si saprà se l’accusa vuole la condanna o meno di Salvini e, in caso, a quanti anni. Per questo il leghista vuole i suoi accanto a sé. Proprio come quando l’11 marzo 2013 i parlamentari del Pdl marciarono alla volta del tribunale di Milano dopo che i giudici, nell’ambito del processo Ruby, decisero di sottoporre Berlusconi a una nuova visita fiscale.
Quel giorno di ormai oltre dieci anni fa erano in tanti: c’era Denis Verdini e Giancarlo Galan, e Poi Raffaele Fitto, Daniela Santanchè, Mariastella Gelmini, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri e Laura Ravetto, per fare qualche nome. Le foto delle scalinate del tribunale gremite di forzisti sono ormai d’archivio.
Ora Salvini vorrebbe ripetere quella scena: e così nel consiglio federale di martedì ha chiamato i suoi in radunata. Già nella nota dopo quella riunione si faceva riferimento a una mobilitazione: “Almeno due gazebate in tutta Italia (nei weekend 21-22 settembre e 28-29 settembre) e massima attenzione in vista di Pontida (6 ottobre)”. Poi il riferimento al processo: “Il leader attende la richiesta della pubblica accusa per il caso Open Arms (in calendario sabato 14 settembre: rischia fino a 15 anni di carcere) e il partito è pronto a mobilitarsi”. Con una sorta di sit-in davanti al Palazzo di giustizia.
Di certo Salvini ora ha bisogno di supporto, anche perché il processo dovrebbe arrivare a sentenza entro l’anno. Se viene rispettato il calendario, così come è stato già fissato, il 18 ottobre toccherà all’arringa del suo legale, l’onorevole Giulia Bongiorno. A quel punto, tra fine ottobre e novembre è attesa la decisione dei giudici.
Sentenza questa che impensierisce il governo che avrà, sul fronte giudiziario, un autunno piuttosto caldo.
Il 9 ottobre, ad esempio, c’è l’udienza preliminare del caso Visibilia, che vede indagata la ministra del Turismo Daniela Santanchè. C’è poi in corso anche il processo in primo grado per Andrea Delmastro, il sottosegretario alla Giustizia accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per il cosiddetto “caso Cospito”. Prossima udienza: 16 settembre.
A fronte di questi casi, il partito di Giorgia Meloni ora dovrà stabilire una linea di condotta: come comportarsi in caso di condanne o rinvii a giudizio, se chiedere o meno le dimissioni. E la sentenza di Salvini – in caso di condanna – potrebbe essere la prima prova su campo.
(da agenzie)
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