PUTIN HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI: TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA
E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ”VOLENTEROSI”. OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA
Il fatto che Putin sia ritornato a Mosca con l’alloro del vincitore, la dice lunga di come sia andato l’incontro con Trump. L’obiettivo di convincere la Russia ad una “tregua aerea” era il minimo sindacale che l’affarista bancarottiere diventato per la seconda volta presidente degli Stati Uniti voleva portare a casa. Invece il teppista in chief della Casa Bianca se n’è tornato a Washington con un pugno di mosche in mano.
Del resto, sottolineano gli analisti di geopolitica, l’esito fallimentare di Trump era nell’ordine delle cose: come puoi confrontarti con gli esperti e scaltri diplomatici russi (Sergei Lavrov, ministro degli Esteri, e Yuri Ushakov, consigliere e
assistente di Putin per la politica estera, diplomatico di lunghissima esperienza, già ambasciatore russo negli Usa dal 1998 al 2008), affiancato da un segretario di Stato come Marco Rubio, notoriamente a digiuno di politica estera, e da un venditore di appartamenti come Steve Witkoff, promosso da Trump a inviato in modalità ‘’Mister Wolf’’, quello che risolve tutti i problemi. Purtroppo, non siamo in un film di Tarantino
Il Trombone di “America First”, davanti a Putin, è subito partito male garantendo che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato, aggiungendo il riconoscimento della Crimea allo stato russo. Due segni, diciamo così, di buona volontà davanti ai quali l’autocrate di Mosca ha sbadigliato, considerandoli già del tutto per scontati.
Di scavallare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, estendendo a Kiev solo l’Articolo 5 del Patto Atlantico, che afferma che un attacco armato contro uno o più paesi membri dell’alleanza in Europa o in Nord America sarà considerato un attacco contro tutti i membri, non è nemmeno entrato nella discussione.
Anche perché una tale modifica del Patto comporterebbe un voto all’unanimità, cosa ad oggi irrealizzabile. Solo il camaleonte Giorgia Meloni fa orecchie da mercante e lo ripropone come un tormentone per pura propaganda.
Da parte sua, Putin ha continuato, sornione, a portare avanti la sua politica di dividere il fronte avverso. Nel corso dell’anno Mad Vlad ha provato ad allontanare Starmer da Macron, Starmer da Merz, seminando zizzania anche in casa Meloni (vi ricardate la beffa telefonica in cui cadde la Ducetta con i due comici
russi?) e nell’incontro tra i ghiacci dell’Alaska ha cercato di convincere Trump di tagliare i lacci e lacciuoli che in cui resta impelagata la sua azione di governo stando appresso ai leader europei.
Missione del resto non ostica visto gli innumerevoli “vaffa” lanciati dalla Washington trumpiana dall’inizio della sua amministrazione ai rapporti che dal dopoguerra, e per 80 anni, hanno cementato l’azione dei due continenti, ultimo dei quali la guerra dei dazi.
Tra vari motivi che mantengono accesa una relazione del Caligola della Casa Bianca con l’Europa, fa capolino anche l’ego-smania di essere incoronato, come Obama, con il Nobel della Pace. Onorificenza che purtroppo per King Donald viene presa a Stoccolma e non a Mar-A-Lago.
E adesso cosa potrà succedere lunedì prossimo nella Sala Ovale dove è atteso l’incontro tra Trump e Zelensky? La paura che il leader ucraina si prenda un’altra dose di schiaffi e sberleffi, con il Fuhrer a stelle e strisce che lo sbatte alle corde incolpandolo di essere il responsabile del fallimento della sua trattativa con Mosca, ha spinto il galletto Macron a convocare il gruppetto dei Volenterosi (Germania, Polonia, Finlandia, etc.). Obiettivo: preparare Zelensky al secondo round con il Teppista della Casa Bianca.
(da Dagoreport)
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