QUANDO ALESSANDRO GIULI MOLLA L’IDEALISMO FASCISTA E DIVENTA LEGHISTA: “IL SOLE DELLE ALPI È IL SIGILLO CHE ‘LEGA’ L’ITALIA DEI POPOLI SOVRANI E PER DECRETO DIVINO LA SALVERÀ DALLA SCONFITTA E DALL’ESTINZIONE”
NEL 2018 IL PROGRAMMA CULTURALE DEL CARROCCIO FU PARTORITO DALLA FERVIDA MENTE DEL MINISTRO BASETTONI, ECCOLO
Nella storia di una nazione giunge un momento in cui l’anima del popolo si ridesta, si rivolta e dice BASTA. Da quel momento i nemici della nazione hanno le ore contate
Quest’anima non conosce la lingua del politicamente corretto, le mediazioni astratte degli intellettuali, i compromessi della bassa politica: è una forza immateriale composta dalle vicende eroiche e dalle ossa calcinate degli avi antichi che, reimmesse sotto forma molecolare nella fisica della natura, veicolano legami famigliari, identità gentilizie, tradizioni popolari, inclinazioni collettive, virtù personali.
L’insieme di tali caratteri costituisce nel tempo un invisibile campo di forze, molteplici centri di energia (monumenti, liturgie, feste, abitudini condivise, idiosincrasie spontanee), vortici d’influenze latenti che si addensano nel sottofondo biologico, ambientale e spirituale di una data stirpe.
Da questo serbatoio, nell’equilibrio delle differenze riconducibili alle varie etnie sedimentate dai millenni, nasce e si manifesta la cultura profonda di una nazione, espressione di un’intelligenza superiore che tutto riconduce a Unità: il Genio della Patria, custode alla terra dei Padri.
Il Genio, come dice il nome stesso, è la forza archetipica generatrice delle forme, il fuoco che feconda la terra, il seme che propaga le generazioni. Una presenza superiore e silenziosa che nei periodi di pace si produce in forme artistiche, poetiche, musicali; e che nei periodi drammatici della storia patria deve necessariamente manifestarsi come il limite invalicabile oltre il quale i nemici della Patria non possono avanzare, perché un manipolo di uomini sbarra il passo ai barbari e trasforma la calamità naturale nell’occasione per il riscatto.
Come un reagente chimico che galvanizza una sostanza di base altrimenti inerte, il pericolo innesca l’evocazione e l’accorrere del Genio patrio: un capo politico o spirituale, un movimento di massa, una corrente religiosa, un esercito in armi, non sono che l’aspetto contingente mediante il quale tale Genio si manifesta. Di regola la sua presenza è segnalata dalla scelta più o meno consapevole di un simbolo: lo stendardo di una forza metafisica che trascende lo spazio e il tempo.
Uno di questi simboli è il così detto Sole delle Alpi, di cui la Rosa Camuna è una variante stellare, il Fiore a sei raggi che richiama alla memoria la nobiltà delle genti boreali. Lo si ritrova nell’Europa centrale, sugli scudi dei guerrieri italici villanoviani, sulle maschere dei Sardi, sui cippi funerarii degli Umbri, sulle statue-stele degli antichi Dauni sul Gargano, sui pavimenti romani di Piazza Armerina in Sicilia.
E’ il sigillo che “lega” l’Italia dei popoli sovrani e che, per decreto divino, la salverà dalla sconfitta e dall’estinzione. Ogni proposta, ogni prospettiva culturale e di governo che non voglia ridursi a chiacchiera infeconda, deve muovere da tali
(da Dagoreport)
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