“QUANDO VIENE ATTACCATA, LA RUSSIA HA UNA GRANDE CAPACITÀ DI RESISTENZA. QUANDO PUNTA A ESPANDERSI E INVADE, NON SOLO RISCHIA BRUCIANTI SCONFITTE MA TERREMOTA IL REGIME CHE SI È GETTATO NELL’AVVENTURA”
IL “CORRIERE” FA UN RIPASSO DI STORIA: “L’IDEA CHE LA RUSSIA NON POSSA PERDERE ALCUNA GUERRA È UNO DEI CARDINI DELLA PROPAGANDA DEL CREMLINO DALL’INVASIONE DELL’UCRAINA: PIÙ CHE UNA VERITÀ (CHE NON È) SEMBRA UNA SCARAMANZIA” – BASTA RICORDARE COSA AVVENNE NELLA GUERRA DI CRIMEA DEL 1853, NELLA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE DEL 1904, NELLA BATTAGLIA DI TANNENBERG MONDIALE E NELLA GUERRA INAFGHANISTAN NEL 1979…
Donald Trump e il suo inviato speciale per le guerre Steve Witkoff sembrano poco interessati alla storia […] In verità, nemmeno molti leader europei danno grande importanza ai suggerimenti del passato o, meglio, vanno sul molto facile: in vista del vertice d’Alaska, domani, tra il presidente americano e quello russo Vladimir Putin, temono per esempio che si ripetano Monaco 1938 o Yalta 1945.
Cioè il cedimento dell’Occidente a Hitler oppure la spartizione dell’Europa con Stalin. Ci sono invece alcuni eventi nemmeno troppo remoti dei quali l’uomo forte del Cremlino è certamente cosciente. Averli presenti nella conversazione politica europea può forse aiutare a cambiare la lettura dell’invasione dell’Ucraina; almeno, a relativizzare i muscoli di Putin.
Durante la Guerra di Crimea (1853-1856) la Russia zarista subì una sconfitta storica che le fece perdere, oltre a mezzo milione di uomini, Moldavia e Valacchia (Romania) e l’accesso militare al Mar Nero. Uno choc per l’impero zarista.
Nella guerra russo-giapponese del 1904-1905 Mosca fu militarmente umiliata dal Sol Levante (perse Manciuria e Corea) e la sconfitta non fu insignificante nello scatenare la rivoluzione del 1905 che fece vacillare il regime e costrinse lo zar Nicola II ad alcune riforme.
All’inizio della Prima guerra mondiale, la Russia subì un rovescio nella battaglia di Tannenberg a opera dei tedeschi: fu l’inizio di una rotta che finì con la Rivoluzione Bolscevica di Lenin nel 1917 e la caduta del regime zarista.
Il crollo dell’Urss, a inizio Anni Novanta, ha molto a che fare con la disastrosa invasione dell’Afghanistan iniziata nel 1979 e terminata nel 1989 con la sconfitta e la ritirata di Mosca.
Quando viene attaccata, per esempio da Napoleone e da Hitler, la Russia ha una grande capacità di resistenza. Quando punta a espandersi e invade, non solo rischia brucianti sconfitte: terremota il regime che si è gettato nell’avventura. L’idea che la Russia non possa perdere alcuna guerra è stata uno dei cardini della propaganda del Cremlino e dei suoi sodali dall’invasione dell’Ucraina del febbraio 2022: più che una verità (che palesemente non è) sembra una scaramanzia. È il fronte interno, per quanto militarizzato dalla propaganda nazionalista, lo storico punto debole dei regimi russi. L’Europa lo ricorda poco.
(da agenzie)
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