TAX CREDIT, “TRUFFE E DATI FALSATI”: NEL MIRINO ANCHE LA PREMIATA COPPIA TIZIANA ROCCA E GIULIO BASE (LEI ORGANIZZA DUE FESTIVAL IN SICILIA E SARDEGNA, LUI QUELLI DI TORINO E MADRID, OLTRE A DIRIGERE FILM CON SCARSISSIMI INCASSI MA RICCHI DI FINANZIAMENTI)
SONO TRE NOMI CONSIDERATI PUNTI DI RIFERIMENTO DELL’INDUSTRIA DEL CINEMA ITALIANO RIPLASMATO DALL’ARMATA BRANCAMELONI
Su altri due nomi puntano gli ultimi accertamenti della Guardia di finanza relativi al tax credit e ai finanziamenti delle produzioni cinematografiche
Si tratta di Tiziana Rocca, agente, produttrice, figura di primo
piano nel mondo del cinema, e di suo marito Giulio Base, regista e attuale direttore del Torino Film Festival.
Sono gli altri due nomi (non indagati) presenti nella stessa missiva svelata da La Stampa, con la quale gli inquirenti hanno chiesto al ministero della Cultura tutta la documentazione disponibile anche sulla One More Pictures, fondata da Manuela Cacciamani, oggi amministratrice delegata di Cinecittà, e da lei guidata fino alla nomina ai vertici della Spa controllata dal governo, giugno 2024, voluta da Arianna Meloni, sorella della premier.
In relazione al tax credit per la realizzazione di opere cinematografiche e in seguito a una serie di esposti, in Procura a Roma sono stati aperti cinque fascicoli. Tra le società dei circa duecento film passati a setaccio, come è noto da giugno, ci sarebbero anche quelle di Andrea Iervolino, e di Marco Perotti, l’imprenditore che ha inoltrato la richiesta di tax credit per il film mai uscito di Francis Kaufmann, il presunto assassino di Villa Pamphilj.
L’ultimo filone d’indagine, invece, quello più recente, che risale a un mese fa, riguarderebbe Manuela Cacciamani, Tiziana Rocca e Giulio Base che, come detto, non risultano indagati. Sono tre nomi considerati punti di riferimento dell’industria del cinema italiano riplasmato dal governo di Giorgia Meloni e dai suoi uomini a capo delle istituzioni culturali.
Tiziana Rocca è: manager, pr, fondatrice della Tiziana Rocca Communications, direttrice di Filming Italy Los Angeles e Filming Italy Sardegna, festival per cui riceve i contributi
dall’apposita commissione ministeriale e sponsorizzati da Cinecittà. L’anno scorso Tiziana Rocca è tornata a dirigere il Taormina Film Festival.
Mestiere, quest’ultimo, che condivide con il marito, scelto dall’ex ministro meloniano Gennaro Sangiuliano come direttore del Torino Film Festival. Rocca risponde a La Stampa sostenendo di «non aver ricevuto alcun avviso dalla Finanza» ma di essere «contenta che stiano effettuando queste verifiche, dopo quello che è successo».
Il sistema tax credit, continua, «è strutturato con una serie di regole sulle quali è facile fare verifiche. I finanziamenti sono pubblici, e io di certo non sono in testa alla classifica dei film. Ho ricevuto solo 125 mila euro».
La manager aggiunge di «non aver mai lavorato con Cacciamani e mai prodotto film con Cinecittà. Ho lavorato con tutte le stagioni politiche. Sono solo forte della mia professionalità». È vero che le attività di Rocca si concentrano soprattutto su eventi e festival, più che sui film.
Tra i pochi prodotti dalla Agnus Dei, altra sua creatura, ci sono quelli girati dal marito. L’interesse degli inquirenti ruoterebbe attorno alle ultime opere di Base e ai finanziamenti ricevuti. Tre produzioni sono targate One More Pictures di Cacciamani, altre due Agnus Dei.
Dal ministero fanno notare che i film sono prodotti quasi in maniera alternata dalle due società: “A la recherche” (2023) “Il Vangelo di Giuda”- pronto e prossimo all’uscita in sala – dalla Agnus Dei; “L’uomo dal fiore in bocca” (2021), “Il maledetto”
(2022) e “Albatross” (2024) da One More Pictures (e sono tre dei quattro ultimi lungometraggi finanziati da Cacciamani).
Si vuole poi analizzare anche il ruolo di coproduttore di Rai Cinema, altra società pubblica guidata da Paolo Del Brocco, che da tempo ha un sodalizio con l’azienda dell’ad di Cinecittà. Al centro dell’attenzione è finito anche l’ultima opera di Base, “Albatross”, biopic sul giornalista neofascista Almerigo Grilz, criticata per il soggetto e per gli scarsi incassi.
Nei documenti forniti dal Mic ci sarà, infatti, quanto ricevuto con il tax credit. E lo stesso avverrà per le altre produzioni. Contattato da La Stampa, Base risponde dal festival del cinema di Toronto. «Continuo a lavorare con la coscienza tranquilla e la schiena dritta. Se ci fossero delle ombre è giusto che vengano a galla, ma so bene come conduco la mia vita e il mio lavoro: rettamente».
Dopo la notizia sulle indagini, le opposizioni chiedono un «chiarimento» al ministro della Cultura Alessandro Giuli, su tax credit, nomine e rapporti politici, a partire da Arianna Meloni. «Il ministero e le sue società controllate – attacca Elisabetta Piccolotti, di Avs – vanno bonificati da questo verminaio di interessi, scontri e favoritismi».
«Basta ciniche campagne di occupazione – sostiene anche Matteo Orfini, del Pd – Cinecittà è il cuore dell’industria cinematografica italiana e non può permettersi vertici che abbiano abusato del proprio ruolo».
Cinecittà rappresenterebbe solo la punta dell’iceberg, secondo il M5S, il primo partito – ricorda Gaetano Amato – a presentare un
esposto contro «questo sistema malato». Il deputato si scaglia contro «gli appartenenti al circoletto vicino al governo, i pochissimi che danneggiano il cinema».
Era stato proprio lui, Amato, attore e scrittore, il più duro contro il film “Albatross”, «che ha goduto di ingenti sgravi fiscali nonostante incassi quasi nulli», e a denunciare la scelta di Base di avvalersi per il festival di Torino della collaborazione della moglie Tiziana. La prossima settimana i 5 Stelle presenteranno una mozione in Parlamento.
(da La Stampa)
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