UGUALI IN MORTE, DIVERSI IN VITA
NON TUTTE LE VITTIME SONO UGUALI
Con ogni probabilità è un fanatico politico di sinistra ad avere ucciso il fanatico politico di destra Charlie Kirk, megafono di quasi ogni abominevole idea oggi al potere in America (suprematismo bianco e culto delle armi da fuoco in primo luogo). Tutti diciamo e pensiamo (ed è sacrosanto pensarlo e dirlo) che ogni idea, anche la più detestabile, va discussa apertamente e lealmente; e che l’omicidio politico è un crimine orribile, e lo è tanto più in una nazione che ne ha fatto sempre uso abbondante per l’ovvia ragione che è il luogo più armato del mondo, e c’è una proporzione evidente tra il numero delle armi in circolazione e la probabilità che qualcuno le adoperi.
Ma se i killer politici sono tutti uguali e spregevoli, non sono così uguali tra loro le vittime.
Jo Cox, la deputata laburista inglese uccisa a pugnalate per la strada da un fascista, era in prima fila nella lotta alla discriminazione razziale. I settantasette adolescenti inermi massacrati da Breivik erano socialisti e pacifisti, e non una parola d’odio apparteneva al loro linguaggio. I due deputati dem del Minnesota assassinati in casa loro, nel giugno scorso, da un antiabortista che voleva “purificare l’America dai dem”, non volevano purificare l’America da nessuno. E, per rifarsi ai grandi delitti politici, Luther King, i due Kennedy, Olof Palme non sono
stati uccisi per avere incitato all’odio, ma perché si battevano per diritti e libertà. E Rabin venne ucciso da un fanatico ortodosso perché voleva negoziare con i palestinesi.
È ugualmente inaccettabile morire per le proprie idee, ma non è per niente uguale vivere esaltando la superiorità di una razza sulle altre, o di un popolo sugli altri, e vivere lavorando per l’uguaglianza e la pace tra gli esseri umani.
(da repubblica.it)
Leave a Reply