UN MILIONE DI GIOVANI PELLEGRINI SI È DATO APPUNTAMENTO PER ASCOLTARE LE PAROLE DEL PONTEFICE AL GIUBILEO DEI GIOVANI
“SIETE VOI LA SPERANZA, COSTRUITE UN MONDO PIÙ UMANO”. POI L’INVITO A CERCARE CON PASSIONE GIUSTIZIA E VERITÀ SENZA FARSI INTORTARE DAL WEB
Un’ora prima del tramonto c’è un milione di ragazze e ragazzi, sulla spianata di Tor Vergata, e a tratti Leone XIV ha il volto commosso, mentre attraversa in auto scoperta i vari settori e li saluta, come quando si affacciò alla Loggia delle Benedizioni, appena eletto, la sera dell’8 maggio. Arrivato nel varco centrale, è lo stesso Prevost a prendere il grande crocifisso ligneo dalle mani dei giovani e portarlo a piedi fino all’altare, accompagnato da decine di ragazze e ragazzi che si siedono sul palco accanto a lui
Il «Papa nuovo», come lo chiamano i giovani pellegrini, è atterrato ieri in elicottero nello stesso luogo in cui la generazione dei loro genitori incontrò Giovanni Paolo II, venticinque anni fa, nella Giornata mondiale della gioventù di inizio millennio. Una Veglia di preghiera, e poi la notte all’aperto in attesa della messa che il Pontefice celebrerà stamattina a conclusione del Giubileo dei giovani.
I sacchi a pelo, le tende, le bandiere con i colori di 146 Paesi. La speranza è il tema del Giubileo e i giovani arrivati a Roma da tutti i continenti mostrano che un altro mondo è possibile: «Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano!», dice loro Leone XIV. […] Restano gli stessi problemi: «Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco il compito che il Signore Risorto ci consegna».
Il primo appuntamento con i giovani è spesso decisivo, per i papi. Sono passati dodici anni da quando Francesco, eletto da pochi mesi, guidò la Veglia sulla spiaggia di Copacabana
Allo stesso modo, il pontefice «figlio di Agostino» si sofferma sull’amicizia, un tema centrale nell’autore delle Confessioni : «Volersi bene in Cristo. Saper vedere Gesù negli altri. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada per la pace», dice. E richiama le parole del filosofo: «Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. È in Lui solo che può essere felice ed eterna».
Invita a non temere di compiere «scelte radicali e piene di significato» come «il matrimonio, l’ordine sacro e la
consacrazione religiosa», perché «troviamo la felicità quando impariamo a donare noi stessi, e a donare la vita per gli altri». Esorta a «cercare con passione la verità» e quindi a stare attenti a internet e ai media, strumenti utili ma anche «ambigui» quando «sono dominati da logiche commerciali e interessi». E cita Pier Giorgio Frassati, che morì un secolo fa a soli 25 anni e sarà proclamato santo, con Carlo Acutis, il 7 settembre: «Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma vivacchiare».
(da l “Corriere della Sera”)
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