LA LEGA NON MOLLA LA POLTRONA E SI RIMANGIA LA PAROLA: IL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA GARANTISCE MARCHETTE
PER OTTENERE LA CANDIDATURA DI ZAIA IN VENETO, LA LEGA SI ERA IMPEGNATA A LASCIARE IL MINISTERO AL PDL: DA “GENTE DI PAROLA” ORA SE LO VOGLIONO TENERE PER COTA O PER FOGLIATO… TRA GRANA, VINO, RADICCHIO, LATTE E BACCALA’, E’ UNA MARCHETTA CONTINUA PER LA LEGA….GIRANO MILIARDI NELLA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA
Altro che cambio della guardia indolore al Ministero dell’Agricoltura: neanche quando Zaia verrà eletto governatore del Veneto mollerà subito il posto.
E pensare che quando Silvio portò a termine la trattativa con Bossi nella solita sede istituzionale, ovvero la villa di Arcore, durante i lunedì letterari, era stato deciso “sulla parola” lo scambio: Zaia sarebbe diventato governatore del Veneto e Galan ministro dell’agricoltura al suo posto.
Ora che Zaia sta per essere eletto, la “gente di parola” leghista ha cambiato le carte in tavola: al posto di Zaia poserà le chiappe sulla poltrona di via XX Settembre o Cota, nel caso probabile che venga trombato in Piemonte, o piuttosto tale Sebastiano Fogliato, imprenditore agricolo piemontese in evidente conflitto di interessi, attualmente membro della Commissione agricoltura.
Per la prima volta nel nostro Paese, la successione a quella poltrona rischia di innescare una vera lotta di potere.
Il Pdl si troverà in difficoltà per l’ennesima volta: dopo aver regalato il Veneto alla Lega, rimangiandosi la parola nei confronti di Galan (“sarà candidato l’esponente di quel partito che prenderà più voti alle Europee”, vinse il Pdl), ora i cacasotto pidiellini rischiano di vedersi sfilare pure il ministero.
Zaia in due anni è riuscito a fare spudorate marchette a favore delle categorie più svariate, favorendo dai produttori di parmigiano ai coltivatori di radicchio trevigiano, dal mondo dell’ippica ai produttori di latte, olio,vino, fino al baccalà .
Operazioni che se le avessero fatte Mastella o De Mita sarebbero finiti in prima pagina per clientelismo, ma alla Lega tutto è concesso.
Ci sono poi ben altri motivi per cui la Lega vuole restare incollata alla poltrona: al ministero gira un fiume di soldi che adesso andiamo ad elencare.
Nell’ultima finanziaria sono stati stanziati 1,2 miliardi di euro per il triennio 2010-2012.
Poi ci sono da gestire gli aiuti europei che valgono 1,3 miliardi di euro.
E ancora: 17,5 miliardi legati al “programma di sviluppo rurale 2007-2013”, dei quali 9 messi a disposizione della Ue attraverso il Fondo agricolo europeo. Gestiti dalle Regioni, ma a programmarne la destinazione è il Ministero.
Poi ci sono 848 milioni del Fondo europeo della pesca, metà nazionali e metà europei.
Per una capacità di spesa e marchette degne dei bilanci di una grande multinazionale.
Con un numero di aziende interessate che fatturano 519 miliardi e per un settore che conta 929.000 occupati.
L’ideale per elargire contributi agli amici della padagna del magna magna, a scapito degli altri.
Qualcuno ricorda ancora le scarpe di Lauro a Napoli (una data prima del voto e l’altra solo a successo avvenuto): la Lega della “fedeltà alla parola data” ha esportato al nord i vizi di Roma ladrona e del voto clienterale.
Basta che non si sappia in giro, come le signore per bene che si vendevano solo a un certo livello.
Qua ormai di livello è rimasto solo quello del Po.
Leave a Reply