Maggio 11th, 2010 Riccardo Fucile
SECONDO I DATI ISTAT, PERSI IN DUE ANNI L’8,1% DEI POSTI DI LAVORO DEI LAVORATORI INDIPENDENTI: IL 51% AL NORD, IL 14,3% AL CENTRO, IL 34,59% AL SUD….CRESCONO SOLO DI 26.000 UNITA’ I LIBERI PROFESSIONISTI
Ci sono anche delle vittime silenziose in Italia, in seguito alla crisi economica internazionale che ha colpito l’economia mondiale: sono quelli che l’Istat definisce “lavoratori indipendenti” per distinguerli da da quelli con posto fisso che almeno godono del paracadute parziale della cassa integrazione.
Per questa categoria “silenziosa” che ha pochi strumenti per farsi valere e sentire, la perdita di posti di lavoro è stata, in due anni e mezzo, di ben 503.000 unità .
Nella contabilità vanno annoverati gli imprenditori individuali, ovvero i piccoli commercianti ed artigiani, il popolo delle partite Iva, ovvero coloro che lavorano in proprio nei servizi, i collaboratori domestici, i soci di cooperative di lavoro e i co.co.co. (giovani collaboratori senza garanzie).
La crisi ha colpito soprattutto il Nord, dove i lavoratori indipendenti hanno rispettivamente perso 126.000 posti nel nord est e 130.000 nel nord ovest, pari al 25% del totale.
Segue poi il Sud con una perdita di 174.000 unità lavorative, pari al 34,5% del totale, mentre il Centro conta una riduzione di 73.000 posti di lavoro, pari al 14,5%.
Ma quali categorie di lavoratori indipendenti ha subito maggiormente le conseguenze della crisi? Continua »
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Maggio 11th, 2010 Riccardo Fucile
PESANTI CRITICHE DELLA CEI AL PROGETTO DEL GOVERNO SUL FEDERALISMO: “AUMENTA LE INGIUSTIZIE, MOLTIPLICA IL CENTRALISMO, DIMENTICA LA SOLIDARIETA'”…I VESCOVI AUSPICANO LA CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI, LA DIFESA DELL’UNITA’ NAZIONALE E LA TASSAZIONE DELLE RENDITE, NON DEL LAVORO
Insieme all’allarme per il declino dell’Italia e alla preoccupazione per un debito pubblico
spaventoso che graverà sulle future generazioni, dalla Conferenza episcopale arriva una sonora bocciatura del federalismo fiscale che sarà causa della “moltiplicazione del centralismo, dell’aumento delle ingiustizie, della mancanza di una reale devoluzione di poteri e funzioni ai governi locali”. Secondo il documento preparatorio delle Settimane sociali, il tradizionale appuntamento del cattolicesimo italiano che si terrà ad ottobre a Reggio Calabria, i vescovi e il laicato cattolico fissano l’agenda per l’Italia del futuro. Intanto prendono posizione per “una nuova legge elettorale che garantisca non solo governabilità , ma anche reale rappresentanza degli eletti rispetto ai territori”: non più un parlamento di nominati, per capirci.
Auspicano poi “una riforma fiscale che preveda lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro e dagli investimenti alle rendite, accompagnata da una valorizzazione del quoziente familiare”.
E ancora la necessità di un equilibrio tra poteri istituzionali, “la necessità di riconoscere la cittadinanza in tempi rapidi ai figli degli immigrati”, come in tutti i Paesi civili, “il mantenimento delle radici storiche dell’Unità nazionale”.
Un brusco distinguo con le tesi della Lega e una convergenza significativa con le posizioni del pur “laico” Fini.
Il documento è stato presentato ieri a Radio Vaticana dal vescovo di Ivrea, monsignor Miglio, e da monsignor Pompili, portavoce della Cei. Continua »
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Maggio 11th, 2010 Riccardo Fucile
TREMONTI FA CAPIRE CHE IL FEDERALISMO COSTA E IN QUESTO MOMENTO I PROBLEMI SONO ALTRI… MENTRE BERLUSCONI CERCA DI PRENDERSI ANCHE IL MERITO DELL’ACCORDO SALVA EURO, I LEADER EUROPEI AUSPICANO UNA POLITICA DI RIGORE DEI BILANCI PUBBLICI… MA RIMANGONO LE DIVERGENZE TRA LE ECONOMIE EUROPEE
Ovviamente, secondo la nota di Palazzo Chigi, un “impulso fondamentale ai negoziati sul piano di salvataggio dell’euro l’ha dato Berlusconi quando, poco prima dell’ 1 di notte, ha chiamato al telefono la cancelliera Merkel. Le trattative si stavano arenando sulle diverse proposte”.
Ti pareva che il premier italiano non fosse stato determinante anche questa volta e non rivendicasse, con la modestia che gli è propria, un suo intervento decisivo.
In verità ci saremmo attesi che gli altri Paesi riconoscessero tale suo apporto, ma o se ne sono dimenticati o forse non c’è stato, visto che sia la Germania che la Francia, con meno enfasi e maggiore eleganza, pur avendo avuto entrambe un ruolo decisivo, evitano di attribuirsi meriti particolari affermando che “il maxipiano era necessario per garantire un futuro all’euro: ora occorre però attaccare i problemi alla radice e combattere realmente le cause di tensione che gravano sulla moneta unica”.
Nel frattempo la Banca europea afferma che ora “si aspetta una politica di rigore nei bilanci pubblici dei governi europei”.
In realtà , il piano messo a punto risolve i problemi nell’immediato, ma non certo le divergenze di fondo tra le economie europee.
L’agenda di Giulio Tremonti, riveduta e corretta nelle ultime ore a causa del crollo delle borse e delle tensioni sui deficit pubblici, ha ora una solo priorità : salvaguardare i conti.
Al Tesoro danno per scontato che il dossier sul federalismo fiscale subirà una robusta frenata.
Una doccia gelata per il giocattolino della Lega che ora avrà i suoi problemi a spiegare che il federalismo fiscale “non si può fare in questo periodo perchè ha costi troppo alti”.
Si scopre finalmente che “nelle sue prime fasi, il federalismo presenta costi certi, non ancora quantificati peraltro, mentre i benefici (ipotetici) appaiono lontani nel tempo. Oggi sarebbe da matti spendere un solo euro nell’attesa di un futuro migliore: non possiamo allentare la cinghia neanche di un centimetro, altrimento presto saremmo costretti ad altri buchi”. Continua »
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