I VESCOVI SCARICANO LA LEGA E SI AVVICINANO A FINI: “IL FEDERALISMO FISCALE FALLIRA'”
PESANTI CRITICHE DELLA CEI AL PROGETTO DEL GOVERNO SUL FEDERALISMO: “AUMENTA LE INGIUSTIZIE, MOLTIPLICA IL CENTRALISMO, DIMENTICA LA SOLIDARIETA'”…I VESCOVI AUSPICANO LA CITTADINANZA AGLI IMMIGRATI, LA DIFESA DELL’UNITA’ NAZIONALE E LA TASSAZIONE DELLE RENDITE, NON DEL LAVORO
Insieme all’allarme per il declino dell’Italia e alla preoccupazione per un debito pubblico spaventoso che graverà sulle future generazioni, dalla Conferenza episcopale arriva una sonora bocciatura del federalismo fiscale che sarà causa della “moltiplicazione del centralismo, dell’aumento delle ingiustizie, della mancanza di una reale devoluzione di poteri e funzioni ai governi locali”. Secondo il documento preparatorio delle Settimane sociali, il tradizionale appuntamento del cattolicesimo italiano che si terrà ad ottobre a Reggio Calabria, i vescovi e il laicato cattolico fissano l’agenda per l’Italia del futuro. Intanto prendono posizione per “una nuova legge elettorale che garantisca non solo governabilità , ma anche reale rappresentanza degli eletti rispetto ai territori”: non più un parlamento di nominati, per capirci.
Auspicano poi “una riforma fiscale che preveda lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro e dagli investimenti alle rendite, accompagnata da una valorizzazione del quoziente familiare”.
E ancora la necessità di un equilibrio tra poteri istituzionali, “la necessità di riconoscere la cittadinanza in tempi rapidi ai figli degli immigrati”, come in tutti i Paesi civili, “il mantenimento delle radici storiche dell’Unità nazionale”.
Un brusco distinguo con le tesi della Lega e una convergenza significativa con le posizioni del pur “laico” Fini.
Il documento è stato presentato ieri a Radio Vaticana dal vescovo di Ivrea, monsignor Miglio, e da monsignor Pompili, portavoce della Cei.
Sul federalismo fiscale vi sono parole inequivocabili: ” Rimetterà in moto un meccanismo centralistico che non farà crescere poteri e responsabilità , che renderà incerto il principio di solidarietà e che dimenticherà il principio di sussidiarietà ” .
Su alcuni temi, come la sanità , “non si riusciranno più a garantire i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale”.
Inoltre in questa fase “potrà prevalere una coalizione di interessi favorevole a un nuovo equilibrio tra promozione delle differenze e riduzione delle diseguaglianze”.
I vescovi fanno notare il rischio di una riforma “spendibile a livello del consenso, ma fragile sul piano dell’architettura istituzionale e del tasso di reale innovazione”.
Mentre in via Bellerio si moltiplicano i mal di pancia degli pseudocattolici a corrente alternata, interveniene il finiano Silvano Moffa : “Un federalismo fiscale che non sia accompagnato da un tasso di solidarietà e dal superamento delle diseguaglianze, può davvero creare dei rischi di ulteriore divaricazione per il Paese”.
Mentre la Germontani sottolinea: “per chi nel Pdl aveva ancora dei dubbi in materia di immigrazione, la Cei ora li ha chiariti con un intervento che riguarda tutti i cattolici”.
A dimostrazione che da una posizione laica ma solidale, si possono trovare punti d’incontro con la dottrina sociale della Chiesa.
Cosa preclusa ai razzisti della padagna del magna magna.
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