Settembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
UN CONSIGLIERE PROV. PDL DI NAPOLI AL TELEFONO: “STIAMO ORGANIZZANDO CON LA BRAMBILLA UNA CONTESTAZIONE A FINI A MIRABELLO: RIESCI A RIEMPIRMI UN PULLMAN? E’ TUTTO PAGATO DAL PARTITO”…. SE ARRIVERANNO I PEDALINI DELLA LIBERTA’ VERRANNO SUBITO INDIVIDUATI DALL’ARIA IRRESPIRABILE, NESSUN PROBLEMA
“Gli squadristi della libertà sono pronti a organizzarsi per contestare Fini a Mirabello”.
E’ quanto si legge sul sito di Generazione Italia, dove campeggia una enorme stella rossa che copre il simbolo del Pdl. 
“Se mai servisse una conferma della deriva sinistrorsa/comunistoide del Pdl – scrive il sito dei finiani – ecco a voi l’ennesima conferma.
Stamane riceviamo una telefonata: un nostro amico napoletano ci informa che è stato contattato da un consigliere provinciale del Pdl che gli ha fatto una richiesta particolare: ‘Stiamo organizzando con la Brambilla una contestazione a Fini quando parlerà a Mirabello. Riesci a riempirmi un pullman? E’ tutto a spese del partito’.
Gli daranno anche il panino, in puro stile Cgil.
E magari anche un libretto rosso con tutte le istruzioni per contestare il nemico del popolo”.
“Siamo davvero arrivati a un punto bassissimo – scrive ancora Generazione Italia – il ministro del Turismo, invece di organizzare pullman di turisti stranieri alla volta della provincia di Ferrara, nella magnifica Terra degli Estensi, perde tempo a organizzare pullman di squadristi della Libertà per contestare la terza carica dello Stato. D’altronde, cosa potevamo attenderci da un Ministro del Turismo che trascorre le proprie vacanze in Francia? Siamo alle comiche finali – conclude Generazione Italia riprendendo la celebre frase che Gianfranco Fini pronunciò nei confronti di Silvio Berlusconi – e questa volta per davvero”.
Non ci meraviglierebbe certo una “trappola” preparata in tal senso per permettere così agli “scodinzolini” dei vari media di poter evidenziare che “Fini è stato contestato a Mirabello dalla sua base”.
Il killeraggio prevede varie fasi di deligittimazione e forse qualche giornale aveva già preparato in anticipo i titoli per l’articolo di lunedì.
Quello che i pedalini della Libertà non comprendono, per evidenti limiti intellettivi, è che, innescando una provocazione del genere, autorizzerebbero la controparte a contraccambiare di cuore in tutta Italia.
E a quel punto non esisterebbero più manifestazioni del Pdl potenzialmente esenti dalle proteste nei confronti del sovrano e della sua corte.
Altro che falchi, hanno fatto la figura dei pifferai anche questa volta.
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Settembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
UN VERO UOMO DI STATO NON SUBORDINA IL FUTURO DEL PAESE ALLA PROPRIA IMPUNITA’ PERSONALE ….SE IL CITTADINO NORMALE SI PRESENTA IN TRIBUNALE E SI DIFENDE DALLE ACCUSE, A MAGGIOR RAGIONE DOVREBBE FARLO CHI HA UNA CONCEZIONE DI DESTRA DELLA GIUSTIZIA
Ora si legge che dal “processo breve” si potrebbe passare al “processo lungo”: sarebbe l’ultima ipotesi emersa dal lungo vertice a casa Berlusconi di ieri, con la partecipazione del duo Alfano-Ghedini.
Obiettivo sempre lo stesso: fornire al premier uno scudo giudiziario per disinnescare i processi Mill e Mediaset che lo vedono imputato e che potrebbero riprendere a dicembre, in caso di sentenza di incostituzionalità del legittimo impedimento da parte della Suprema Corte.
Il processo breve non piace agli italiani, non solo ai finiani, perchè sarebbe una amnistia mascherata: per togliere il premier dall’imbarazzo di due processi, se ne farebbero saltare circa 400.000.
I finiani sono contrari in particolare alla norma transitoria, fatta su misura per Berlusconi, quella che taglia i processi in corso.
In pratica si sancisce un effetto retroattivo per favorire una sola persona.
Ora pare che il governo lavori su due ipotesi: o un colpo di forbice ai tempi di prescrizione di alcuni reati o una norma che impedisca l’utilizzo della sentenza della Cassazione sul processo Mills, in cui si certifichi la prescrizione dei casi di corruzione. Così i procedimenti potrebbero allungarsi fino alla prescrizione del reato.
Siamo alla più evidente delle contraddizioni: non ha più rilevanza lo scopo di ridurre i processi “nell’interesse dei cittadini”, esigenza virtuale dietro cui ci erano trincerati i berluscones per mesi, ora forse potrebbe essere meglio un “processo lungo” che finisca così in prescrizione.
Il processo lungo si basa su alcune ipotesi normative: poteri ridotti ai giudici nel respingere le richieste degli avvocati e le liste dei testi, divieto di utilizzare una sentenza passato un giudicato in un altro processo, riduzione del potere del pm sulla polizia giudiziaria.
Se invece si tornasse al processo breve, l’escamotage sarebbe quello di dimìnuire il tetto dei reati cui si applica da 10 a 8 anni, non al di sotto, altrimenti resta fuori la corruzione.
Poi concedere il processo breve solo agli incensurati.
Una ipotesi che ha fatto dire a Bocchino che “non se parla neppure, sarebbe un’evidente legge ad personam, ritagliata apposta per Berlusconi, che sfida qualsiasi rispetto di costituzionalità e di cui il premier non si assume neppure la responsabilità politica”.
Il percorso sarà ancora lungo, ma qui ci preme fare alcune considerazioni generali.
Il premier dice: “Sono un perseguitato politico, ho subito 106 processi, in tutti sono stato assolto, salvo due prescrizioni”.
Non è vero: i processi sono stati 16, di cui 12 già conclusi: in soli 3 casi è stato assolto, negli altri 9 si è salvato grazie alla prescrizione della pena e alla estinzione del reato ( le une e le altre decise da leggi da lui stesso fatte votare in parlamento).
Quattro sono ancora i processi in corso: il processo Mills per corruzione in atti giudiziari, quello sui diritti Mediatrade per appropriazione indebita, quello sui diritti tv Mediaset per falso in bilancio e quello romano per istigazione alla corruzione di due senatori.
Fatta questa premessa, ci chiediamo: quale regola vige per il comune cittadino quando viene citato in giudizio?
Presentarsi in tribunale, difendere e illustrare le proprie ragioni, cercare di dimostrare al giudice la propria innocenza.
Per una persona di destra, in particolare, che crede nella legalità e nelle istituzioni, dovrebbe essere un motivo in più per vedere tutelata e riconosciuta la propria onorabilità di fronte al mondo.
Un valore riconosciuto dovrebbe essere pertanto quello di difendersi “nel processo”, non “dal processo”. Continua »
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Settembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
SENZA COPERTURA ISOLANTE LE MOLLE SI INGRIPPANO: E’ STATA MESSA SOLO NOVE MESI DOPO L’INAUGURAZIONE…ORA SONO PROTETTE DA UNA FASCETTA FACILMENTE RIMOVIBILE…LA FORNITURA DELLA DITTA ALGA, L’IMBARAZZO DEL MINISTERO E DELLA PROTEZIONE CIVILE
E’ una inchiesta del quotidiano “Secolo XIX” a svelare il retroscena dell’ennesimo
errore nella gestione del post-terremoto all’Aquila.
Molti ricorderanno quando, il 29 settembre 2009, Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso inaugurarono le prime C.a.s.e. antisismiche, con rullo di tamburi e suono di fanfare.
Un progetto peraltro insufficiente a garantire un alloggio a tutti gli sfollati, visto che a tutt’oggi sono appena 15.000 gli aquilani che vi hanno trovato rifugio, mentre oltre 30.000 sono ancora senza casa.
E tutti e 45.000 sono sempre in attesa che abbia inizio la ricostruzione vera e propria e la rimozione delle macerie.
Ma torniamo alle C.a.s.e., ovvero Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili, che avrebbero dovuto garantire gli abitanti dalle eventuali successive scosse di terremoto.
In pratica nei garage di queste strutture abitative si trovano le piastre con i dispositivi antisismici, sistemati sui pilastri: consistono in molle particolari, dispositivi “a pendolo scorrevole” che consentono l’assorbimento delle scosse.
Queste molle sono il cuore tecnologico del progetto, ne sono state montate 7.300, per una spesa di 13,5 milioni di euro.
Senza di loro, non si giustificherebbe nemmeno l’investimento di 803 milioni di euro per l’intero progetto C.a.s.e..
La fornitura delle molle se la aggiudicarono due società , la milanese Alga e la padovana Fip.
Nel gennaio 2010, un deputato, Giuseppe Astore, eletto nell’Idv e poi passato al Gruppo misto, presenta una interrogazione nella quale solleva seri dubbi sull’efficacia dei dispositivi.
Mentre quelli della Fip infatti avevano superato test avanzatissi a San Diego, in California, quelli della Alga (pari ai due terzi del totale) risultavano sperimentati solo in Italia e quando già erano stati installati, prassi perlomeno sospetta.
Ma viene rilevato che hanno un grosso problema: sono privi di un meccanismo di protezione dagli agenti atmosferici che eviti che le molle si ingrippino.
E sono passati già quattro mesi dalla inaugurazione delle C.a.s.e.. Continua »
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Settembre 1st, 2010 Riccardo Fucile
GLI ULTRAS SENZA TESSERA INVADONO GLI ALTRI SETTORI: SI COMINCIA NEL CAOS, COME VOLEVASI DIMOSTRARE… LO SPOT DI MARONI CREA INCIDENTI A CROTONE E AD ASCOLI, DOVE LE TIFOSERIE OPPOSTE SI RITROVANO VICINE… MA SE I TEPPISTI SONO QUATTRO GATTI PERCHE’ NON LI AVETE PRESI?
Dopo la prima giornata dei vari campionati, non si sa se ridere o piangere: la tessera del tifoso ha fatto più notizia dei risultati sui campi da gioco.
Non si sa se questo deponga a sfavore del livello del nostro calcio o sia frutto della martellante campagna pubblicitaria messa in atto dal ministro Maroni per giustificare un provvedimento mal fatto e che alla fine determinerà più incidenti di quelli che si dice si volessero evitare.
Il buon senso vorrebbe che, se sono circa 5.000 i “soggetti pericolosi” in tutta Italia, fosse sufficiente far trascorrere a costoro i novanta minuti della partita presso la più vicina caserma dei carabinieri o comando di polizia, magari forniti di radiolina.
Invece si è riusciti solo a far cambiare di posto gli ultras che non hanno voluto essere sottoposti a schedatura, indirizzandoli in altri settori dello stadio: le conseguenze eccole qua elencate, limitandoci solo a qualche esempio.
Durante Roma-Cesena, un centinaio di tifosi cesenati sono stati incredibilmente sistemati in tribuna Monte Mario, fianco a fianco coi tifosi giallorossi.
E’ uno dei paradossi del nuovo provvedimento: senza tessera non si va nel settore ospiti, ma negli altri sì.
A Crotone, 40 tifosi del Padova senza tessera del tifoso, hanno comprato i biglietti per la curva riservata ai tifosi locali, i quali sono allora stati sfrattati all’ultimo minuto in quella degli ospiti.
Ad Ascoli, 40 tifosi del Modena in trasferta e senza tessera sono stati fatti sedere nel settore dei tifosi locali.
I due gruppi si sono prima uniti in una serie di cori contro Maroni, poi hanno cominciato a picchiarsi.
E gli esempi potrebbero continuare a lungo.
Senza contare che fino a ieri all’interno degli stadi succedeva raramente che vi fossero incidenti, scoppiati quasi sempre fuori dai cancelli.
Ora molti dei facinorosi aspetteranno fuori i tifosi avversari e il lavoro delle forze dell’ordine aumenterà .
Qua non si tratta di essere un ultrà per essere contrario alla tessera del tifoso.
Giusto essere contro i violenti, ma siamo completamente fuori strada: in nessun Paese europeo è stata approntata una misura simile. Continua »
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