Settembre 6th, 2010 Riccardo Fucile
DOVREBBE RINGRAZIARE FINI CHE GLI OFFRE UN PATTO DI LEGISLATURA E UN SALVACONDOTTO…UN TAVOLO A TRE RIDURREBBE LO STRAPOTERE LEGHISTA E BILANCEREBBE IL GOVERNO… AL VOTO CI SI ANDRA’ SOLO DOPO LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE E UN GOVERNO TECNICO: PER BERLUSCONI SARA’ LA DISFATTA
Il teatrino della politica berlusconiana ha vissuto ieri lo psicodramma: da Mirabello, Fini ha evidenziato chi è il vero traditore del centrodestra italiano, chi non ha attuato il programma, piegandosi ai diktat della Lega, chi spaccia per riforme gli spot pubblicitari, chi confonde garantismo con immunità , chi si ostina a voler comandare e non governare.
E nei palazzi pidiellini sono andate in onda scene isteriche: colonnelli disarcionati dai loro ronzini, cortigiani in preda a convulsioni, peones che temono di perdere la poltrona.
Come Fini elargiva schiaffoni mediatici ricordando semplici verità , saliva la pressione dei traditori sbugiardati.
L’ordine di scuderia era di non commentare, ma non tutti hanno retto al clistere mirabelliano: ci sono stati casi di incontinenza evidente, specie tra chi trattiene a stento i propri umori politici.
Così, mentre Bonaiuti inviava smentite preventive, altri sparavano alla luna.
Poveretti, quando a breve gli sarà tolta dalla magistratura anche l’arma spuntata della casa di Montecarlo, potranno rivolgere la loro attenzione verso ben altre (e molto più vicine) società offshore su cui indagare.
Magari Gasparri potrebbe intanto spiegare come mai la ‘ndrangheta calabrese tempo fa indirizzò il proprio voto verso di lui.
Letta e le colombe sono sicuramente i più lucidi: dichiarare la crisi non vuol dire automaticamente andare al voto, lo sanno bene tutti.
Se si formasse un governo tecnico per cambiare la legge elettorale, evitando di dare il premio di maggioranza, per il Pdl sarebbe il deprofundis.
E questa maggioranza già c’è alla Camera e basta poco per vederla materializzata anche al Senato.
Se anche si andasse a votare col sistema attuale, l’ultima rilevazione Ispo per il Corriere della Sera (prima del discorso di Fini a Mirabello) dà il Pdl in discesa al 29,7%, la Lega stabile all’11,5%, il Pd in risalita al 26,7%.
Poi tre forze, Udc, Idv e finiani tutte con il 6,4% a testa, Vendola al 4,5%, Prc al 2,1%.
In pratica Pdl + Lega al 40%, contro il 40% di Pd+Idv+Sinistra radicale.
In mezzo Fini e Casini.
E con un Fini in crescita dopo Mirabello che tornerà presto intorno al 10%.
Se andasse bene al Pdl, avrebbe giusto una risicata maggioranza alla Camera, ma non l’avrebbe al Senato. Continua »
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Settembre 6th, 2010 Riccardo Fucile
A LIMBADI ERA TUTTO PRONTO PER IL COMIZIO DELL’ALLORA CAPOLISTA DI AN, COMPRESO IL PRANZO A CASA DEL BOSS MANCUSO…E’ TUTTO AGLI ATTI DELL’OPERAZIONE MINOSSE 2, CONDOTTA DALLA DDA DI CATANZARO: LA COSCA DAVA INDICAZIONI DI VOTARE GASPARRI, COME RISULTA DALLE INTERCETTAZIONI …AN OTTENNE UN 2% IN PIU’ E GASPARRI RISULTO’ ELETTO
A Vibo Valentia era tutto pronto per accogliere l’allora deputato di An.
Per un imprevisto il programma saltò, ma l’antimafia di Catanzaro l’ha ricostruito.
Prima un comizio nella piazza del paese, poi il pranzo a casa del boss che avrebbe garantito il suo appoggio elettorale.
A Limbadi, piccolo centro della provincia di Vibo Valentia, sembra che tutto fosse pronto per accogliere il deputato.
Ma qualcosa, quel giorno, non andò per il verso giusto e la cosca dovette rivedere tutti i suoi programmi. Pure l’onorevole, a quanto pare.
Il boss è Panataleone Mancuso, uno dei più potenti uomini della ‘Ndrangheta. Il parlamentare, invece, è Maurizio Gasparri, oggi capogruppo del Partito di Berlusconi a Palazzo Madama e ras degli uomini di An in Calabria.
Il racconto è agli atti dell’operazione Minosse 2, condotta tra il 2000 e il 2003 dai Carabinieri di Vibo Valentia e coordinata dalla Dda di Catanzaro.
La prima udienza del processo c’è stata solo lo scorso 23 giugno, subito aggiornata a ottobre.
Ma l’apertura del dibattimento ha reso disponibili tutti i documenti.
“Domani mattina devo andare a prendere a Gasparro a Vibo che deve fare il comizio alle 11:00, mi ha mandato zio Luni, e allo zio Luni non posso dirgli di no, chiaro!”.
Giuseppe Corsaro è un ‘picciotto’ della cosca, un fedelissimo di Pantaleone Mancuso, lo “zio Luni” di cui parla.
Nella sua auto, una Renault Clio, i Carabinieri hanno piazzato da tempo una cimice che offrirà numerosi elementi utili alle indagini.
E’ il 21 aprile 2001 quando racconta del suo impegno “elettorale” per il giorno dopo alla fidanzata: “Io lo devo andare a prendere alle 09:00 e portarlo a Limbadi, poi mangia a casa di zio Luni, e lo accompagna zio Luni poi… che zio Luni deve andare a Gioia, altrimenti sarebbe andato lui personalmente a prenderlo a Vibo…”.
Secondo il racconto, Pantaleone Mancuso il giorno dopo avrebbe dovuto trattare l’acquisto di una partita di 100 chili di cocaina in arrivo nel porto di Gioia Tauro.
Siamo nel pieno della campagna elettorale che riporterà Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi: Maurizio Gasparri è capolista di An nella circoscrizione che abbraccia tutto il territorio regionale e risulterà l’unico eletto per il suo partito nel proporzionale.
I colloqui intercettati nell’auto di Corsaro, un voluminoso materiale che i Carabinieri si spingono a definire “confessioni”, spiegano come in quei giorni la cosca si stesse adoperando per far votare l’attuale capogruppo al Senato del Pdl:
“Già è tutto programmato, già stanno preparando i voti e tutto!..” dice Peppe, un amico del ‘picciotto’, che aggiunge “Vi parate… giusto quanto parli… finisce di parlare… adesso te ne puoi andare”.
Una frase che secondo i militari dell’Arma “è diretta alla personalità politica e che il comizio è solo una copertura per gli eventuali voti che saranno destinati al candidato in discussione”.
“Tanto lo sappiamo chi sale già ” chiosa Giuseppe Corsaro, sempre al volante della sua Clio.
Il giorno dopo, il 22 aprile 2001, Pantaleone Mancuso effettivamente parte alla volta di Gioia Tauro.
Sulle sue tracce ci sono i Carabinieri del Ros di Catanzaro, incaricati dalla Dda dopo le parole intercettate nell’auto di Corsaro.
“Dopo circa un centinaio di metri, i due, probabilmente vistisi seguiti, repentinamente effettuavano inversione di marcia facendo perdere le tracce” scrivono i Carabinieri.
Che aggiungono: “Quel giorno, il porto di Gioia Tauro pullulava di FF.OO. a seguito di una visita istituzionale presso la Capitaneria di Porto”.
L’affare non si concluse e, addirittura, la nave che trasportava l’ingente carico di droga cambiò repentinamente la rotta a largo di Tropea e si diresse verso il porto di Salerno.
Gasparri, invece, quel giorno a Vibo c’era davvero, anche se le sue iniziative elettorali pubbliche previste erano a Crotone.
Praticamente, a due ore e mezza di macchina. “ Gli accertamenti esperiti hanno consentito di accertare che effettivamente l’onorevole Maurizio Gasparri il 22.04.2001 alloggiava presso l’Hotel 501 di questa città ; aveva impegni elettorali a Crotone; Giuseppe Corsaro non si è portato in Vibo Valentia per l’intera giornata” si legge nelle relazioni dell’Arma. Continua »
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Settembre 6th, 2010 Riccardo Fucile
RITORNA UNA DESTRA IDENTITARIA E POPOLARE: MIGLIAIA DI MILITANTI VOGLIONO RISCRIVERE UNA PAGINA DI STORIA… ARCHIVIATO IL BERLUSCONISMO, TORNANO I VALORI DELLA PATRIA, DELL’UNITA’ NAZIONALE, DELLA LEGALITA’, DEI DIRITTI CIVILI E POLITICI, DEL SENSO DELLO STATO, DELL’AIUTO AI PIU’ DEBOLI CONTRO GLI EGOISMI MERCANTILI DEI PIU’ FORTI
Quello che più colpisce, mentre Fini parla, è la tensione emotiva del popolo di destra che è accorso a MIrabello: una moltitudine di giovani mischiata a tanti militanti con alle spalle una storia personale fatta di sacrifici e di passione.
Chi sta a destra ha la capacità di captare i momenti di svolta importanti della storia politica del nostro Paese e vuole esserci, partecipare, metterci la faccia e le idee.
Alla piazza delle truppe cammellate dei raduni del Pdl vedevi gente asettica, fredda, distaccata.
Qua respiri passione, cuore, anima, tradizione.
Senti il respiro di un popolo che sa ritrovarsi, anche nel ricambio generazionale.
L’applauso più potente del discorso di Fini la piazza lo riserva al riferimento “ai colonnelli o capitani che hanno cambiato generale”.
Sventolano le bandiere di An e quelle di Futuro e Libertà , mentre gli ululati accompagnano il tono sprezzante con cui Fini parla degli ex caporali.
Per la base, essersi liberati dei quattro che li hanno persi per il culo per anni, con l’aggiunta del neo-reggicoda Storace, esperto in telefonia, è un “momento a lungo atteso”.
Vedi entusiasmo negli occhi di uomini e donne che rispondono con una ovazione quando Fini fa un accenno al vergognoso comportamento tenuto dal governo nell’accogliere Gheddafi.
Sentono un Fini diverso, che ha il coraggio di chiamare infami gli infami, ma che sa anche commuoversi, analizzare lucidamente la situazione, dosare attacchi e obiettivi.
Ascoltano dopo anni un leader di destra che parla di socialità , di solidarietà , di aiutare i più deboli, di patto tra capitale e lavoro, di welfare.
Ascoltano un leader di destra che non li vuole sudditi a corte, ma protagonisti del cambiamento, che parla al cuore dei giovani, delle famiglie, dei senza diritti.
Che dice chiaramente che la padania non esiste, che l’Italia è una e tale deve restare.
Che il garantismo non deve mai sfociare nel “garantire l’impunità “, che le forze dell’ordine vanno tutelate, la scuola pubblica non va distrutta, la magistratura va rispettata, i parlamentari vanno scelti dal popolo, non dal padrone, che in un partito “liberale di massa” deve garantito il dissenso e la discussione, che gli immigrati hanno non solo doveri ma anche diritti.
Un Fini che sa fare autocritica dei propri errori, ma che non si presta al gioco del premier che prima lo caccia e poi accusa i dissidenti di voler fare un partito.
Il teatrino della politica lo fa da anni Berlusconi.
Gli impegni presi saranno rispettati, ma solo quelli scritti nel programma e si discuterà su tutto.
Nessuno minacci, perchè qua non siamo a Palazzo Grazioli: questa base non si fa comprare e non si fa intimidire. Continua »
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