MAI PIU’ SUDDITI, LE RADICI DELLA DESTRA A MIRABELLO: ANIMA, CUORE, PASSIONE, TRADIZIONE, POLITICA.
RITORNA UNA DESTRA IDENTITARIA E POPOLARE: MIGLIAIA DI MILITANTI VOGLIONO RISCRIVERE UNA PAGINA DI STORIA… ARCHIVIATO IL BERLUSCONISMO, TORNANO I VALORI DELLA PATRIA, DELL’UNITA’ NAZIONALE, DELLA LEGALITA’, DEI DIRITTI CIVILI E POLITICI, DEL SENSO DELLO STATO, DELL’AIUTO AI PIU’ DEBOLI CONTRO GLI EGOISMI MERCANTILI DEI PIU’ FORTI
Quello che più colpisce, mentre Fini parla, è la tensione emotiva del popolo di destra che è accorso a MIrabello: una moltitudine di giovani mischiata a tanti militanti con alle spalle una storia personale fatta di sacrifici e di passione.
Chi sta a destra ha la capacità di captare i momenti di svolta importanti della storia politica del nostro Paese e vuole esserci, partecipare, metterci la faccia e le idee.
Alla piazza delle truppe cammellate dei raduni del Pdl vedevi gente asettica, fredda, distaccata.
Qua respiri passione, cuore, anima, tradizione.
Senti il respiro di un popolo che sa ritrovarsi, anche nel ricambio generazionale.
L’applauso più potente del discorso di Fini la piazza lo riserva al riferimento “ai colonnelli o capitani che hanno cambiato generale”.
Sventolano le bandiere di An e quelle di Futuro e Libertà , mentre gli ululati accompagnano il tono sprezzante con cui Fini parla degli ex caporali.
Per la base, essersi liberati dei quattro che li hanno persi per il culo per anni, con l’aggiunta del neo-reggicoda Storace, esperto in telefonia, è un “momento a lungo atteso”.
Vedi entusiasmo negli occhi di uomini e donne che rispondono con una ovazione quando Fini fa un accenno al vergognoso comportamento tenuto dal governo nell’accogliere Gheddafi.
Sentono un Fini diverso, che ha il coraggio di chiamare infami gli infami, ma che sa anche commuoversi, analizzare lucidamente la situazione, dosare attacchi e obiettivi.
Ascoltano dopo anni un leader di destra che parla di socialità , di solidarietà , di aiutare i più deboli, di patto tra capitale e lavoro, di welfare.
Ascoltano un leader di destra che non li vuole sudditi a corte, ma protagonisti del cambiamento, che parla al cuore dei giovani, delle famiglie, dei senza diritti.
Che dice chiaramente che la padania non esiste, che l’Italia è una e tale deve restare.
Che il garantismo non deve mai sfociare nel “garantire l’impunità “, che le forze dell’ordine vanno tutelate, la scuola pubblica non va distrutta, la magistratura va rispettata, i parlamentari vanno scelti dal popolo, non dal padrone, che in un partito “liberale di massa” deve garantito il dissenso e la discussione, che gli immigrati hanno non solo doveri ma anche diritti.
Un Fini che sa fare autocritica dei propri errori, ma che non si presta al gioco del premier che prima lo caccia e poi accusa i dissidenti di voler fare un partito.
Il teatrino della politica lo fa da anni Berlusconi.
Gli impegni presi saranno rispettati, ma solo quelli scritti nel programma e si discuterà su tutto.
Nessuno minacci, perchè qua non siamo a Palazzo Grazioli: questa base non si fa comprare e non si fa intimidire.
E se qualcuno vuole lel elezioni se ne assuma la responsabilità .
Il popolo di destra ha chiuso di fatto ieri la parentesi berlusconiana.
E’ Berlusconi che ha tradito gli elettori, legandosi mani e piedi alla Lega: Fini ha avuto il merito di aver bloccato questa deriva xeno-patetica della politica italiana e uomini e donne di destra gliene saranno grati, comunque vada a finire.
Nascerà qualcosa di nuovo dal manifesto della “vera destra possibile” nel nostro Paese.
Sicuramente l’orgoglio di potersi nuovamente definire tali senza doversi vergognare o votare turandosi il naso.
Il militante non più giovane che, con le lacrime agli occhi, canta l’inno di Mameli alla fine del discroso di Fini e sussurra: “Siamo di nuovo noi” è la cartolina più significativa della rinascita della Destra a Mirabello.
E’ la Destra del futuro, la destra del popolo.
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