Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
“LA FARSA SU ROMA”: SULLA GRAVE VICENDA DI GENOVA I VERTICI NAZIONALI DI FUTURO E LIBERTA’ TACCIONO DA DUE MESI, MENTRE FLI E’ INATTIVA… CHIESTO IL COMMISSARIAMENTO DELLA LIGURIA, MA QUALCUNO LAGGIU’ PREFERISCE UN PARTITO ALLO SBANDO… O FORSE NON PUO’ PERMETTERSI DI ALLONTANARE MISTER “ZERU TITULI”?
Decine di lettori ci chiedono ogni settimana quali provvedimenti abbia preso la pregiata ditta “Bocchino e soci” sul caso Genova, diventato da due mesi, all’interno di Futuro e Libertà , un caso nazionale.
In effetti, per un partito che fa della legalità e della lotta alla mafia, della meritocrazia e della trasparenza un fiore all’occhiello della propria stessa nascita ed esistenza come organizzazione politica, è quanto meno singolare avallare una segreteria regionale che, al di là della assoluta incapacità dimostrata sul campo in quasi un anno di inattività (ma questo è un giudizio perlomeno politico), si è distinta soprattutto per aver ricevuto attenzionati dalla Dia (e sottoposti a tre processi) presso la sede di partito, per aver avuto la stessa sede in comodato gratuito da un altro pluri-inquisito con fallimenti in corso e per aver consentito l’apertura di un circolo presieduto da un personaggio contiguo ai fratelli Mamone.
Non solo: per aver mentito a dirigenti e iscritti, sostenendo di pagare 3.000 euro di affitto della sede di tasca sua (salvo poi ammettere il contrario alla stampa, una volta emersa la verità ).
Non solo: per aver mentito sostenendo che l’indagato Nucera ( il benefattore della sede gratuita) era solo un suo cliente, mentre poi sono emerse (per ora) altre due società in cui il segretario regionale di Fli Liguria è stato socio di Nucera fino a poco tempo fa.
Vicende che hanno portato il coordinamento provinciale di Fli e il 70% degli iscritti a dimettersi dal partito e alcuni deputati di Futuro e Libertà a chiedere il commissariamento del partito in Liguria.
Vicende trattate con ampio risalto anche dal maggiore quotidiano regionale, con relativa “bella immagine” del partito in tutta la Liguria.
I “protettori romani” preferiscono forse chi ha sputtanato il partito a chi ha denunciato da tempo i fatti agli organismi interni ?
O forse non possono permettersi di sostituirlo per ragioni su cui (per ora) preferiamo non soffermarci?
Mentre qualcuno si è distinto per aver raccolto “ben” 25 amici in tutta Italia sulla pagina personale di Facebook e per aver chiuso di fatto, eliminando gli amministratori, due pagine di Fb dedicate a Futuro e Libertà di Genova, i “dissidenti” hanno raccolto su Facebook in due settimane di agosto oltre 1.100 adesioni al gruppo “Futuro e Libertà contro la mafia” che ogni giorno vede partecipare decine di amici che discutono su temi di attualità .
Altro che diffide a usare il simbolo di Fli (di cui peraltro la pagina ha autorizzazione e titolo), ringraziate che vi siano ancora persone che stanno onorando il partito in Liguria da non iscritti.
Essi rappresentano quella base militante che avete allontanato coi vostri giochetti mal riusciti di potere, sono quei giovani verso i quali state dimostrando cosa significa essere “cattivi maestri”.
Noi stiamo con loro, con lo spirito futurista che dovrebbe animare Fli, con la legalità e la giustizia, con i militanti veri.
Senza se e senza ma.
Roma decida entro 15 giorni da che parte stare e se la legalità è usata da Fli solo come uno slogan o è un impegno concreto.
Comincia il conto alla rovescia.
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
A PARTE LE TASSE E I TAGLI A MINISTERI ED ENTI LOCALI, IL RESTO DELLA MANOVRA SONO SOLO SPERANZA E PALLE MEDIATICHE
Altro giorno, altra manovra, altro buco. 
L’intesa dentro il governo diventa un emendamento al decreto di Ferragosto (ora in Senato).
E così si conoscono ufficialmente le novità e i primi numeri: addio al contributo di solidarietà per i redditi alti, meno tagli ai Comuni, niente intervento sulle pensioni, più tasse sulle imprese.
Tutto qui.
In attesa delle tabelle definitive che dimostreranno se dopo queste correzioni la manovra vale ancora 49 miliardi, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti assicura che “i saldi resteranno assolutamente invariati”.
A considerare i provvedimenti qualche dubbio è lecito.
I soldi previsti dal contributo di solidarietà (3,8 miliardi) arriveranno dalla lotta all’evasione.
Ma non è la stessa cosa: prima c’era un aumento dell’Irpef dall’esito prevedibile, ora la stima di un gettito che forse arriverà e forse no.
Il governo promette più severità : carcere per chi evade più di 3 milioni di euro, possibilità per i Comuni di pubblicare le dichiarazioni dei redditi (e già hanno fatto sapere che si rifiuteranno di farlo) , una sorta di autocertificazione in cui il contribuente deve dichiarare i suoi rapporti con le banche.
Secondo l’ottimistica relazione tecnica all’emendamento del governo “è ragionevole ritenere che l’inasprimento del sistema sanzionatorio penale-tributario rappresenti un chiaro intervento con finalità dissuasive di comportamenti evasivi”, capace quindi di portare nelle casse pubbliche 1,1 miliardi in tre anni.
Ma il fatto che sia “ragionevole” non implica che succeda.
Nella Prima Repubblica il gettito della lotta all’evasione non veniva mai usato come copertura di spesa o come risparmio, ma al massimo per finanziare “fondi negativi”, di solito destinati agli investimenti.
Tradotto: venivano previste voci di spesa che si attivavano solo se arrivavano i soldi dalla lotta all’evasione.
Niente gettito, niente uscite.
Nella versione della manovra emersa ieri, invece, i soldi sottratti agli evasori servono a risanare il bilancio.
Se non arrivano, c’è un buco.
Idem per la presunta stretta sulle società di comodo, quelle che non hanno un’attività imprenditoriale ma servono solo a singoli individui per pagare meno tasse.
Per il governo l’aumento dell’Ires su queste scatole societarie dovrebbe fruttare 714 milioni in tre anni, ma i tecnici della Confindustria sono molto perplessi, visto che gli strumenti per tassare questi schermi fiscali già c’erano, ma non hanno mai funzionato molto.
Ed è tutto da dimostrare che dichiarare i rapporti dei contribuenti con le banche generi 1,5 miliardi di euro.
I tagli agli enti locali non sono affatto azzerati, come annuncia Tremonti, ma viene ridotta la parte di competenza della manovra di Ferragosto.
Con il risultato che Formigoni, presidente della Lombardia, dice che ora il “federalismo è seppellito definitivamente”.
E i ministeri, che speravano di beneficiare dal gettito della Robin Hood Tax (finito tutto ai Comuni ) per non dover tagliare 6 miliardi (e le tredicesime ai dipendenti), sono disperati: “Se quelle cifre non saranno ripristinate sarà difficile andare avanti”, dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Finisce così il pasticcio della manovra estiva? Neanche per idea.
Lo ammette lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: “Il ritocco dell’Iva è una clausola di salvaguardia per garantire che la manovra vada in porto e il pareggio di bilancio nel 2013”, dice da un vertice sulla Libia a Parigi.
La manovra, anche nella versione attuale, ha due grossi problemi: le incertezze sul gettito dalla lotta all’evasione e le stime di crescita del Pil su cui il governo l’ha impostata.
Visto che l’Italia crescerà nel 2011 solo lo 0,8 anzichè l’1,1 previsto e nel 2012 lo 0,7 invece che l’1,8 per cento, c’è già un buco da 15 miliardi da coprire, se si vuole raggiungere davvero il pareggio di bilancio del 2013.
E non va dimenticato che quasi metà della manovra, circa 20 miliardi, vengono da un taglio delle agevolazioni fiscali (cioè un aumento delle tasse) tutto da definire.
E il cui impatto negativo sulla crescita non è stato ancora considerato.
Ma a breve, approvata questa manovra, ci sarà da fare la legge di stabilità , la ex Finanziaria, che delinea il bilancio dello Stato per l’anno successivo.
A quel punto il governo quasi certamente dovrà ricorrere all’aumento dell’Iva, specie se i mercati reagiranno male al caos di questi giorni.
L’inasprimento dell’imposta sui consumi “si può attuare da un momento all’altro”, dice Berlusconi alludendo al fatto che il governo si è attribuito il potere di alzare le tasse con un semplice atto amministrativo (un decreto della Presidenza del Consiglio, su proposta del Tesoro) senza passare dal Parlamento o dal Quirinale.
Peccato che sarebbe contrario all’articolo 23 della Costituzione: “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
RIVOLTA NEL PDL CONTRO TREMONTI PER I TAGLI AI DICASTERI…LEGA IRRITATA PER I TAGLI AI COMUNI
La manovra – la terza in tre settimane – matura in un blitz al Senato tutto targato Tremonti.
Che manda su tutte le furie i colleghi ministri, irrita l’area più liberale del Pdl e piace poco o nulla al presidente del Consiglio Berlusconi.
Convinto che la lotta all’evasione impostata così è “roba che neanche Visco”, che lui sostiene di non aver autorizzato.
Non in questa formulazione da “socialismo reale”, per dirla con uno dei suoi più stretti collaboratori.
Il fatto è che il Cavaliere – impegnato al vertice sulla Libia a Parigi – si ritrova a dover difendere ventre a terra il giro di vite per il pareggio dei conti nel 2013.
Il decreto sarà approvato a breve, garantisce comunque al presidente Ue Barroso e ai partner europei. Ma a Roma il quadro resta critico, come gli riferisce ora dopo ora Gianni Letta.
E i conti continuano a non tornare. Il Quirinale segue l’evolversi della situazione con attenzione, in stretto contato col presidente del Senato Schifani, e non senza apprensione.
Le ragioni della preoccupazione espressa dal presidente Napolitano al Meeting di Cl, due settimane fa, non sono venute meno. Attraverso le lenti del Colle, quell'”angoscioso presente” di cui ha parlato a Rimini il capo dello Stato sembra proseguire.
A questo punto Berlusconi si riserva di intervenire con nuove correzione, di riprendere in mano la situazione, se occorrerà .
Soprattutto, come anticipa lasciando l’Eliseo, con quella “clausola di salvaguardia”, il decreto che aumenti l’Iva di 1-2 punti.
Un provvedimento della presidenza del Consiglio, sottolinea quasi all’indirizzo del ministro dell’Economia, non del governo.
A preoccupare il premier è la tenuta politica della maggioranza.
A pesare e parecchio a fine giornata è il silenzio della Lega.
I ministri del Carroccio tacciano dopo la presentazione in commissione degli emendamenti Tremonti.
Trapela tuttavia la forte irritazione di Roberto Maroni per quei tagli ai comuni che, dopo il “caminetto” di Arcore, sarebbero dovuti passare da 6 a 3 miliardi: restano invece pesanti, lo sconto finale è solo di 1,8 miliardi.
A sera inoltrata, il ministro dell’Economia è ancora al tavolo con Sacconi e Calderoli per una cena che diventa occasione di chiarimento. L’ennesimo.
In mattinata, il minivertice di Gianni Letta con lo stesso Calderoli e Maroni non era bastato a calmare i leghisti già sul piede di guerra.
Tremonti, d’altronde, aveva fatto di testa sua.
Tornato a Roma da Lorenzago, si era chiuso coi soli tecnici di via XX Settembre e aveva riscritto il decreto poi portato in commissione al Senato. Pacchetto chiuso.
I saldi tengono, assicura.
Mancano all’appello almeno 3 miliardi, gli rinfaccia D’Alia dalle file dell’Udc.
Sospetto che attraversa anche i ranghi della maggioranza, mentre i ministri entrano in fibrillazione: i 6 miliardi di tagli ai dicasteri restano per intero.
“Difficile andare avanti” sbotta il responsabile della Difesa La Russa, “insoddisfatto” si dirà anche Altero Matteoli dalle Infrastrutture.
Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani prima di protestare attende adesso il provvedimento che spalmerà quei colpi di forbici tra i dicasteri.
Sono ore in cui fuori dal Palazzo monta la protesta, gli imprenditori in testa.
A Parigi, un Berlusconi innervosito dagli sviluppi dell’inchiesta Tarantini, coi soliti fendenti a pm e sinistra fa scendere a suo modo il sipario su un’altra giornata nera.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
LE INTERCETTAZIONI TRA TARANTINI E LAVITOLA DIMOSTRANO CHE IL PREMIER ERA RICATTATO DA ENTRAMBI… SOLDI E APPARTAMENTO PER DARE UNA VERSIONE DI COMODO SULLE ESCORT A PALAZZO GRAZIOLI
Il 5 luglio 2011, Gianpaolo Tarantini chiama Valter Lavitola per discutere la strategia da
tenere al processo di Bari, dove l’imprenditore pugliese è accusato di induzione alla prostituzione.
Silvio Berlusconi non è indagato, ma le ragazze reclutate da Tarantini erano destinate a lui e quindi le conseguenze politico-mediatiche per il presidente del consiglio potrebbero essere pesanti.
I due, secondo il gip di Napoli che ha ordinato il loro arresto, discutono su come “salvare” il premier, pensando ovviamente di ricavarne un guadagno. Parlano della possibilità che Tarantini chieda il patteggiamento, cosa che eventualmente sarebbe da concordare con “lui”, e si mostrano preoccupati per l’uscita di intercettazioni, dove però secondo Lavitola ci sono solo “stronzate”.
E del resto l’intero progetto è ben descritto nel capo d’imputazione che pubblichiamo integralmente qui di seguito: “Lavitola Valter, Sansivieri Fabio, Lavitola Antonio, Tarantini Gianpaolo, Devenuto Angela Delitto p. e p. dagli artt. 110, 629 CP, 61 n.7 perchè, in concorso tra loro, Lavitola Valter tenendo i riservati contatti con la persona offesa e smistando le somme dalla stessa ricevuta con successiva consegna in parte a Sansivieri Fabio e Lavitola Antonio che le reimpiegavano nelle comuni attività economiche ed imprenditoriali, in parte poi alla De Venuto Angela e a Tarantini Giampaolo, quest’ultimo anche manifestando o, comunque, ventilando i suoi intendimenti ai propri legali e a quelli della persona offesa, dopo che lo stesso Tarantini, nel procedimento tuttora pendente presso la Procura di Bari ed in via di prossima definizione, era stato indagato per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di una molteplicità di giovani donne tra le quali D’Addario Patrizia ed altre, le cui rispettive prestazioni sessuali erano state procurate a Silvio Berlusconi, accollandone però in via esclusiva i relativi costi economici allo stesso Tarantini, con minaccia implicita e larvata consistita in ultimo nel prospettare a Berlusconi Silvio i rischi connessi ad un possibile cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita dallo stesso Tarantini — che, nelle sue dichiarazioni rese all’AG di Bari, aveva sempre escluso ogni consapevolezza del Berlusconi in ordine alla natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti con le predette donne e comunque ogni partecipazione economica del Berlusconi ai relativi costi — rischi connessi al clamore mediatico della vicenda e resi più avvertiti in considerazione del previsto deposito di una serie di conversazioni intercettate in quel procedimento, dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l’immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri, si procuravano l’ingiusto profitto delle somma finora accertata di euro 500 mila nonchè di altre prestazioni di rilievo economico in corso di accertamento con conseguente grave danno per il predetto Berlusconi”.
Ecco il brogliaccio delle telefonata tra Tarantini e Lavitola riportato nell’ordinanza del gip. Una buona parte della conversazione riguarda la consapevolezza o meno del presidente del consiglio di aver fatto sesso con delle “puttane”.
“(…) Gianpaolo lo interrompe dicendo: “NO, LUI DICE CHE SI EVINCE CHIARAMENTE CHE C’E’ IL REATO DI FAVOREGGIAMENTO”
Valter dice: “da parte tua”, Gianpaolo conferma e prosegue dicendo: “PERO’ POI IO GLI CONFERMO CHE QUELLO…PERCHE’ FAVOREGGIAMENTO VUOL DIRE CHE TU FAVORISCI UNA PROFESSIONE CHE E’ LA PROSTITUZIONE, QUINDI IO GLI CONFERMO CHE QUELLE PUTTANE CHE ANDAVANO LI, PURE AD ARCORE, ERANO…”
Valter ribatte: “MA LUI NON LO SAPEVA! HAI CAPITO? DALLE INTERCETTAZIONI EMERGE IL REGALO, NON IL REGALO…NON EMERGE MAI CHE TU GLI DICI: ‘DAMMI 2.000 EURO CHE GLIELI DO A QUELLA SENNO’ NON SCOPA’”.
Ma Gianpaolo ribatte: “SI, IN ALCUNE SI. MI CHIAMANO LORO. DICO: IO NON VADO SE NON TU NON MI DAI SOLDI”
Valter dice: “ma loro a te ti chiamano, no tu a lui” Gianpaolo conferma dicendo: “no, a me, a me” quindi Valter dice: “E ALLORA, LUI CHE NE SA” Gianpaolo riprende dicendo: “SUL FATTO CHE LUI NON LO SAPEVA, SI. PERO’ SICCOME ALCUNE SONO COINVOLTE A MILANO, CONFERMANO IL FATTO CHE ERANO PUTTANE” e Valter riprende affermando: “MA L’HO CAPITO GIANPAOLO! MA CHE ERANO PUTTANE, ORAMAI…ANZITUTTO NON E’ REATO E SECONDA COSA L’HANNO CAPITO TUTTO IL MONDO CHE SONO PUTTANE , NON CI STA UNA PERSONA AL MONDO CHE NON PENSA CHE SIANO PUTTANE”.
Gianpaolo dice che in questo caso c’è un processo in corso e prosegue dicendo: “quelli prendono l’atto mio, i verbali miei di Bari e li chiedono a Milano”. V
alter dice che non succede nulla se andrà a Milano.
Gianpaolo dice di temere la stampa.
Valter ribatte che non la deve temere e aggiunge: “sulla stampa cosa può uscire scritto Gianpà , che TU FAVORIVI LA PROSTITUZIONE; e abbiamo fatto la scoperta dell’America…e abbiamo due ipotesi a proposito: o andare a patteggiare e riconoscerlo, o andare a fare il processo e cercare di non riconoscerlo, QUINDI IL FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE CI STA. QUELLO CHE DOVREBBE…DI PERICOLOSO POTREBBE USCIRE, E’ CHE SE TU GLI DICI A LUI: ‘SENTI MI DEVI DARE 10.000 EURO PERCHE’ DOBBIAMO PAGARE QUELLE PUTTANE “.
Gianpaolo ribatte: “NO, NO, NO; NON ESISTE”.
Valter dice: “se poi uscisse questo, ti dimostra solo che lui ha mentito che quelle lì erano puttane e lui lo sapeva, però io ti domando…anzitutto questo non è reato; seconda cosa: quando mai qualcuno ha pensato che quelle non erano puttane, fammi capire, pure dal punto di vista dell’opinione pubblica” Gianpaolo concorda e aggiunge: “CI SONO DELLE TELEFONATE TRA ME E LE RAGAZZE, IN CUI LORO MI DICONO CHE LUI, IL GIORNO PRIMA, GLI HA DATO I SOLDI”
Valter non capisce, quindi Gianpaolo ripete: “CI SONO DELLE TELEFONATE TRA ME E LE RAGAZZE, NELLE QUALI DICONO CHE HANNO RICEVUTO I SOLDI DA LUI”. Valter ribatte: “MA SONO REGALI, LUI LO HA AMMESSO NELLE COSE CHE HA DATTO I 1.000 DOLLARI, I 3.000 EURO ETC. ETC. LUI LO HA AMMESSO. Lascia stare, non facciamo cose sbagliate””.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
IL TESTO DELLA INTERCETTAZIONE
Parlando con il direttore ed editore dell’Avanti! Valter Lavitola, il 17 luglio scorso Gianpaolo Tarantini dice di aver saputo dal suo avvocato Giorgio Perroni che Berlusconi ha dato a Lavitola stesso mezzo milione di euro.
L’imprenditore che procurava escort al presidente del consiglio è fuori dalla grazia di Dio perchè di quei soldi ha visto solo una piccola parte.
E dice chiaramente di aspettarsi un sacco di altri soldi.
I due, raggiunti oggi da un ordine di custodia cautelare per estorsione emesso dalla Procura di Napoli, parlano anche di altre persone beneficiate presumibilmente dal presidente del Consiglio: Lele Mora, Emilio Fede e una certa Sabina (probabilmente Sabina Began detta l’Ape regina), che ora vive in una villa “stile Onassis”.
GT = Gianpaolo Tarantini
VL = Valter Lavitola
GT: Và (nel senso di Valter) ma non diciamo cazzate dai! Lo sai com’è quello, che tu oggi gli chiedi 500, vai tra due mesi e gli dici: “guarda che sono serviti per una cazzata, lì devi mettere altri 500″ (incomprensibile) e te le mette.
VL: si, si. E quello piglia e me le mette (in tono ironico). E questa è un’idea tua, hai capito? Questa è l’idea tua.
GT: e Valter, noi in un ann…in un anno e mezzo come abbiamo fatto fino ad ora? Abbiamo trovato quattro, cinque cazzate da dirgli e ci ha sempre dato tutti i soldi che volevamo.
VL: eh? E allora vuoi sapere in un anno e mezzo com’è andata la cosa fino a mò? Io sto fuori di 160 e passa mila euro, a parte gli arretrati da marzo a mò, che tu ci creda o non ci creda, io ti faccio vedere le copie dei rimborsi uno a uno. Se io gli andavo a parlà di tutti quanti…l’unica cosa che mi ha meravigliato è stata la cosa dell’affitto, eh. Perchè, Gianpà …
GT: scusa Và (Valter), tu l’ultima volta che gli hai portato il bollettino, quello dopo un mese, due mesi, te li ha dati; poi non è che ha battuto ciglio. (…)
VL: Gianpaolo, Gianpaolo, l’altra…lui…io gli ho detto che a te ti do 8.000 euro al mese, mentre invece io te ne do 14, più tutti gli extra.
GT: eh.
VL: fitto già pagato (incomprensibile) più l’avvocato, più quello, più le emergenze che tieni? “Tu sei impazzito”, mi ha detto lui. (…)
GT: ti sto dicendo, cioè se io faccio una vita esagerata no, per come la…la…la descrivi tu, la vita esagerata, io devo consentire a mia moglie di andarsi a vendere le borse? O di andare senza macchina?
VL: Gianpà ma fammi capire una cosa, io non…non lo so se tu (incomprensibile), perchè secondo te 14.000 euro al mese più gli extra, più l’affitto pagato, sono pochi soldi al mese?
GT: no! E mica sto dicendo che sono po…io non ho mai detto che sono pochi. Chi ha mai detto che sono pochi.
VL: e allora…e non lo so, se tu mi dici così, che…secondo me è una pazzia sia il fatto delle borse, sia il fatto della macchina, sia il fatto dei 14.000 euro più l’affitto, hai capito? Perchè io voglio vedere l’anno che viene, se non abbiamo risolto, come cazzo si fa! Eh! (…)
GT: appunto, perchè tu l’hai visto come sono coglione io! Forse l’unico, l’unico, l’unico di tutta questa storia, di tutti quelli attorno a lui che hanno avuto problemi, l’unico coglione che non ha mai chiesto A fuori le riga…
VL: e va bè, Gianpà , però non esagerare. Pure questo non è vero, hai capito che ti voglio dire? Secondo me…
GT: e ma tu dimmi una cosa…una puttanata…
VL: …tu ti fai riempire il cervello da questi qua di milioni e miliardi e stramilioni che non (incomprensibile)
GT: ah perchè…perchè Lele Mora che ha avuto 4 milioni di euro e Emilio Fede se n’è intascati 800, chi è più balordo dei due.
VL: si, Gianpà , 4 milioni di euro li aveva avuto Lele Mora che, sostanzialmente, lo…lo…mò lasciamo stare dai (incomprensibile).
GT: no, no Và (Valter), vedi che Perroni è lo stesso avvocato di Lele Mora; Perroni è lo stesso avvocato di Lele Mora e il mio.
VL: e allora?
GT: gli ha dato 4 milioni di euro, 4 milioni di euro, con tre bonifici, sui 4 milioni se n’è intascati 800 Emilio Fede.
VL: 800?
GT: Emilio Fede, a tromba, lo ha truffato.
VL: eh.
GT: Sabina è sistemata tutta la vita. Se tu vai a vedere la casa di Sabina, tu dici: “non è possibile”, sembra la casa di Onassis.
VL: nientedimeno!
GT: eh! Ed io non ho mai chiesto un cazzo! Io sono sempre andato, attraverso te, con…con le…con i piedi di piombo, proprio perchè sapevo, per come sono io, che io…per me è un’umiliazione…già sta telefonata per me è un’umiliazione, per come sono io, andavo a chiedere…
GT: ma guarda che tu a me la notizia che mi hai dato oggi, per me vale oro, è come se mi avessero detto: “sei assolto”. Perchè lui aveva dato una parola e l’ha mantenuta.
VL: eh, ma è logico Gianpà che l’ha mantenuta!
GT: ma se l’avessi saputo però! Eh, ma perchè cazzo non mi hai avvisato! Io sarei stato ipercontento, ti avrei detto: “Valter, ti bacio in bocca, perchè il merito dei 500 sò i tuoi, non sò i miei, perchè chi mi ha portato là : tu.”
VL: ma che c’entra chi ti ha portato là ! Ma secondo te quello te li ha dati perchè siamo andati là ? Te li ha dati perchè io gli ho fatto due palle come una mongolfiera, Gianpà .
GT: appunto! e io che sto dicendo?
VL: fatti i conti che io ancora ne devo avere 230, tra parentesi eh.
GT: va bè. Mò ndò stanno sti cazzo di soldi.
VL: stanno su…aspetta un secondo, fammi vedè chi è (squilla un altro telefono). Tutti i soldi stanno su un conto chiuso in Uruguay.
GT: va buò.
VL: comunque, Gianpà , il risultato è…mò voglio vedè allora quanto sei uomo, allora, visto che è così. Non dire un cazzo a tua moglie, scordati questi soldi; il momento che tu te ne devi andare fuori, te li piglio e te li metto su un conto, anzi, non te li piglio, non te li metto su un conto niente; tu sti soldi vanno per un’attività , individuiamo un’attività , fosse pure a Roma, io lì, mi litigo con lui e te li metto, però su un’attività Gianpà , perchè se te li do in mano a te questi soldi sai quanto durano? Due mesi.
GT: Và (Valter) ma ti posso dì…ti posso chiedere un favore?
VL: eh.
GT: ma me lo fai?
VL: si.
GT: mi fai andà a parlà con lui, perchè io so sicuro che io e lui, davanti, da soli, ame lui non mi da 500, perchè lui mi conosce, sa che Gianpaolo Tarantini prende i soldi dall’ENI, prende i soldi da Finmeccanica, da dove cazzo li prende, lui lo sa che io li prendo, a me me ne servono 5 domani? Lui lo sa che io ne prendo 20, perchè lui lo sa come so capace io a prenderli i soldi, io li ridò tutti e 5.
VL: Gianpà scusa, ma noi ci siamo andati e quello là ti ha fatto così.
GT: e tu mi hai fatt…tu gli hai detto 500, perchè se parlavo io gli chiedevo 3 milioni e quello diceva: “si”, ti assicuro.
VL: Gianpà se tu gli chiedi 3 milioni, quello ci cacciava fuori a tutti e tre.
GT: Và (Valter) ma che cosa dì(ci)? Ma tu non…con chi stai parlan…ma tu lo conosci a quello?
VL: no, io non lo conosco, per fortuna che lo conosci tu.
GT: e allò…agli altri si e a me no? Io sò il coglione de tutta la storia?
VL: ma no, Gianpà io non ci credo agli altri, di tutte queste…
GT: come non ci credo, Và , stanno…stanno…sta negli atti i bonifici a Lele Mora, sta negli atti.
VL: ma lascia perdere, ma tu lo sai qual’è il rapporto di Lele Mora con lui o non lo sai?
GT: quale, che gli faceva schifo, te lo dico io che vivevo là dentro, io dormivo a casa sua…
VL: ma che c’entra.
GT: …gli faceva schifo, gli faceva vomitare
VL: va bè Gianpà , va bè va bè, lascia stà , allora c’hai ragione tu.
GT: allora la casa di Sabina è una…è finta. Cioè, la casa di Sabina, dove vive ora, è finta.
VL: ma non lo so, la casa di Sabina…io la casa di Sabina non lo so, comunque io ti dico che per quella che è la mia esperienza, tu vai là e gli vai a chiedere tre milioni, quello ti caccia fuori a pedate.
GT: ma io non glieli chiedo. Io a lui gli voglio dire una cosa, mi voglio mettere di fronte e gli voglio dire: “Presidè io non c’ho una lira, sono disperato, sto facendo sta cazzo di operazione, non ci sta, nel frattempo, per favore, mi vuoi mantenere come Cristo comanda, senza avere rotture di coglioni di nessun genere?” Mi deve dire: “no”? Io non ci credo.
VL: Gianpà , quello che cosa ti deve dire, ti deve dire: “lo sto facendo”, com’è vero che lo sta facendo.
GT: oh! Ma io non voglio avere, però, rotture di coglioni, Valter!
VL: ma come non vuoi avere rotture di coglioni! Quale rotture di coglioni c’hai Gianpà , fammelo capì pure a me che rotture di coglioni c’hai. Ma perchè tu devi fare una roba fatta male, io non lo riesco a capire, io non lo riesco a capire; tu sei come un kamikaze, cioè a te ti piace prendere i coglioni, metterli sul tavolo e martelli, martelli, martelli, oppure, può darsi che mi sbaglio eh, può darsi che tu dici così: che tu vai là e quello ti da 10 milioni e tu ti metti a posto per tutta la vita, io sò felice e contento come una Pasqua, più, ti garantisco, parola d’onore, dopo di te il più contento sò io, perchè mi sò levato una rogna che manco da ridere, come a sempre eh, ti parlo in modo estremamente schiatt…schietto. Però a me mi sembra che è una roba pazzesca e non (incomprensibile) che quello lì, siccome sò sicuro che quelle due cose che ci stanno da fare, un mese dopo, un mese prima, tre mesi dopo, tre mesi prima, si fanno tutte e due, allora io dico: perchè non lo teniamo sulla corda del fatto che, comunque sia, quello…io gli continuo a pressare su quelle cose là e si fanno e tu quello che ti devi prendere te lo prendi lo stesso e non si corre il rischio che, invece, non prendi proprio un cazzo? Se invece tu gli vai sotto e gli vai a dire: “e tre e cinque e otto e quarantotto e io la vita così, mi mantiene…” quello inizia a pensare: “questo è completamente pazzo, rispetto a sta cosa qua, perchè a questo punto delle due l’una: o io non te li do, una media di oltre ventimila euro al mese, calcolando le variabili, oppure tu sei pazzo”, dice lui. Ventimila senza calcolare l’affitto eh!
GT: va bè.
VL: oppure sei pazzo. Eh…Gianpà , è così eh. Allora, dopodichè, tu che cosa devi fare, devi passare per uno completamente squilibrato…
GT: i cinquecento mò…
VL: …che in parte sei!
GT: …quindi, i cinquecento stanno…
VL: tu, secondo me, squilibrato sei al 50%.
GT: va bè. I cinquecento stanno?
VL: si, cinquecento stanno sopra un conto, siccome lui a me ancora non me li ha dati tutti quanti, ma non fa niente, io ho detto che stanno e stanno e lui me li deve dare e a me lui me li da e non ci sta problemi e questi soldi stanno da una settimana dopo che siamo andati a casa sua.
GT: va buò. E metti che ti succede un cazzo a te domani mattina, io questi cinquecento come li prendo.
VL: ma Gianpà , Madonna Santa, ma non dire stronzate sempre! Ma secondo te allora, fammi capire una cosa, se a me domani mattina mi succede una cosa, mia moglie che cosa fa non campa più?
GT: eh ho capito, tua moglie mica mi conosce a me, non mi saluta a distanza di cinque metri.
VL: ma che c’entra tua moglie, mia moglie manco sa i cazzi miei, mia moglie! Io sono organizzato in un modo tale che siccome, facciamo corna, stanno le cose, ci sta chi sa e come devono fare i fatti. Dopodichè che cosa fai Gianpà , io mò ti do, allora io a te, il nome, il numero di conto e…dopodichè ti acchiappano con una cosa del genere e a me mi fai andare a finire all’ergastolo Gianpà . Ma per favore, usiamo il cervello, per l’amore di Dio! Ma tu ti immagini, vengono a fare una perquisizione, una cosa, ti trovano un fogliettino di carta con sopra scritto un codice, un nome o un numero, tu domani mattina… oppure (incomprensibile) già sta telefonata che stiamo facendo è pazzesca. Immaginati se ti stanno facendo le intercettazioni a distanza che guaio mi fai passare a me, per parlare di cose inesistenti; che cosa faccio, mi fotto i cinquecento mila euro tuoi Gianpà ? (…)
VL: va bè Gianpà , lascia…mò senti, allora senti, io sto a ventimila chilometri, non so quanti chilometri distante, tu stai là , già abbiamo fatto una telefonata folle che io mi auguro Dio che ci assiste che non…non l’hanno presa da nessuna parte (…)
GT: Và (Valter) non me ne andrò mai con cinquecentomila euro, non mi conosci tu. Piuttosto sto qua e lotto, piuttosto sto qua e lotto, mando affanculo tutti e lotto, ma io non sto con cinquecentomila euro che a me vuol dire star bene un anno, perchè ne devo lasciare trecento a mia madre, duecento a mia madre? (…)
GT: si, però tu ricordati una cosa, che io a vent’anni stavo in barca con D’Alema e gli altri a novant’anni ancora dovevano fare quello che io avevo fatto in due anni, da diciotto a vent’anni. A vent’anni. A trenta stavo a dormire a casa di Berlusconi io, a trenta.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
IL TESTO DELLA INTERCETTAZIONE
Si parlano l’uno su un cellulare panamense, l’altro con una scheda wind intestata a tale Ceron
Caceres, cittadino peruviano.
L’uno e l’altro sono Valter Lavitola e Silvio Berlusconi.
Entrambe le schede sono un’idea del direttore dell’Avanti, che poche settimane prima ha consegnato a Palazzo Grazioli le sim card e i telefoni che poi il premier userà con lui. “Tra qualche mese me ne vado …vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.
Comincia così lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso.
Secondo il gip di Napoli — che ha disposto l’arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi — la conversazione in questione è “rilevante” in quanto attesta la “speciale vicinanza” tra il premier e Lavitola e la “natura dei rapporti” tra i due, “rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato ‘informatore’ su vicende giudiziarie che, benchè riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”.
Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, “al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta ‘P4′ nonchè ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie”.
E’ Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale Alfredo.
La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie..
“Anche di questo — sostiene un Berlusconi che sembra essere molto consapevole che la telefonata sia intercettata — non me ne può importare di meno… perchè io …sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c’è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato…quindi..io sono assolutamente tranquillo…a me possono dire che scopo..è l’unica cosa che possono dire di me…è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente…io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei…da un’altra parte e quindi…vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
LO DENUNCIA UN’INCHIESTA DEL QUOTIDIANO LOCALE “CRONACHE DI NAPOLI”… ORA IL COMUNE HA INIZIATO LE VERIFICHE: SONO GIA’ 31 GLI IMMOBILI FINITI NEL MIRINO
Il cronista scopre l’inghippo e denuncia lo spreco.
L’assessore si abbevera alla fonte dei suoi articoli e agisce.
Ed è stato così che, leggendo i puntuali reportage del giornalista di Cronache di Napoli, Ciro Crescentini, l’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo (Idv) si è accorto che almeno 31 immobili di proprietà del Comune sono stati assegnati a partiti politici che non sborsano i canoni di locazione.
“Il danno ammonta a circa un milione di euro”, precisa l’esponente della giunta del sindaco Luigi de Magistris.
Ma i meriti della scoperta sono tutti di Crescentini e della sua campagna stampa di fine agosto sull’utilizzo infruttuoso del patrimonio comunale.
Lo testimonia lo scambio di messaggi sulle bacheche delle rispettive pagine Facebook.
Si legge Crescentini che linka i suoi articoli, e Tuccillo che gli chiede ragguagli e la cortesia di spedirgli la documentazione attinente alle notizie pubblicate affinchè gli uffici facciano uno screening.
Detto, fatto.
Peraltro, era tutto in rete, sul sito internet dell’amministrazione comunale.
Crescentini ha incrociato i dati. “Lo scenario che emerge dai nostri controlli è estremamente grave — dichiara oggi Tuccillo, a tre giorni dalla pubblicazione del primo pezzo — ed il Comune si mobiliterà immediatamente per la riscossione dei crediti vantati. In una congiuntura di seria sofferenza finanziaria tale situazione non è più tollerabile. I partiti politici rappresentano uno strumento essenziale nella vita democratica del Paese e dovrebbero contribuire alla credibilità e al prestigio delle istituzioni, rappresentando esempi evidenti di rigore e di trasparenza”.
“Per mettere finalmente a reddito il nostro patrimonio immobiliare — conclude l’assessore — completeremo la ricognizione dei fitti attivi e di tutti i crediti vantati dal Comune. Il nostro patrimonio immobiliare appartiene al Comune ed ai suoi cittadini e non può essere depauperato e svilito così come è avvenuto nel corso di questi anni”.
E non sono soltanto i partiti ad aver approfittato gratis di beni pubblici.
Secondo le inchieste di Crescentini, l’amministrazione comunale di Napoli perde ogni anno 11 milioni di euro per il mancato incasso di canoni di locazione di case, negozi, scantinati e terranei concessi gratis o per importi irrisori.
Gli evasori vanno cercati anche tra aziende, associazioni culturali, sindacati, enti sportivi e ricreativi.
Diversi dei quali diretti da ex consiglieri comunali.
La politica che approfitta del proprio potere per evadere ai propri doveri, e strappare ingiusti privilegi.
Il sistema, scrive il giornalista di Cronache di Napoli, è quello del comodato d’uso. Per favorire gli amici degli amici.
Un sistema proliferato a lungo grazie all’assenza di un’anagrafe degli immobili.
Che però è stata infine disposta e preparata dalla Romeo Gestioni, e consegnata da tempo ai dirigenti. I dati ora sono pubblici.
La giunta de Magistris sa da dove cominciare per iniziare a ripianare i conti.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
QUANTO HA PESATO L’EURO NELLE NOSTRE TASCHE, LA RICERCA DI ALTROCONSUMO: L’INFLAZIONE E’ CRESCIUTA PIU’ DELLE RETRIBUZIONI… MALE NEI SETTORI DOVE E’ STATO DATO SPAZIO ALLA SPECULAZIONE, MEGLIO DOVE CI SONO STATE LE LIBERALIZZAZIONI
La sorpresa maggiore è forse nella conclusione, perchè contrasta con una credenza molto
diffusa tra gli italiani: non è vero che l’euro ha rappresentato un salasso per gli italiani.
Per arrivare a questa affermazione finale, in occasione del decimo “compleanno” della moneta unica, l’associazione Altroconsumo ha preso in esame la spesa che ogni cittadino deve affrontare oggi per usufruire di una serie di beni e servizi fondamentali – dall’energia alle telecomunicazioni, dai trasporti pubblici ai ristoranti – e l’ha confrontata con un’altra, identica ricerca che aveva svolto nel 2001.
Ecco di seguito cosa è venuto fuori.
Italiani più poveri
Partendo dai dati macroeconomici, l’indagine “Dieci anni in Eurolandia” quantifica subito in una percentuale del 7% il calo del potere d’acquisto degli italiani.
Il risultato è frutto del rapporto fra l’inflazione, cresciuta in dieci anni del 21%, e il reddito pro capite, il cui incremento è stato invece del 14%.
La riduzione della capacità di spesa ha ovviamente modificato i comportamenti: negli alimentari, ad esempio, mentre i prezzi sono saliti in dieci anni del 25%, la spesa relativa è cresciuta solo del 13%, diventando quindi più selettiva.
Al contrario, essendo cresciute le ore passate al cellulare e su internet, la spesa relativa è cresciuta del 30% mentre i prezzi per le tlc sono calati del 28%.
L’inflazione e la speculazione
Partendo dai dati dell’Istat, Altroconsumo rileva che la crescita dell’inflazione (ossia l’indicatore che calcola il costo della vita in base all’aumento dei prezzi al consumo) è stata in media del 2,3% annuo: i prezzi, dunque, in dieci anni sono cresciuti di quasi un quarto.
Il percorso è stato abbastanza lineare con l’eccezione del biennio che ha preceduto la crisi globale quando, nel 2007-2008, sui generi alimentari e sull’energia si scaricarono i rincari improvvisi sui prezzi dei cereali e del petrolio.
Effetti che la speculazione ha fatto diventare permanenti anche a crisi del grano conclusa.
La prova è nel prezzo della farina, del pane e degli altri derivati dei cereali: cresciuto in linea con l’inflazione fino al 2007, ha poi fatto un balzo in avanti e non più risceso, chiudendo il decennio dell’euro con una crescita (+47%, + 33% per il solo pane) nettamente superiore rispetto all’inflazione.
Alimentari e beni primari
La speculazione su pane si nota anche di più guardando ai prezzi degli altri generi alimentari, il cui aumento è stato invece quasi in linea (+25,3%) con l’inflazione (+23%).
A parte i beni come tabacchi e gli alcolici (+53%), dove la spesa è diventata più salata per tutti gli italiani è il settore dei beni “primari” come l’acqua (+53%) e il gas (+34%), dei carburanti (+35%) e dei servizi locali, a cominciare dai trasporti pubblici (+35%) e dalle tariffe per i rifiuti solidi urbani (+33%).
Trasporti e Rcauto
Sui trasporti in generale, l’indagine di Altroconsumo evidenzia come il settore, malgrado “pulluli di offerte low cost”, sia uno di quelli dove i rincari sono stati più anormali: +147% per le navi, +61% per gli aerei, +46% sui treni e +34% per i taxi.
Se si guarda al trasporto pubblico urbano, invece, l’entrata in vigore dei biglietti a 1,50 euro fa di Milano e Genova le città dei maggiori aumenti (+94%), considerato che nel 2001 la corsa costava 1.500 lire.
In tutto ciò hanno inciso le vicende del petrolio, ma indubbiamente anche le speculazioni via via attuate all’ombra del barile
Quanto ai premi Rcauto, i costi sono cresciuti a dismisura in città come Napoli (+122%) e Palermo (+77%), mentre a Roma è balzata del 136% in dieci anni la spesa per assicurare moto e motorini.
Il pregio delle liberalizzazioni
In alcuni settori “chiusi”, come quello dei trasporti, la presenza di monopoli, oligopoli e “cartelli” più volte denunciati anche dalle autorità di controllo hanno pesato sui rincari e sui consumatori.
Al contrario, dove il mercato è stato aperto con liberalizzazioni o ampliamento della rete distributiva, i prezzi sono andati giù: il caso più evidente riguarda i farmaci, scesi del 28% in 10 anni.
Bollette salate
I dati appena riportati mostrano come sia il comparto energetico ad aver subito di più i contraccolpi legati al petrolio ed al prezzo del barile.
In mezzo ci sono situazioni geopolitiche complesse ed eventi straordinari, ma a pesare, sottolinea Altrconsumo, sono state anche le “inefficienze industriali legate alla raffinazione ed alla distribuzione.
Dove l’andamento dei prezzi è stato in linea con l’inflazione, come nei settori della telecomunicazioni e dell’elettricità , il merito è stato in gran parte della maggiore concorrenza sul mercato dei gestori anche in seguito alle liberalizzazioni varate nel 2007.
I beni dai rincari minori
Dove la spesa è cresciuta meno rispetto a 10 anni fa, tlc a parte, è tutto il settore dell’abbigliamento e calzature (+17,9%), dell’arredamento (+20,5%), le spese per il tempo libero e la cultura (+10,9%) e soprattutto nel settore sanitario (+2,8%).
Sopra la media dell’inflazione è stato, secondo Altrconsumo, l’aumento dei prezzi per l’istruzione (+26,5%) e per i servizi ricettivi e di ristorazione (+28,9%).
In un focus particolare su alberghi, bar e ristoranti, l’indagine rileva che mentre il costo di una notte in hotel è salito dal 2001 solo del 17%, le consumazioni in bar e ristoranti nelle grandi città sono salite mediamente di 33 punti.
Caffè e pizza
I dati vanno anche contestualizzati. E’ vero che il caffè, ad esempio, è aumentato del 35% a Roma e del 18,5% a Milano, ma è anche vero che Milano è passata così da 0,84 centesimi a un euro, mentre Roma da 0,63 a 0,85 centesimi di euro.
Il maggiore incremento sulla pizza, invece, si è registrato a Bari (+45,2%), mentre il minore a Roma (+20,2%); oggi, però, secondo le rilevazioni di Altroconsumo, a Bari la pizza continua a costare la metà rispetto a Roma: 3 euro contro 6 euro.
Le conclusioni
“Non possiamo dire che il passaggio all’euro, dopo dieci anni di moneta unica, abbia rappresentato un salasso per i consumatori – è la conclusione di Altroconsumo – . Fatta eccezione per il biennio 2007-2008, l’inflazione, in fondo, è cresciuta in modo fisiologico”.
Tuttavia, sottolinea l’associazione, i “picchi nascosti” dietro l’andamento medio dei prezzi hanno “fortemente penalizzato i consumatori”, a cominciare proprio da quei beni di prima necessità quali l’acqua, il gas, il canone Rai o i trasporti, “che hanno registrato aumenti generalizzati – e molto spesso non giustificati – per le tasche dei cittadini”.
(da “La Repubblica“)
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Settembre 2nd, 2011 Riccardo Fucile
ASPRA ANALISI DEL PRESTIGIOSO GIORNALE ECONOMICO STATUNITENSE
Il Wall street Journal mostra preoccupazione per le parole insensate del Premier italiano, nel passato le sue “pagliacciate”, hanno messo in ridicolo l’Italia, ora quello che più preoccupa i leader europei è che possa danneggiare l’intera zona Euro.
Il noto giornale americano evidenzia come il teatrino inconcludente della politica italiana possa ripercuotersi nella zona Euro.
“Le ripetute modifiche del primo ministro italiano alla manovra da 45,5 miliardi di euro – si legge – sono state necessarie per tamponare il rischio di un buco di bilancio, oltre a mettere in luce le perenni debolezze dell’Italia: la politica e la crescita”.
Il WSJ consiglia: “Roma dovrebbe prendersi una vacanza dalla politica”.
“L’Italia – si spiega – è sfuggita alla tempesta sui debiti sovrani del 2010 perchè a differenza di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna non ha speso troppo durante la crisi, e perchè il suo sistema bancario è solido e il debito delle famiglie è basso”.
L’Italia si trova davanti scelte difficili, il piano di austerity è necessario per raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati per dare fiducia ai mercati. Se però dovessero esserci ulteriori ricadute le società di rating potrebbero uteriormente abbassare a distanza di poco tempo il coefficente, mettendo a rischio la fiducia nei mercati.
Questo avrebbe una ricaduta sui titoli pubblici italiani che vedrebbero compromesso l’acquisto degli stessi da parte della Bce.
L’acquisto dei Bond da parte della BCE hanno dato respiro ai mercati, ma cosa accradebbe se dovesse ventilarsi una nuova crisi?
L’Italia rischierebbe il default e l’Europa verrebbe risucchiata a causa del teatrino della politica italiana”.
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