Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
TORNA IL BAVAGLIO MASTELLA (PEGGIO DI ALFANO) … PROIBIVA DI RIASSUMERE O ACCENNARE AL CONTENUTO DI TUTTI GLI ATTI… SEMPRE PIU’ ARIA DI REGIME
La tentazione c’è tutta, anche “per mettere spalle al muro la sinistra”.
E più passano i giorni e più si fa concreta la possibilità che il governo modifichi il testo del ddl intercettazioni, ora alla Camera, con l’inserimento di una parte del ddl Mastella per rendere ancora più aspro il bavaglio sulla pubblicazione degli ascolti; si andrà ad emendare, in modo comunque non sostanziale, il testo che è uscito dalla commissione Giustizia della Camera e che da oggi diventa il centro del dibattito politico a Montecitorio.
Il voto è previsto per la metà della prossima settimana.
In un concitato vertice di maggioranza alla Camera, è stato deciso che — come da ordine preciso di Berlusconi — si lavorerà sul testo del ddl già approvato al Senato apportandovi anche altre, rarefatte modifiche (una proprio sulla questione legata all’equiparazione dei blog a testate giornalistiche, che verrà addolcita ) concentrate in un maxi emendamento su cui il governo porrà la questione di fiducia e quindi di corsa verso il Senato, per “una mera presa d’atto”, più probabilmente con una nuova fiducia per evitare problemi e abbattere i tempi.
L’accordo sulla rapidità è stato siglato l’altra sera a Palazzo Grazioli, ancora tra Bossi e Berlusconi, e in mattinata ne hanno raccolto i risultati sia l’avvocato Ghedini che il ministro Nitto Palma, saliti a Palazzo Grazioli proprio per avere indicazioni sul da farsi.
Sarà fiducia, dunque, con ogni probabilità .
E con il tentativo di coinvolgere nel voto anche una parte della sinistra con il ricatto che il ddl Mastella era stato voluto proprio dal governo Prodi.
Senza fiducia , tuttavia, con centinaia di emendamenti presentati dalle opposizioni, sarebbe impossibile mantenere diversamente il timing imposto dal Cavaliere.
La tensione, intorno al provvedimento, intanto sale. Ieri, a piazza del Pantheon a Roma, dalle 15 alle 18, si è tenuta la manifestazione contro il ddl intercettazioni promossa dal ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’ per “urlare no all’ennesima legge ad personam”.
Il fatto è che Berlusconi, sull’argomento intercettazioni e più ampiamente su quello “giustizia” ha raggiunto “la saturazione”, anche perchè Fini non ha concesso i tempi rapidi di discussione per il “processo lungo”, ora in commissione Giustizia chissà per quanto.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, denuncia, Giustizia, governo, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Settembre 30th, 2011 Riccardo Fucile
DECRETO SVILUPPO, SGRAVI AI PRIVATI, TAGLIO DI SEI MILIARDI AI DICASTERI…ARRIVA LA “TREMONTI-INFRASTRUTTURE”: SEI PROPOSTE PER LE GRANDI OPERE
Sgravi, esenzioni, incentivi, burocrazia “scontata” per semplificare e accelerare le grandi
opere, coinvolgendo i privati.
Il pacchetto per lo sviluppo prende forma in attesa di uno o più decreti, «a costo zero» per le casse dello Stato, che il Consiglio dei ministri potrebbe ratificare entro la prossima settimana, secondo le previsioni espresse ieri dal ministro Sacconi.
Arriva, intanto, il decreto che taglia gli stanziamenti dei ministeri per 6 miliardi, come deciso dalla manovra d’agosto, firmato ieri da Berlusconi e Tremonti.
Il provvedimento è in ritardo rispetto alla tabella di marcia inserita nella nota al Def, il documento di economia e finanza (era da varare entro il 25 settembre), a causa delle tensioni scatenate tra i ministri sulla distribuzione dei sacrifici da operare ai singoli budget, lontane dall’essere sopite e che alimenteranno altri scontri nei giorni a venire
La crescita, intanto.
Il cuore delle misure è la “Tremonti-infrastrutture”: sei proposte per far ripartire i cantieri.
La principale, a quanto si legge in bozza, prevede sconti Irap e Ires (meno tasse) alle imprese che si aggiudicano la concessione per realizzare un’opera pubblica e la contestuale, seppur parziale e limitata nel tempo, rinuncia dello Stato al relativo canone.
Altra novità , l’introduzione del contratto di disponibilità per «favorire il partenariato pubblico-privato nelle infrastrutture strategiche»: l’opera è di proprietà privata (il privato assume spese e rischio della costruzione), ma destinata a un pubblico esercizio.
Lo Stato, dunque, paga un canone di disponibilità al privato, nonchè un prezzo finale se vuole rilevarne la proprietà .
Le proposte avanzate dal dicastero dello Sviluppo economico prevedono la costituzione di una società «aperta alla partecipazione dei privati» per portare la banda larga e ultra-larga in tutto il Paese, l’estensione alle società a capitale prevalentemente pubblico (nei settori di acqua, energia, teleriscaldamento, smaltimento, depurazione) della deducibilità degli interessi passivi di natura finanziaria «nel limite del 30% del reddito operativo», l’aumento da 4 a 20 anni della durata della concessione demaniale per depositi e stabilimenti costieri degli impianti petroliferi. Buona notizia, l’idea di prorogare per un triennio le detrazioni per interventi di «efficientamento energetico» che vengono, però, rimodulate secondo tetti, ora non previsti (non più di tot euro per metro quadro di pannello solare, non più di tot euro per Kw della caldaia, ecc.), e limitata al 41% (anzichè il 55%) per finestre e piccole caldaie.
Dovrebbe poi tornare la detrazione per gli elettrodomestici ad alta efficienza e le pompe di calore
Tra le ipotesi plausibili, la devoluzione del 25% dell’extragettito Iva (fino a 15 anni), incassata dalla gestione di una nuova infrastruttura per i trasporti, alla stessa società che l’ha costruita. Poi, incentivi alle compagnie di assicurazione che apportano capitali ai privati che fanno le infrastrutture.
E soprattutto un iter molto rapido al Cipe che approverà le opere strategiche una sola volta, nella versione preliminare e non anche nella definitiva, se i due progetti sono coerenti rispetto a un «medesimo limite di finanziamento».
Saranno, infine, semplificati i controlli sulle società energetiche perchè non traducano la maggiore tassazione (la Robin tax) in aggravi di bolletta.
Per chiudere, la cessione delle partecipazioni Anas al Tesoro, prevista in manovra, sarà limitata a quelle dove Anas è concedente e non concessionaria.
argomento: economia, finanziaria, governo | Commenta »