COSA DICE IL DOSSIER DI BELSITO SU MARONI (DI CUI NESSUNO DETTAGLIA)
Aprile 19th, 2012 Riccardo FucileL’EX TESORIERE HA RACCONTATO A “PANORAMA” DI AVER INGAGGIATO DUE INVESTIGATORI PRIVATI…SI PARLA DI TRE NATANTI RICONDUCIBILI A MARONI, DI NUMEROSI FAVORI AD AMICI E CONOSCENTI E DI UNA TANGENTE DI 54 MILIONI DI EURO DAGLI AFFARI LIBICI
Dopo i diamanti, gli 007: la Lega spiava la Lega. 
L’ex tesoriere del partito Francesco Belsito aveva sguinzagliato sulle tracce dell’ex ministro dell’Interno due investigatori privati e aveva raccolto un dossier sugli affari di Roberto Maroni.
Fra le carte di Belsito c’era insomma anche una cartellina gonfia di visure camerali e annotazioni scritte a mano dagli 007 a libro paga.
È il settimanale Panorama a svelare la trama che porta a galla ancora una volta i veleni e i rancori che da mesi dilaniano la Lega, con il duello mortale fra il Cerchio magico e i Barbari sognanti.
A Milano, in procura, vanno con i piedi di piombo: allo stato, fanno sapere negli ambienti del palazzo di giustizia, il dossier non risulta.
Ma è Belsito in persona a confermarlo a Giacomo Amadori che firma lo scoop di Panorama: l’operazione scattò tre mesi fa, a gennaio, quando ormai l’impero dell’ex sottosegretario alla Semplificazione scricchiolava.
Dunque, in quel contesto l’allora tesoriere del Carroccio assolda i detective, naturalmente a spese del partito, e quel che è peggio informa, anche se alla sua maniera contorta e velata, il capo supremo Umberto Bossi.
«Gli dissi – spiega ancora a Panorama – che mi sentivo accerchiato e che stavo cercando di capire alcune cose su Maroni». Bossi, se è vera la ricostruzione, non avrebbe nemmeno provata o fermarlo: «In realtà non mi ha detto niente».
Insomma, nella Lega ci si pugnalava a vicenda all’ombra della leadership appannata di Bossi.
Il dossier contiene notizie nebulose: i detective, pagati naturalmente con i soldi del partito – l’ultimo bonifico è di 2.100 euro – hanno messo insieme più chiacchiere e voci che notizie verificate.
I due segugi – un investigatore privato e un maresciallo in congedo dei carabinieri con l’immancabile passaggio nei servizi – si sono concentrati soprattutto sul capitolo barche.
Dunque hanno curiosato fra le proprietà di una società , la Quiet please srl, mettendo insieme con molta approssimazione alcune informazioni.
La Quiet avrebbe nel proprio portafoglio un catamarano da 320mila euro.
Il titolare – a sentire gli spioni del Carroccio – sarebbe un compositore pugliese.
«In realtà – spiega a Panorama uno dei detective chiamato V. – noi riteniamo che il natante sia riconducibile a Maroni».
E sempre Maroni avrebbe un motoscafo a Portorose.
E ancora l’ex ministro sarebbe proprietario di una barca a motore, localizzata a Palermo e prima ancora nella solita Varazze.
Gli 007 lumbard hanno effettuato le visure della Quiet e di altre società e sostengono che le barche potrebbero nascondere affari opachi.
Altro anello sarebbe l’imprenditore Lorenzo Rizzardi, presidente del circolo velico di Gargnano sul lago di Garda che sta investendo in un progetto di 200 appartamenti e varie attività commerciali.
Bloccato dal Tar, il ricorso avverso sarebbe firmato da Attilio Fontana, sindaco maroniano di Varese.
Belsito poi invita a controllare i componenti della band dove suonava Maroni, destinatari di aiuti da parte del ministro: “Verficate se hanno o meno titoli per sedersi su quelle poltrone”.
Ed elenca ex componenti del Minsitero, dirigenti Inps, Rai, Inail , tutti “piazzati” da Maroni.
Belsito poi spara il botto: «Mi risulta che, da ministro, Maroni sia stato il destinatario di una tangente da 54 milioni di euro in due valigie per l’appalto ottenuto da una multinazionale italiana in Libia».
Le pezze d’appoggio? Tanto per cambiare, latitano.
La fonte sarebbe un bussines man che ha raccolto una confidenxa di un alto ufficiale di Tripoli
Del resto gli 007 sarebbero stati pagati solo in parte, i fondi sarebbero venuti meno e l’inchiesta interna si sarebbe arenata.
Non c’è pace nella Lega, alle prese con lo scandalo legato all’uso dei soldi del partito. L’ultimo affondo riguarda l’ex ministro Roberto Calderoli.
mese fa il candidato del centrosinistra Marco Doria aumenta dello 0,8%, quello di centro, Enrico Musso, perde il 2,1%, invariato l’esponente del Pdl, Pierluigi Vinai, sale del 2,2% Paolo Putti dei grillini, scende dello 0,7% Edoardo Rixi della Lega.