Ottobre 12th, 2013 Riccardo Fucile
LE TRASMISSIONI TV DEDICATE ALLA CUCINA SI INGEGNANO PER CONTENDERSI L’AUDIENCE… LA CONTROMOSSA DI BENEDETTA PARODI
Visto il grande successo delle trasmissioni dedicate al cibo e alla cucina (attualmente circa un centinaio sui vari palinsesti), il mondo della televisione si sta ingegnando di moltiplicare le occasioni, perfezionando i programmi già in onda e anche inventando nuovi generi.
RAI UNO
La tradizionale pentolata di mezzogiorno, con Antonella Clerici che ingurgita tutto quello che viene preparato in diretta, potrà avvalersi del rivoluzionario sistema satellitare “odorround”, che permette di diffondere nelle nostre case un forte odore di soffritto anche se si è sintonizzati su altri canali o se il televisore è spento.
Un forte profumo di aglio e cipolle, accompagnato dall’allegro rumore dello sfrigolio dei tegami e dalle urla di entusiasmo della conduttrice, impregnerà giorno dopo giorno l’intero Paese, casa per casa, quartiere per quartiere.
La Clerici ha presentato un format molto innovativo anche per il Festival di Sanremo: ogni cantante deve eseguire il suo brano mangiando una pietanza da lui stesso preparata, nella speciale sezione “Sanremo a bocca piena”, avendo l’accortezza di non far cadere per terra bocconi troppo grossi quando la partitura costringe a cantare a squarciagola.
Già molte le adesioni dal mondo del punk. Il microfono verrà ripulito dal sugo e sterilizzato dopo ogni esibizione. La Rai ha fatto sapere che se ne riparlerà per l’edizione del 2015.
BENEDETTA PARODI
Sempre più dalla parte della gente normale, anche quest’anno riproporrà le sue ricette facili da preparare, in controtendenza rispetto all’eccessiva ricercatezza della cucina d’autore.
Tra le nuove proposte di Benedetta: “Pane e prosciutto facile”, senza l’inutile perdita di tempo di tagliare a metà il panino, lo si avvolge intero in una grossa fetta di prosciutto; “Dado caldo”, si ingoia un dado (dopo averlo scartato) e ci si beve sopra mezzo litro di acqua bollente senza dover aspettare che il dado si sciolga nella pentola; e infine, grande novità di quest’anno, il “Piatto sotto casa”: si scende a mangiare al ristorante più vicino.
PRETEST-SHOW
Escogitato da un gruppo di autori televisivi che si rifanno al situazionismo, l’idea del pretest-show è un uso del tutto pretestuoso di altri format.
Esempio: durante un talk-show politico uno degli ospiti, senza preavviso, estrae una gavetta piena di fagioli con le cotiche e la consuma sul posto, ignorando le domande del conduttore e le proteste degli altri ospiti.
Oppure: un conduttore di telegiornale, mentre legge le notizie, monda un gambo di sedano dai fili, lo sminuzza finemente con la mezzaluna, lo unisce a un composto di succo d’arancia, ricotta e tuorlo d’uovo precedentemente preparato e mescola a lungo con la frusta fino a ottenere, poco prima della sigla di chiusura, un composto omogeneo.
MASTER-CHE
Basta con le selezioni troppo rigorose, che riducono il novero dei concorrenti a pochi aspiranti cuochi gasati e presuntuosi.
Di qui in poi nessun italiano dovrà sentirsi escluso dal prestigioso concorso culinario: i tre giurati si presenteranno senza preavviso in una casa estratta a sorte e costringeranno i presenti a cucinare qualcosa con quello che hanno in frigo in quel momento.
Nelle prove simulate ha vinto un ragioniere romano con il piatto “Sottilette Kraft bollite nel loro cellophan”, battendo di un soffio una segretaria di Modena che aveva proposto un orginalissimo “Pandoro dell’anno scorso ammorbidito con il ferro da stiro”.
FOOD-TROTTER
Continua il viaggio intorno al mondo del simpaticissimo reporter americano Muddy Oversize, che assaggia con visibile piacere anche i cibi più estremi, dalle interiora di dromedario alla marmellata di oloturia.
Nelle prossime puntate il nostro Muddy sarà nei campi profughi africani, dove potrà gustare, con la consueta allegria, il minestrone di fango e cibi scaduti offerti dalla solidarietà internazionale e le ingegnose frittelle di farina di pneumatico che servono a far star zitti i bambini.
Michele Serra
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Ottobre 12th, 2013 Riccardo Fucile
INSULTI INCROCIATI, VECCHIE CONVERSAZIONI REGISTRATE, CALUNNIE GRATUITE E UN PROBLEMA INSORMONTABILE: VICINO AL CAPO NON SI MUOVONO PIÙ I SOLDI
Silvio Berlusconi è circondato. Ma non dalle forze dell’ordine. 
Ad assediare l’Autocrate Condannato, in queste settimane tragiche e convulse, è come un branco infinito di piranha che reclamano attenzione e antichi privilegi.
In una sola parola: soldi.
E tra Arcore e Palazzo Grazioli a Roma, le residenze più frequentate, anzi battute dal Cavaliere adesso c’è anche un problema, in un certo modo connesso alla spending review “familiare” avviata dalla giovane fidanzata Francesca Pascale su fagiolini e pesce: nessuno vuole muovere danaro o fare acquisti per conto di B.
Come se i suoi bigliettoni d’improvviso scottassero.
La fonte interpellata, un tempo vicinissima al Re Sole del centrodestra, riferisce molti episodi con cifre e nomi, soprattutto relativi a donne.
E fa un esempio, citando un notissimo ex senatore del Pdl, oggi anziano e malato: “Quando Berlusconi voleva regalare una Mini alla ragazza di turno (la Mini è una griffe famosa delle cene eleganti, ndr) chiamava questo senatore e gli chiedeva di comprarla. Ecco, oggi attorno a lui sono tutti terrorizzati e nessuno vuole muoversi per paura di essere monitorato dai magistrati”.
Di qui la moltiplicazione dei pizzini e degli avvertimenti recapitati al Caro Leader condannato, nel pieno di questa Salò del Terzo millennio.
Il caso più clamoroso è quello di Valter Lavitola, il faccendiere dell’affaire Montecarlo-Fini oggi ai domiciliari per bancarotta ed estorsione a B.
Nell’intervista di Lavitola a Servizio Pubblico, l’ex socialista craxiano ammette riferendosi a se stesso, a proposito della differenza di trattamento con il pugliese Tarantini, aiutato da B.: “Forse non aiuta chi sa che non lo tradisce. Forse però lo affermo per amarezza”.
Poi la rivelazione su un archivio audio segreto, dopo il teatrino del presunto memoriale da consegnare ai magistrati di Napoli: “Vengo dalla vecchia scuola socialista. Il presidente Craxi diceva sempre: ‘Conserva sempre tutto e non usare mai niente, neppure contro i nemici’”.
Più chiaro di così.
Ma cosa conserva, Lavitola, al punto da aver seminato il panico nella corte del Cavaliere da almeno due mesi? Non solo.
Fonti autorevoli raccontano che pure Tarantini vivrebbe una difficile situazione psicologica. Un altro tormento in arrivo per il Condannato?
In questo girone dantesco della Salò berlusconiana, dove invidia, lussuria e avidità sono vizi consolidati della corte, è piombata da alcuni mesi la fidanzata “ufficiale” Francesca Pascale.
Ed è contro di lei, invece, che si scagliano insulti e insinuazioni di ex predilette del Cavaliere, un tempo beneficate.
L’ultima offesa è dell’attrice bulgara Michelle Dragomira Bonev che ha scritto: “Francesca Pascale è lesbica, io sono molto più che una sua amica e la storia d’amore con Berlusconi è una messinscena”.
Nell’uscita della Bonev colpisce soprattutto una cosa. Cioè, che in questo momento, nel giro ristrettissimo del cerchio di B., ci sono altre due versioni confezionate sulla presunta omosessualità della Pascale, napoletana di Fuorigrotta.
La prima, alimentata da qualche falco caduto in disgrazia, riguarda il rapporto esclusivo tra la “fidanzata” e la primogenita di Berlusconi, indicata anche per la successione politica: Marina.
L’asse tra le due, si racconta, sarebbe stato decisivo per la retromarcia all’ultimo minuto sulla fiducia al governo Letta. Altro che Alfano e le colombe di governo.
La seconda versione tira in ballo l’ex pupa Elena Morali, già fidanzata del Trota Bossi. La Morali è una delle poche che si è salvata dall’epurazione pascaliana (nel senso della Pascale, non del filosofo) e frequenta ancora Villa San Martino.
E così le escluse malignano sul rapporto tra lei e “Francesca”.
Anche in questo caso, ovviamente, a dettare legge sono i soldi. Gli attacchi alla “fidanzata” stanno avendo un’escalation impressionante. In origine furono Sabina Began (“Io e lui ci ameremo per sempre”) e la terribile montenegrina Katarina Knezevic (“Silvio sposerà me, non la Pascale”).
A loro si è aggiunta da poco Imma De Vivo, la gemella di Eleonora, coppia storica del Bunga Bunga: “Tutti sono capaci di vivere nell’agio e nel lusso. E vedo che Francesca si è calata già molto bene nella parte. Ricordo che prima delle elezioni una sera Berlusconi a noi ospiti disse: ‘Dopo il voto la lascio’”.
Ma a sorprendere per durezza e volgarità sono i recentissimi tweet di Barbara Guerra. La Pascale è definita come “cessa”, “disperata”, “munnezza” e “zoccola”. La Guerra è una memoria vivente delle serate del Condannato e i suoi ricordi potrebbero provocare altri terremoti.
Tra le ragazze delle “cene eleganti” vige da sempre una gerarchia regolata dai benefit. Il più ambito è la casa (Began e altre), poi l’auto e le rendite mensili.
E per chi, da olgettina, prende 2.500 euro al mese è dura leggere delle case delle altre. Se a questo sommiamo la spending review della Pascale e la paura attorno a B., allora è impossibile immaginare un epilogo indolore per il Condannato circondato.
Fabrizio D’Esposito
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Ottobre 12th, 2013 Riccardo Fucile
C’E’ CHI LAVORA PER INCLUDERE I REATI PER CUI E’ STATO CONDANNATO IL CAVALIERE NELL’AMNISTIA… MA CANCELLIERI LO ESCLUDE
Silvio Berlusconi indossa la maschera del condannato-rassegnato che teme l’arresto dopo la decadenza dal Senato.
E consegna le sue paure agli europarlamentari Pdl: “Ho fatto tanto per il Paese e vogliono ridurmi a pulire i cessi. Vogliono spedirmi in carcere, farmi fuori per via giudiziaria sia politicamente che economicamente (e ricorda i 500 milioni a De Benedetti per Mondadori). Mi faranno marcire in galera come la Tymoshenko”.
Non siamo in Ucraina, satellite di nefandezze dei russi e di Putin (un amico, o no?). Amico, certo, e così spiega: “Putin mi aveva messo in guardia”.
Siamo in Italia e il Cavaliere una speranza di salvezza, totale, la può alimentare ogni giorno, osservando il percorso per la doppia clemenza parlamentare con amnistia e indulto.
I disegni di legge presentati e destinati in Commissione Giustizia al Senato, per il momento, e in special modo quello di Lucio Barani (Gal), possono garantire a Berlusconi sia l’eliminazione dei 9 mesi che vuole scontare ai servizi sociali e sia l’interdizione ai pubblici uffici.
Anche se, ieri mattina, il ministro Annamaria Cancellieri ha escluso proprio il Cavaliere: “Non lo riguarderanno”.
Il Guardasigilli vuole un provvedimento per circa 20 mila detenuti.
Un risultato impossibile da raggiungere se non vengono inclusi i reati di corruzione, peculato e soprattutto quelli fiscali, cioè quelli che interessano Berlusconi per la frode Mediaset.
Il Pdl scalcia: “Basta ossessioni”. Il ministro Quagliariello, considerato un dissidente, cerca di riportare la collega sulla strada giusta: “Le parole sono state fraintese”.
Già , pare improbabile che l’indulto, invocato dal Quirinale ,possa non coinvolgere i reati previsti dal precedente, la versione Mastella di sette anni fa
Di quel condono Berlusconi ne ha beneficiato per la condanna Mediaset, ridotta da 4 anni a 12 mesi. Che il Cavaliere non sia neutrale rispetto al tema, lo dimostra anche la richiesta per ottenere i servizi sociali, che rinvia l’espiazione della pena al maggio 2014: proprio in quei giorni, per evitare le ritorsione europee, il Parlamento dovrà licenziare indulto e amnistia.
È ancora presto, però, per fissare la fisionomia di questi provvedimenti. Martedì, in Commissione Giustizia, presieduta da Nitto Palma (Pdl), inizierà la discussione generale sui testi Manconi, Compagna (favorevole al Cavaliere) e il già citato Barani. Nel giro di qualche settimana, saranno pronte le linee guida, la sintesi fatta dai relatori. Non finisce così. Perchè ci sarà la lunga (e intricata) fase degli emendamenti. E via via i passaggi nelle aule di Camera e Senato per l’approvazione con maggioranza qualificata di due terzi.
Il governo ha assicurato Napolitano: indulto e amnistia verranno fatti. Ma senza i voti dei berlusconiani, che non sono certo disposti a fare donazione, il Parlamento rischia di scontentare il Colle.
Più facile accontentare Berlusconi.
Carlo Tecce
(da “il Fatto Quotidano“)
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