Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
UNA MANIFESTAZIONE CHE AVREBBE DOVUTO ORGANIZZARE LA “DESTRA CHE NON C’E'” CONTRO RAZZISTI, POLTRONISTI, LADRONI PADANI E VENDUTI VIENE COSI’ REGALATA ALLA SINISTRA
Il 28 febbraio Matteo Salvini, la sua Lega e Casapound non saranno i soli a scendere in piazza a
Roma. Loro saranno in piazza del Popolo.
Mentre in corteo da piazza Vittorio fino a Sant’Andrea della Valle, sempre in centro, praticamente dietro al Senato (ma l’arrivo è da decidere con la Questura), ci saranno i MaiconSalvini, nuovo cartello nato apposta per l’appuntamento del 28 febbraio, già lanciato sui social come hashtag, insieme a #Romanonsilega e a un’intera campagna anti-razzista curata dal vignettista ZeroCalcare, ma densa anche di ironia, come quella di una foto taroccata dei Clash col cartello: MaiconSalvini.
Sono centri sociali, associazioni lgbtq, antirazziste, migranti, comitati di lotta per l’acqua pubblica, sindacati di base, alcune forze politiche come Rifondazione.
E’ dall’inizio di febbraio che fanno assemblee molto partecipate alla Facoltà di Lettere della Sapienza per organizzare il loro 28 febbraio, più altre iniziative che lo precederanno per “destare l’attenzione dell’opinione pubblica sui pericoli che il progetto politico di Salvini porta con sè”, scrivono.
Ieri, l’ultima assemblea a Lettere e la decisione di lanciare anche un appello “artisti, insegnanti, lavoratori del mondo della conoscenza e semplici cittadini”.
L’invito: “…ad aderire al nostro appello, condividerlo e rilanciarlo, a girare brevi clip video e foto in cui raccontino il loro perchè #MaiConSalvini, che ci aiutino a far viaggiare la campagna e che siano al nostro fianco il 28 febbraio…”.
Hanno già aderito i 99 Posse ed Elio Germano, che hanno girato dei video per l’occasione.
“Pensiamo che Roma non possa essere utilizzata come una passerella elettorale da personaggi che nel corso degli anni l’hanno continuamente denigrata, definendola ‘ladrona’ e o anche peggio”, è il ragionamento che ha portato alla scelta di scendere in piazza.
L’idea è di “dare vita ad un processo partecipativo che sia al contempo capace di far vivere il rifiuto e la netta opposizione che la nostra città deve dimostrare in questa occasione”.
“Vogliamo dimostrare che in Italia esiste ancora un argine alla propaganda populista che viene diffusa da Salvini e Casapound in Italia, dalla Le Pen in Francia e da Alba Dorata in Grecia — spiegano i ragazzi di ‘MaiconSalvini’ — Le politiche del governo Renzi non piacciono nemmeno a noi e non ce lo deve venire a dire Salvini che proviene da 20 anni di berlusconismo, che ha prodotto la Bossi-Fini sull’immigrazione e la legge Biagi sul lavoro. Vogliamo anche infilarci in un meccanismo mediatico che mette in rilievo solo i messaggi di Salvini che lascerebbe morire la gente in mare e che vuole convincerci che saremo invasi dall’Isis con i barconi dei migranti…”.
Ma il 28 febbraio non è che l’inizio. I ‘MaiconSalvini’ promettono di organizzarsi anche per un’eventuale visita di Marine Le Pen a Roma, annunciata da Salvini per la prossima primavera.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
IL BOTTINO SEQUESTRATO ALLE RAGAZZE DEL BUNGA BUNGA: ECCO COME BERLUSCONI HA PAGATO IL SILENZIO DI 21 TESTIMONI: IN UN ANNO HA SPESO UN MILIONE E OTTOCENTOMILA EURO
Abiti e borse griffati, gioielli, migliaia di euro in banconote da 500, perfino nove grammi e mezzo di shaboo, la metanfetamina arrivata dalle Filippine che sta diventando molto di moda a Milano.
E, soprattutto, migliaia di file, e-mail, sms e messaggi WhatsApp contenuti nei telefoni, nei computer, negli iPad.
È ricco, il bottino delle perquisizioni effettuate martedì alle 21 ragazze del bunga-bunga. Ora è iniziato il lavoro di analisi, realizzato dalla squadretta di polizia giudiziaria guidata da Mario Ciacci, insieme ai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, coordinati dall’aggiunto Pietro Forno ma con la supervisione diretta dello stesso procuratore Edmondo Bruti Liberati, che passa da una stanza all’altra dei suoi sostituiti.
Alla droga trovata a casa di una delle ragazze non danno gran peso: è per uso personale.
È il resto che interessa. Perchè prova che i soldi, tanti soldi — almeno 1,8 milioni di euro all’anno, tutti in contanti — continuano a passare da Silvio Berlusconi alle testimoni che hanno raccontato in aula che il bunga-bunga di Arcore era solo un gioco innocente, al più uno spettacolino di burlesque.
Il 2014 era parso un anno tranquillo, le feste di Arcore sembravano dimenticate e il patto del Nazareno pareva aver ridato a Berlusconi dignità d’interlocutore politico.
Ma la squadretta di Ciacci lavorava. Pedinamenti. Foto e video ripresi di nascosto. Intercettazioni telefoniche.
Così davanti ai pm si è ricostruito il flusso dei soldi che arrivavano a compensare, secondo l’ipotesi d’accusa, le false testimonianze delle ragazze.
Prima, a partire dal febbraio 2011, c’era la “paghetta”, 2.500 euro al mese, tracciabili e dichiarati, che finivano nelle tasche di una trentina di Arcorine.
“Hanno ricevuto”, si legge nei decreti di perquisizione, “per molti mesi, a cavallo dei processi, una sorta di stipendio mensile dall’imputato”.
A fine 2013 lo “stipendio” si interrompe e, a inizio 2014, Berlusconi versa alle ragazze una “liquidazione” di 25 mila euro per chiudere la faccenda.
Ma non si chiude niente. Dopo qualche mese, le ragazze sono tornate a batter cassa presso il mite ragionier Giuseppe Spinelli.
E “Spinaus” (interrogato martedì per sette lunghe ore) ha ricominciato a pagare: fino a 5 mila euro aveva autonomia di spesa, per cifre superiori chiedeva il via libera al “Dottore”, come rispettosamente chiama Berlusconi. Il via libera arrivava.
E le buste gialle piene di banconote da 500 euro hanno ripreso a passare dalle mani di “Spinaus” alle borse Prada o Luis Vuitton delle ragazze.
Così una di loro, Francesca Cipriani, accumula dentro una cassetta di sicurezza ben 45 mila euro, tutti in biglietti da 500.
Un’altra, la mitica Marysthell Garcia Polanco che ballava ad Arcore travestita da Ilda Boccassini, aspettava in Svizzera 10 mila euro, ma alla frontiera i doganieri, avvertiti da un uccellino, ne trovano meno di 5 mila nelle borse del suo fidanzato, che — seguito e fotografato — aveva speso il resto nel suo felice shopping in piazza San Babila e dintorni. Barbara Guerra occupa, senza pagare un euro, la villa da un milione di euro disegnata dall’archistar Mario Botta e costruita a Bernareggio, in Brianza.
Riconducibile a Berlusconi, che nella sua generosità usa spesso il metodo “non ci pensare più”: presta soldi o beni con termini lunghissimi per la restituzione, che poi non chiede più.
Che continui a pagare è ormai confermato. Ora i pm devono provare, mettendo insieme telefonate e WhatsApp, che i soldi alle ragazze non sono l’aiuto di un amico generoso, ma lo “stipendio della corruzione giudiziaria”.
Tutte andavano da “Spinaus”, lasciando una scia di sms e WhatsApp.
Tutte tranne una: Karima El Maharoug, in arte Ruby. Per lei trattamento speciale.
Più soldi, anche a botte da 15 mila euro per volta, che le arrivavano a Genova attraverso intermediari, amiche disponibili, conoscenti gentili.
Sotto la supervisione, secondo l’accusa, del suo primo difensore, messo al suo fianco da Berlusconi nel 2010: l’avvocato Luca Giuliante.
Rimasto negli anni una sorta di tutore, che le consigliava spesso moderazione, le suggeriva sobrietà , le chiedeva di spendere meno.
Con scarsi risultati: Ruby spende e spande. Vestiti, scarpe, accessori. Spende ben 7 mila euro per la festa di compleanno della figlia Sofia. Ne passa 14 mila al nuovo fidanzato che deve comprarsi una moto.
Ordina un abito su misura dal sarto Gianni Campagna. Viaggia da Genova a Milano in taxi.
Paga 90 mila euro una vacanza per due alle Maldive.
Perchè Ruby continua a godere di un trattamento speciale? I pm un’idea se la sono fatta. Se ora, oltre all’idea, comporranno il puzzle delle prove, non decollerà soltanto il processo Ruby 3, in cui l’ex presidente del Consiglio è accusato, in concorso con la ventina di ragazze perquisite martedì, di corruzione in atti giudiziari.
Ma cambierà faccia anche il ricorso della procura in Cassazione contro la sentenza d’appello, secondo cui Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
LE INTERCETTAZIONI TRA LA COSCA CROTONESE, GLI IMPRENDITORI E L’ASSESSORE DELLA GIUNTA LEGHISTA: “HO MESSO DI MEZZO IL SINDACO”
“Ho messo in mezzo anche il sindaco”. A parlare è Marco Arduini, il dentista che faceva da
mediatore tra l’amministrazione comunale di Verona e gli imprenditori calabresi ritenuti dagli inquirenti legati alla ‘ndrangheta.
Il sindaco è il leghista Flavio Tosi il cui nome è finito nell’informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri di Crotone che, nel gennaio 2012, decise di pedinare il segretario veneto del Carroccio in occasione di una sua trasferta in Calabria.
Ci sono decine di intercettazioni nell’informativa dei carabinieri sui rapporti tra il suo assessore comunale di Verona Marco Giorlo e gli imprenditori Giardino, da anni residenti in Veneto ma originari di Isola Capo Rizzuto dove sono considerati contigui alle cosche.
Una brutta storia di appalti pilotati, voti e, soprattutto, tanti soldi pubblici su cui la famiglia calabrese voleva mettere le mani.
Vicende su cui la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro vuole fare chiarezza.
Telefonate e incontri dai quali emerge l’appoggio elettorale dei calabresi all’assessore Giorlo, ma anche il fatto che Flavio Tosi sarebbe stato debitamente informato delle pretese dei Giardino che non puntavano solo alla gestione di un centro sportivo e alla “sostituzione di tutte le illuminazioni a Verona”.
Volevano diventare proprietari pure di un asilo comunale.
E per farlo si erano rivolti a Marco Arduini, il dentista che (dagli elementi in mano agli inquirenti) sembra avere avuto l’hobby del mediatore tra i politici che hanno bisogno di voti per essere eletti e gli imprenditori affamati di appalti.
“Se era possibile — dice Alfonso Giardino al ‘dentista’ amico dell’assessore Giorlo — sull’asilo avevo pensato una cosa… di investimento in pratica, se si poteva collaborare ma come proprietario però… perchè so che questi asili… Partecipare proprio come, comprarlo hai capito, cioè l’asilo”.
Un’idea che piace ad Arduini il quale non esita a rispondere positivamente ai desiderata dell’imprenditore calabrese: “Si, ma si può. Sono aperto a tutto io. Allora, io adesso ho messo in mezzo anche il sindaco, tramite… e poi a loro gli fa solo piacere… anche io gliel’ho detto ‘guarda che una parte siamo disposti ad assorbirlo”.
Giardino ha paura di non essere preso sul serio: “Ma sì, io non sto scherzando, ma guarda che è un affarone, un asilo è un affarone”.
“Eh be, — replica il ‘dentista’ — adesso, va bene ma domani ne parliamo con Marco (l’assessore Giorlo, ndr)”.
Poco prima era stato Franco Giardino a informare il cugino Alfonso che, per l”affarone’ dell’asilo, il loro amico al Comune aveva interessato il primo cittadino di Verona: “Lo stava acchiappando anche per il fatto dell’asilo… che si dovevano incontrare anche con Tosi”. L’uomo chiave dentro il Palazzo Comune è l’assessore allo Sport Marco Giorlo.
La trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali ancora ha molti “omissis” e questo lascia pensare che i carabinieri hanno in mano molto di più delle informative depositate dalla Dda di Catanzaro nel troncone calabrese dell’inchiesta “Aemilia”.
Tuttavia è già emerso che gli imprenditori di Crotone hanno sostenuto l’assessore Giorlo nella campagna elettorale per le comunali con la promessa di accaparrarsi alcuni appalti di Verona. Ne parlano i due imprenditori il 4 luglio 2012 quando Alfonso Giardino dice al cugino Vincenzo: “Quello che mi ha salutato era lui, era l’assessore, hai capito? Il Signore mi è testimone è lui, ho mangiato con lui vedi. Se ne sta andando ora, hai capito che mi ha dato pure Enzì (Vincenzo, ndr), che mi ha dato pure un centro sportivo nelle mani Enzì, hai capito?… Sono andato e l’ho visto. Mi ha detto ‘se vuoi a fine mese chiudi il contratto ed è tuo’.
“Non ti sto parlando di banane Enzì, ti sto parlando di fatti, questo qua però noi lo abbiano aiutato Enzì che Fronzo (si tratta di Alfonso lui stesso, ndr) l’ha aiutato davvero a questo cristiano, l’ho aiutato davvero e te lo posso giurare dove, se si trova alla poltrona si trova per me questo che gli ho trovato non so quanti voti. Quanti gliene ho tirati fuori non hai nemmeno idea tu, mi sono massacrato giorni e giorni però ora vedi grazie a Dio è riconoscente, mi ha detto: ‘Io per i Giardino faccio tutto, per i Giardino perchè a me mi hanno aiutato’. Mi ha detto lui siccome è responsabile di tutti i centri sportivi di Verona, di tutti, sono i suoi, sotto le sue mani… È una persona seria”.
Le settimane passano e delle tante promesse, a fine luglio 2012 solo il centro sportivo sembra possa finire in mano agli imprenditori di Isola Capo Rizzuto, che iniziano ad avere qualche dubbio sull’assessore, per il quale tanto si sarebbero spesi durante la campagna elettorale per il Comune di Verona.
“Domani glielo dico — è la frase intercettata dai carabinieri sul telefono di Alfonso Giardino — Marco (Giorlo, ndr) per i fondelli noi non ci facciamo prendere da nessuno… Noi non siamo Marco il ‘dentista’. Perchè lui ha dato una parola e quella parola la deve portare a termine, non si deve tirare indietro. E che facciamo qua. È andato sopra il trono e si dimentica di quelli che lo hanno mandato sulla poltrona”.
E sempre nella stessa intercettazione, espressamente l’imprenditore fa capire che dietro di lui c’è la “famiglia” che aspetta risposte dal Comune di Tosi: “Siamo disperati, non sappiamo cosa dobbiamo combinare, e noi abbiamo tutti questi zii che quando li vedo mi devo nascondere. Ci deve tirare fuori il lavoro. Che vuoi fare: giardinaggio, pulizia… tira fuori il lavoro, hai capito? Centro sportivo e come si deve, che ci mettiamo tutti la dentro a lavorare, però noi abbiamo cristiani sulle spalle a cui abbiamo dato una parola ed io per te ho fatto la figura del pagliaccio, chiaro, chiaro…”.
Intanto Jacopo Berti, il candidato del Movimento 5 Stelle a governatore del Veneto, dopo la pubblicazione delle intercettazioni chiede al primo cittadino di fare un passo indietro: “Tosi si deve dimettere, buttiamo fuori la mafia dal Veneto e chi ce l’ha fatta entrare. Dalle carte dell’ichiesta ‘Aemilia’, sulla mafia al nord, emerge un quadro disgustoso del quale il segretario regionale della Lega Nord Tosi è il protagonista”.
Lucio Musolino
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
MARINO FURIOSO, ALFANO NON SI FA TROVARE, POLIZIA MAL DISPOSTA
La devastazione portata a Roma dai tifosi olandesi del Feyenoord si propaga fino al Campidoglio. Le crepe, in questo caso, sono tutte politiche, ma simbolicamente hanno lo stesso peso di quei pezzi di marmo staccati da una delle fontane più celebri del mondo.
Durissimo il sindaco di Roma Ignazio Marino, che nelle sue varie dichiarazioni non nasconde la rabbia nei confronti di prefetto e questore.
“La gestione della sicurezza ha falle grandi e intollerabili, ieri ci sono stati altri episodi di violenza, stamani Prefettura e Questura hanno assicurato che era tutto sotto controllo, abbiamo visto cosa è successo”, si sfoga il sindaco a Sky Tg24.
Con Angelino Alfano, titolare del Viminale, Marino spiega di “non essere riuscito a parlare”.
Marino se la prende con questura e prefettura: “Roma devastata e ferita. In contatto con prefetto, questore e ambasciatore d’Olanda. Non finisce qui”, rincara la dose su Twitter.
I danni del passaggio degli hooligans sono ancora da contare, ma la loro gravità è sotto gli occhi di tutti.
La Barcaccia – la celebre fontana di Piazza di Spagna appena restaurata – è stata scheggiata nel candelabro centrale, oltre che riempita fino all’orlo di rifiuti. Danneggiati anche 15 delle 26 vetture di superficie che Atac ha messo a disposizione, seguendo le indicazioni della Questura, per il trasporto dei tifosi del Feyenoord dal punto di raccolta di Villa Borghese, Piazza delle Canestre, fino allo stadio.
“Ho sentito il vice ambasciatore dell’Olanda a cui ho detto che il mio suggerimento è di stracciare in faccia a questi tifosi il passaporto. In questa città non sono ospiti graditi”, aggiunge il sindaco commentando le devastazioni compiute dai tifosi del Feyenoord a piazza di Spagna.
“Ci sono uomini, carabinieri, poliziotti, che ogni giorno fanno il loro dovere, ma qui si tratta dei vertici, di chi prende le decisioni, di chi decide che bisogna stare sulle scale di piazza di Spagna invece che a difesa della Barcaccia”.
I vertici, secondo il sindaco, “hanno delle responsabilità “. Marino specifica di non essere riuscito a parlare con il titolare del Viminale: “il ministro dell’Interno non era raggiungibile perchè mi è stato detto che è all’estero”.
Dopo le devastazioni della nottata di ieri, questi teppisti avrebbero dovuto essere accompagnati a calci nel culo in aeroporto e rimpatriati a spese della loro ambasciata, non permettergli di restare in città .
Se fossero stati italiani a causare questi incidenti all’estero avrebbero giustamente trascorso un mese in cella e qualcuno sarebbe tornato su una sedia a rotelle.
Altro che Isis a sud di Roma, la teppa la facciamo entrare in pieno centro con tutti gli onori: una vergogna di cui qualcuno adesso deve rispondere, togliendosi dai coglioni.
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
PER SISTEMARE IL CAPOLAVORO DEL BERNINI LO STATO AVEVA APPENA SPESO 200.000 EURO
Il candelabro centrale della Barcaccia di piazza di Spagna è stato danneggiato. 
La fontanta è’ stata riconsegnata solo qualche mese fa, bianca e pulita, dopo un anno di restauri costati circa 200mila euro, la Barcaccia, capolavoro seicentesco di Pietro Bernini, presa d’assalto e danneggiata dai tifosi olandesi del Feyenoord.
Il gioiello, che si trova ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, impreziosisce piazza di Spagna, interamente pedonale dal 4 agosto scorso.
E’ il primo esempio di fontana concepita interamente come un’opera scultorea, allontanandosi dai canoni della classica vasca dalle forme geometriche.
La Barcaccia deve il suo nome, secondo una versione popolare molto accreditata, alla presenza sulla piazza di una barca in secca portata fin lì dalla piena del Tevere del 1598.
“Profondo sdegno per quanto avvenuto oggi pomeriggio a Piazza di Spagna e per l’oltraggio che alcuni nostri monumenti, come la Barcaccia, simbolo storico di questa città , hanno subìto”. Lo dichiara in una nota l’Assessore alla Cultura e al Turismo Giovanna Marinelli.
“Stiamo verificando con la Sovrintendenza Capitolina i danni arrecati dai tifosi olandesi. Da una prima analisi risulta danneggiato il candelabro centrale della Barcaccia, restaurata e inaugurata lo scorso settembre. Nelle prossime ore l’area intorno alla fontana verrà recintata e l’acqua prosciugata per un controllo dettagliato. Verifiche andranno fatte anche per la Scalinata di Trinità dei Monti e per l’intera piazza. Il nostro patrimonio e la nostra cultura sono stati oggi profondamente offesi”.
L’opera fu commissionata nel 1627 da papa Urbano VIII Barberini, che la volle ai piedi della scarpata su cui sorgeva la chiesa della Trinità dei Monti, quando ancora la celebre scalinata non era stata eretta.
Alla sua costruzione non si esclude abbia partecipato anche il figlio di Pietro, Gian Lorenzo Bernini. L’opera, infatti, potrebbe essere stata ultimata da quest’ultimo dopo la morte del padre nel 1629.
La fontana è composta da una vasca a forma di imbarcazione che raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli – collocati internamente allo scafo a prua e a poppa – e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, viene raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati dei grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini.
(da “Huffingtonpost“)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
L’AMBASCIATA OLANDESE INVECE ASSICURA: “PUNIREMO I COLPEVOLI, L’ITALIA CONTI SU DI NOI”
Tifosi con il volto insanguinato, oppure stesi a terra, bloccati dai poliziotti.
Così i siti olandesi descrivono quanto sta accadendo a Roma, messa a ferro e fuoco dai supporter del Feyenoord.
Alcuni, dal de Volkskrant al de Telegraaf, si concentrano sulla multa di 45mila euro data a un gruppo di tifosi olandesi.
Mentre l’Ad.nl accusa la polizia di essere intervenuta in modo “molto pesante” e sceglie una foto molto eloquente sull’azione delle forze dell’ordine.
Solo il Dutchnews apre con l’immagine di una piazza di Spagna ridotta ad un campo di battaglia. Ma il titolo è sempre sulla multa.
Per l’addetto stampa dell’Ambasciata d’Olanda, la polizia è stata dura, ma gli ultras “sconsiderati”.
Aart Heerimpe ha detto che alcuni tifosi del Feyenoord a Roma erano “sconsiderati che si sono comportati in modo disdicevole” e “rispettiamo quindi le decisioni delle autorità italiane”.
“Di solito la polizia olandese è un po’ più morbida ma qui c’era veramente gente sconsiderata”, ha commentato.
“Le buone notizie sono che qui a piazza di Spagna le finestre sono ancora tutte intere e non ci sono stati accoltellamenti, ma questi tIfosi si sono comportati in modo disdicevole”, ha ammesso l’addetto stampa.
Alla fine una posizione ufficiale dell’Ambasciata olandese: “Il calcio deve essere una festa dove non c’è posto per la violenza. Le autorità italiane possono contare sulla completa collaborazione e l’impegno dell’Olanda per far sì che i colpevoli vengano puniti”.
(da “Huffingtonpost“)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
SCONTRI IN PIAZZA DI SPAGNA TRA GLI HOOLIGANS DEL FEYENOORD E POLIZIA
Guerriglia in piazza di Spagna. Dopo tre ore di tensione, poco prima delle 16.30, nel centro di Roma
si è scatenata la battaglia.
Gli hooligans del Feyenoord, che oggi alle 19 affronta la squadra giallorossa in una partita di Europa League, hanno lanciato fumogeni contro gli agenti che, schierati sulla scalinata di Trinità dei Monti, hanno reagito con una carica fin dentro via di San Sebastianello.
I tifosi hanno risposto tirando bottiglie e oggetti contro i poliziotti. Poi hanno anche cominciato a devastare auto, motorini, cestini della spazzatura.
Almeno tre supporter sono rimasti feriti, lesioni anche per dieci poliziotti e per un fotografo, tutti medicati sul posto.
Le forze dell’ordine stanno esaminando le posizioni di alcune delle persone bloccate durante i tafferugli: sarebbero almeno una ventina.
La piazza è stata sotto assedio per ore, già dalla mattinata completamente invasa da supporter olandesi che hanno esploso qualche petardo, bevuto birre, spaccato bottiglie e gettato vetri nella fontana della Barcaccia appena restaurata.
Un frammento della fontana è stato divelto ed è visibile in fondo all’acqua tra lattine e cartoni di birra. A terra un tappeto di rifiuti.
Molti negozi sono stati costretti a chiudere: “Abbiamo paura – ha detto un negoziante – è stata una guerriglia”.
Poi, sotto la scalinata, il clima è tornato più calmo ma piazza di Spagna è ridotta a una sorta di campo di battaglia. E l’allerta resta alta: ora i tifosi ospiti stanno raggiungendo a gruppi lo stadio Olimpico attraversando la città .
Altre cariche di alleggerimento ci sono invece state a Villa Borghese.
Dopo il caos in piazza di Spagna, centinaia di tifosi del Feyenoord si sono infatti riuniti in piazzale delle Canestre, vicino alla Terrazza del Pincio, controllati da decine di poliziotti in tenuta antisommossa, venti blindati e agenti della Digos.
Nuova tensione, manganellate e lanci sporadici di bottiglie al momento di salire sugli autobus dell’Atac che porteranno i tifosi all’Olimpico dove la normale viabilità è stata chiusa già dalle 16. Cori e fumogeni anche sui bus.
Gruppi di supporter sono stati notati in altre zone del centro, come Fontana di Trevi, mentre camminavano intonando cori da stadio con buste piene di bottiglie di birra nonostante il divieto di vendita e somministrazione di alcolici in vigore da ieri sera alle 20 nei municipi I, II e XV.
Lo stop, stabilito con un’ordinanza emessa dal prefetto di Roma, è valido fino alle 24 di stasera. Anche se la Confesercenti, che protesta per le modalità e la frettolosa comunicazione del provvedimento, denuncia che “i venditori abusivi continuano a vendere bottiglie di birra attorno agli assembramenti di tifosi, ma nessuno dice nulla”.
Marino: “Città devastata”.
“Roma devastata e ferita. In contatto con Prefetto, Questore e Ambasciatore d’Olanda. Non finisce qui” ha scritto intanto su twitter il sindaco di Roma Ignazio Marino.
“Ho protestato e chiesto spiegazioni a chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico in questa città , consentendo che monumenti preziosi e recentemente restaurati come la Barcaccia, diventassero bersaglio di gesti violenti”.
Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti parla di “Sfregio a Roma ad opera di incivili. Ora pene esemplari e nessuna indulgenza. Solidarietà alle forze dell’ordine”.
I tecnici della Soprintendenza si sono recati per un sopralluogo alla Barcaccia e gli uffici del Campidoglio stanno intanto studiando l’ipotesi di chiedere un risarcimento danni al club del Feyenoord.
Olimpico blindato.
All’Olimpico intanto si respira aria tesa. Dopo i disordini sono state moltiplicate le misure di sicurezza attorno e all’interno dello stadio, per evitare ulteriori incidenti.
A farne le spese, parzialmente, gli automobilisti che hanno visto l’intera zona attorno all’Olimpico chiusa al traffico (da Largo Maresciallo Giardino a Ponte Milvio) e quelli ‘bloccati’ per diversi minuti al semaforo di Corso Francia, a ridosso della Tangenziale, per permettere il passaggio dei tifosi del Feyenoord diretti verso lo stadio.
Ad attenderli, centinaia di agenti di polizia in assetto antisommossa. Le forze dell’ordine scorteranno gli olandesi fin dentro lo stadio per evitare contatti con i giallorossi. I cancelli dello stadio sono stati aperti intorno alle 16.
L’Uefa vigilerà la situazione dentro e fuori l’Olimpico e “ovviamente, in caso di incidenti durante la gara o nei pressi dello stadio, un’inchiesta verrebbe aperta”. Questa la puntualizzazione del servizio stampa del massimo organo calcistico europeo dopo gli incidenti scoppiati nel centro di Roma.
Tensioni a Campo de’ Fiori.
Le tensioni erano iniziate ieri sera, in una città presidiata da 1300 agenti: intorno alle 22 decine di tifosi della squadra ospite, dopo aver bevuto birre e altri alcolici, hanno iniziato un fitto lancio di bottiglie e oggetti vari contro le forze dell’ordine, presenti in piazza Campo de’ Fiori proprio per impedire che i contatti con i tifosi della squadra di casa. Trentatrè le persone fermate, tutti olandesi tifosi del Feyenoord, 16 delle quali poi arrestate dalla polizia di Stato e sette dai carabinieri. E’ il bilancio dei disordini avvenuti nella notte.
I 500 tifosi olandesi senza biglietto. A Roma sono giunti circa 5mila i tifosi olandesi. Ma altri 500 sarebbero arrivati nella capitale senza biglietto e per aggirare i normali controlli sarebbero passati per il Belgio.
Il club di Rotterdam
Pochi minuti dopo gli scontri, ieri sera, sul sito della squadra olandese Feyenoord è stato pubblicato un comunicato: “Siamo sorpresi dalle decisioni della questura di Roma”. Il club di Rotterdam, nonostante le scene di Campo dè Fiori e i 33 fermati tra i suoi supporter, ha deciso di far sentire la sua voce, criticando le disposizioni della polizia: “Siamo rimasti spiacevolmente sorpresi – si legge nella nota – dalla decisione unilaterale della polizia di cambiare le disposizioni concordate per i nostri tifosi. Mercoledì ci è stato comunicato che i nostri sostenitori in possesso di regolare biglietto si dovevano ritrovare in un punto di ritrovo per raggiungere lo stadio a bordo di navette e non più all’interno dello stesso impianto, come precedentemente deciso in piena intesa con le forze dell’ordine. La comunicazione da parte della polizia è particolarmente inaspettata, perchè il Feyenoord ha iniziato a preparare con cura questa gara dall’inizio di gennaio e gli accordi presi con la Roma e la questura sono stati confermati per iscritto”.
Il comunicato continua con toni polemici: “Il Feyenoord ha violentemente protestato contro questa decisione improvvisa e dichiara che i sostenitori del club sono già ampiamente informati del programma precedentemente stabilito. La polizia sostiene tuttavia la sua decisione, senza darci altre scelte”.
Il team olandese si dice insoddisfatto anche per il numero di biglietti riservati ai suoi supporter: “Le autorità hanno deciso lo scorso giovedì la vendita libera dei tagliandi per il match, anche per il settore ospiti. Il Feyenoord, invece, è stato costretto a vendere i biglietti diverso tempo fa. Inoltre, il club dall’inizio delle consultazioni con As Roma e le autorità ha esortato a vendere la piena capacità del settore per i tifosi in trasferta. Ci sono stati messi a disposizione solo 5.000 posti, mentre quello spicchio di stadio Olimpico ha una capienza di circa 5.800 posti”.
I commercianti romani.
“Quello che è successo ieri notte a Campo dè Fiori ha dell’inverosimile – ha detto il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra – Gli esercenti sono stati costretti, da un’ordinanza emanata in ritardo e ancora peggio comunicata, a non vendere bevande alcoliche e a barricarsi dentro i propri negozi, mentre nella piazza è accaduto di tutto. Gli abusivi – ha proseguito Cerra – hanno avuto campo libero e così centinaia di bottiglie di alcolici sono state vendute ai tifosi del Feyenoord e le immagini di questa mancanza di coordinamento oggi stanno facendo il giro d’Europa, dando della nostra città un’immagine che non merita. Non basta emanare ordinanze se poi non gli si dà seguito con un adeguato presidio del territorio: così facendo viene solo penalizzato chi, ogni giorno, onestamente fa il proprio lavoro, favorendo, al contrario, l’illegalità e gli abusivi”, ha concluso.
L’ambasciata olandese in Italia: ci sono “black block” della tifoseria.
Per Aart Heering, addetto stampa dell’ambasciata olandese in Italia, il caos a Campo dei Fiori è stato causato da “un gruppo che potremmo definire i Black block della tifoseria, che si sono ubriacati in modo vergognoso e hanno avuto un comportamento disdicevole”, ma “la polizia italiana ha saputo gestire la situazione e noi ci fidiamo delle autorità italiane”.
Per fortuna, ha proseguito Heering, “non ci sono stati feriti, ma bloccare le tifoserie estreme non è semplice”. La tifoseria ‘sana’ viene scortata nel viaggio verso Roma, “ma se poi c’è chi, pur non avendo il biglietto o essendo sottoposto al Daspo, prende la macchina e parte, è davvero difficile intercettarli”. Si tratta, secondo l’Ambasciata, di 100-200 persone, che “la polizia italiana ha saputo tenere a bada”. Heering ha aggiunto che stasera l’ambasciatore sarà allo stadio per seguire la partita e si è augurato che vada tutto bene.
“Certo, purtroppo in mezzo ai tifosi c’è anche chi va allo stadio per battersi”, ha ammesso Heering, assicurando che l’ambasciata dà tutta l’assistenza necessaria, “anche per evitare che quanto accaduto ieri possa ripetersi”. Oggi i Black Bloc della tifoseria dovrebbero stare più calmi, secondo l’ambasciata, “perchè non vogliono perdersi la partita”. L’augurio, ha concluso Heering, è di poter vedere “una bella partita”.
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
DEBUTTO ALLA CONSULTA MIGRANTI DELL’UOMO DI SALVINI A PALERMO… AL TAVOLO DI CONFRONTO CAMBIA LA LINEA E SI DISSOCIA
Prove tecniche in Sicilia di una Lega, da nord a sud, alla ricerca del consenso anche attraverso le sfondamento nelle amministrazioni locali.
Dopo la contestata prima riunione del nuovo movimento “Noi con Salvini” a Palermo, in cui era presente anche il leader del Carroccio, ecco la prima uscita ufficiale del nuovo movimento meridionalista, nella Consulta delle Culture del comune di Palermo. Il risultato? Uno scontro di fuoco.
Di certo l’impresa è ardua perchè il terreno dove si tenta l’integrazione non è un consiglio comunale qualsiasi, ma un organo voluto dal sindaco Leoluca Orlando per coadiuvare l’amministrazione nella promozione dell’immigrazione.
A sedere al tavolo con i rappresentanti di razze e culture diverse, ci stanno anche tre consiglieri comunali.
Tra cui Giorgio Calì. Neo attivista della Lega.
Il politico palermitano ha uno spiccata propensione per il cambio di casacca. Eletto con Idv, passato poi al Megafono, ha infine sposato le idee del movimento “Noi con Salvini”.
Un passaggio, questo, piuttosto indigesto per gli altri consiglieri della Consulta, a cui non è bastata la scritta “Sicilia” sulla felpa di Salvini, vederlo mangiare i cannoli o ascoltare le sue scuse qualche giorno fa a Palermo per dimenticare o perdonare le sue frasi di offesa che da anni sfodera verso migranti e meridionali. “Oramai Matteo è cambiato. Ha chiesto scusa” afferma il consigliere Calì.
Ma le rassicurazioni di Cali non bastano a placare gli animi.
L’incontro scontro che si è tenuto lo scorso 17 febbraio in Consulta è la prova che la partita che la Lega si gioca in Sicilia è tutt’altro che facile.
Se da un lato c’è il tentativo di riconquistare quel Sud offeso, dall’altro c’è l’immigrazione, tema caro al partito, che sempre di più sta infuocando le coste siciliane, ma su cui fino ad ora non sembrano esserci state proposte concrete.
E proprio sul tema dell’immigrazione si surriscalda la Consulta.
Perchè Lega e immigrati, come dice il presidente dell’organo amministrativo, il palestinese Adham Darawsha: “Sono due rette che non si incontreranno mai”.
Ma Calì non si perde d’animo.
E se da un lato, al tavolo con i migranti, nega che il movimento di Salvini sia contro i migranti, e si dissocia “da tutto e da tutti, e in particolare da Borghezio” (da cui si dissocia a tal punto da chiamarlo Bergozio), nell’intervista sfodera il credo leghista: “E’ un’invasione quella dei migranti che qui non possono far altro che delinquere. In Sicilia dovrebbero venire solo in vacanza”.
Quale sia la linea è tutta da capire.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 19th, 2015 Riccardo Fucile
LE REGIONALI E I PROCESSI TOLGONO IL SONNO A BERLUSCONI E I SONDAGGI SONO ALLARMANTI, ALLE REGIONALI RISCHIO CAPPOTTO
La grande disgregazione è iniziata: “Qua crolla tutto, non teniamo più assieme il partito. Non
teniamo più assieme nulla. Le regionali saranno un bagno di sangue. I giudici si preparano a una nuova esecuzione”.
Chi ha parlato con Berlusconi stamattina lascia trapelare l’ansia da incubo. Politico. Giudiziario.
Un combinato disposto che rischia di essere fatale.
Perchè per la prima volta di fronte ai tribunali l’ex premier si presenta con dietro di sè un partito allo sbando. Gli episodi accadono ormai ad horas.
A partire dal capogruppo al Senato Paolo Romani che si scaglia su Repubblica contro il capogruppo alla Camera: “Nel documento che Brunetta ha portato al Quirinale si leggono espressioni sbagliate. Non è stato votato e condiviso dai gruppi parlamentari”.
Ma soprattutto la Puglia pare una Vandea.
Dopo che Berlusconi ha spedito l’ex senatore Luigi Vitali a commissariare il partito in Puglia si sono dimessi in massa i nove coordinatori locali del partito. Tutti.
Gente con ventimila preferenze: “Il commissariamento — si legge nella nota congiunta – è un grave errore. Rimettiamo il nostro mandato, rassegnando dunque le dimissioni dai rispettivi incarichi”.
Non era mai successo nella storia di Forza Italia un episodio del genere.
Raffaele Fitto ci va giù durissimo contro Berlusconi, in un’intervista a Repubblica Tv: “La situazione è un po’ paradossale. Aver avuto ragione viene considerato il principale torto. Ora che abbiamo avuto ragione, parte un tentativo di epurazione”.
Già , epurazioni, dimissioni di massa.
Nel paradosso c’è pure che Berlusconi ha provato a capire se ha in mano gli strumenti per “cacciare” Raffaele Fitto: espulsioni, sospensioni, provvedimenti disciplinari.
Ma pure lo statuto è “farlocco”, mai ratificato da un congresso. E allora ha spedito un commissario in Puglia.
È solo un capitolo, l’ennesimo, di un gioco al massacro. Perchè, fanno notare i ribelli, senza Fitto Berlusconi ha messo la firma sula sconfitta elettorale.
Non che con Fitto fosse certa la vittoria: “Ma — spiegano — Raffele è uno che faceva le liste di Forza Italia e organizzava liste civiche che prendevano il 15 per cento. Ora vuole fare Berlusconi? Faccia. Ma se perde, perde lui, non Raffaele”.
È presumibile, a sentire gli umori, che a questo punto “Raffaele” non accenderà i motori in campagna elettorale, per poi tentare una marcia sule maceria di Forza Italia il minuto dopo.
Le macerie sembrano annunciate.
Forza Italia rischia il cappotto: sette a zero.
Secondo l’ultimo sondaggio piombato sulla scrivania di Arcore in Veneto, complice la popolarità di Zaia e il crollo del “sistema Mose”, gli azzurri sono sotto il dieci.
E l’alleanza con la Lega non è affatto scontata dopo che, due giorni fa, Berlusconi ha chiuso l’accordo con Alfano in Campania. Il che compromette tutto.
Perchè l’aut aut di Salvini è inscalfibile: “O noi o Alfano”. E a questo punto sta organizzando le sue liste anche nel sud, a partire appunto dalla Campania: “C’è la fila” raccontano i leghisti a lavoro sull’operazione.
Per la nuova Lega del Sud si offre parecchio ceto politico anche azzurro che sente l’odore della fine di un epoca.
Ecco, se va bene Berlusconi perde sei a uno, se va male sette a zero.
Ed è in questo clima che Fitto prepara l’ennesima resa dei conti. Mentre i mediatori tentano nuovi contatti con Renzi. Sia Gianni Letta sia Denis Verdini nei giorni scorsi hanno avuto abboccamenti con Lorenzo Guerini e Luca Lotti, ma non hanno sortito grandi effetti perchè Berlusconi ha scelto lo spartito belligerante con palazzo Chigi. Tanto che nel palazzo si rincorrono le voci di un possibile approdo di Verdini al misto, voci che quelli attorno all’interessato smentiscono.
È questo l’esercito che Berlusconi ha dietro le spalle in vista dell’assalto finale delle procure.
Ad oggi in pochi marcerebbero come due anni fa sulla procura di Milano. E sale ad Arcore il livello di paura: “Si sono rimessi in moto, vogliono farmi fuori”.
L’ex premier è “terrorizzato” per le ultime mosse attorno al processo Ruby. Perchè sul Ruby ter le perquisizioni alle olgettine hanno prodotto una “svolta”.
Sono cioè stati acquisiti elementi che dimostrano che Berlusconi avrebbe continuato a pagare le ragazze per paura che dicessero la verità .
È una svolta che investe il Ruby ter dove rischia, tra un mese, il rinvio a giudizio per corruzione in atti giudiziari.
Ma anche il Ruby 1. Perchè se è così — e cioè che le ragazze sono state pagate per mentire — allora il Ruby 1 è falsato nelle testimonianze e nelle prove.
Eccolo l’incubo di queste ore. Questa questione di legittimità arriva all’attenzione della Cassazione che, proprio sul Ruby 1, si pronuncerà il 10 marzo.
La paura degli avvocati di Berlusconi è che, alla fine, l’Alta corte possa optare per il rinvio in Appello del processo.
Altro che libertà riconquistata il 9 marzo, con la fine dei servizi sociali.
(da “Huffingtonpost”)
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