DROGA, TANTI SOLDI E GIOIELLI: IL TESORO DELLE OLGETTINE
IL BOTTINO SEQUESTRATO ALLE RAGAZZE DEL BUNGA BUNGA: ECCO COME BERLUSCONI HA PAGATO IL SILENZIO DI 21 TESTIMONI: IN UN ANNO HA SPESO UN MILIONE E OTTOCENTOMILA EURO
Abiti e borse griffati, gioielli, migliaia di euro in banconote da 500, perfino nove grammi e mezzo di shaboo, la metanfetamina arrivata dalle Filippine che sta diventando molto di moda a Milano.
E, soprattutto, migliaia di file, e-mail, sms e messaggi WhatsApp contenuti nei telefoni, nei computer, negli iPad.
È ricco, il bottino delle perquisizioni effettuate martedì alle 21 ragazze del bunga-bunga. Ora è iniziato il lavoro di analisi, realizzato dalla squadretta di polizia giudiziaria guidata da Mario Ciacci, insieme ai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, coordinati dall’aggiunto Pietro Forno ma con la supervisione diretta dello stesso procuratore Edmondo Bruti Liberati, che passa da una stanza all’altra dei suoi sostituiti.
Alla droga trovata a casa di una delle ragazze non danno gran peso: è per uso personale.
È il resto che interessa. Perchè prova che i soldi, tanti soldi — almeno 1,8 milioni di euro all’anno, tutti in contanti — continuano a passare da Silvio Berlusconi alle testimoni che hanno raccontato in aula che il bunga-bunga di Arcore era solo un gioco innocente, al più uno spettacolino di burlesque.
Il 2014 era parso un anno tranquillo, le feste di Arcore sembravano dimenticate e il patto del Nazareno pareva aver ridato a Berlusconi dignità d’interlocutore politico.
Ma la squadretta di Ciacci lavorava. Pedinamenti. Foto e video ripresi di nascosto. Intercettazioni telefoniche.
Così davanti ai pm si è ricostruito il flusso dei soldi che arrivavano a compensare, secondo l’ipotesi d’accusa, le false testimonianze delle ragazze.
Prima, a partire dal febbraio 2011, c’era la “paghetta”, 2.500 euro al mese, tracciabili e dichiarati, che finivano nelle tasche di una trentina di Arcorine.
“Hanno ricevuto”, si legge nei decreti di perquisizione, “per molti mesi, a cavallo dei processi, una sorta di stipendio mensile dall’imputato”.
A fine 2013 lo “stipendio” si interrompe e, a inizio 2014, Berlusconi versa alle ragazze una “liquidazione” di 25 mila euro per chiudere la faccenda.
Ma non si chiude niente. Dopo qualche mese, le ragazze sono tornate a batter cassa presso il mite ragionier Giuseppe Spinelli.
E “Spinaus” (interrogato martedì per sette lunghe ore) ha ricominciato a pagare: fino a 5 mila euro aveva autonomia di spesa, per cifre superiori chiedeva il via libera al “Dottore”, come rispettosamente chiama Berlusconi. Il via libera arrivava.
E le buste gialle piene di banconote da 500 euro hanno ripreso a passare dalle mani di “Spinaus” alle borse Prada o Luis Vuitton delle ragazze.
Così una di loro, Francesca Cipriani, accumula dentro una cassetta di sicurezza ben 45 mila euro, tutti in biglietti da 500.
Un’altra, la mitica Marysthell Garcia Polanco che ballava ad Arcore travestita da Ilda Boccassini, aspettava in Svizzera 10 mila euro, ma alla frontiera i doganieri, avvertiti da un uccellino, ne trovano meno di 5 mila nelle borse del suo fidanzato, che — seguito e fotografato — aveva speso il resto nel suo felice shopping in piazza San Babila e dintorni. Barbara Guerra occupa, senza pagare un euro, la villa da un milione di euro disegnata dall’archistar Mario Botta e costruita a Bernareggio, in Brianza.
Riconducibile a Berlusconi, che nella sua generosità usa spesso il metodo “non ci pensare più”: presta soldi o beni con termini lunghissimi per la restituzione, che poi non chiede più.
Che continui a pagare è ormai confermato. Ora i pm devono provare, mettendo insieme telefonate e WhatsApp, che i soldi alle ragazze non sono l’aiuto di un amico generoso, ma lo “stipendio della corruzione giudiziaria”.
Tutte andavano da “Spinaus”, lasciando una scia di sms e WhatsApp.
Tutte tranne una: Karima El Maharoug, in arte Ruby. Per lei trattamento speciale.
Più soldi, anche a botte da 15 mila euro per volta, che le arrivavano a Genova attraverso intermediari, amiche disponibili, conoscenti gentili.
Sotto la supervisione, secondo l’accusa, del suo primo difensore, messo al suo fianco da Berlusconi nel 2010: l’avvocato Luca Giuliante.
Rimasto negli anni una sorta di tutore, che le consigliava spesso moderazione, le suggeriva sobrietà , le chiedeva di spendere meno.
Con scarsi risultati: Ruby spende e spande. Vestiti, scarpe, accessori. Spende ben 7 mila euro per la festa di compleanno della figlia Sofia. Ne passa 14 mila al nuovo fidanzato che deve comprarsi una moto.
Ordina un abito su misura dal sarto Gianni Campagna. Viaggia da Genova a Milano in taxi.
Paga 90 mila euro una vacanza per due alle Maldive.
Perchè Ruby continua a godere di un trattamento speciale? I pm un’idea se la sono fatta. Se ora, oltre all’idea, comporranno il puzzle delle prove, non decollerà soltanto il processo Ruby 3, in cui l’ex presidente del Consiglio è accusato, in concorso con la ventina di ragazze perquisite martedì, di corruzione in atti giudiziari.
Ma cambierà faccia anche il ricorso della procura in Cassazione contro la sentenza d’appello, secondo cui Berlusconi non sapeva che Ruby fosse minorenne.
Gianni Barbacetto
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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