Agosto 10th, 2015 Riccardo Fucile
LA SOLIDARIETA’ SOCIALE AVANZA… ALLA FINE LA CATENA COSTRETTA A SCUSARSI
Voleva solo mangiare con la sua bambina, Tina Marie Asikainen, una donna cieca che vive a
Fredrikstad.
Tuttavia,come racconta l’Independent, il personale del punto vendita McDonalds della città ha ritenuto opportuno allontanare madre e figlia in lacrime per la presenza di Rex, il cane guida di Tina Marie.
La donna ha cercato di spiegare che si trattava di un cane guida, fatto segnalato anche dalla imbracatura tipica del labrador.
I dipendenti del locale non hanno però voluto sentire ragioni: subito dopo averle fatte ordinare e senza dar loro il tempo di consumare il loro cibo, a Tina e sua figlia è stato chiesto di lasciare il punto vendita per la presenza del cane.
Scioccata dal terribile trattamento che ha dovuto subire, Tina si è sfogata su Facebook, e il suo post è stato condiviso migliaia di volte.
“Circa venti clienti hanno assistito alla scena, mentre cinque dipendenti mi hanno chiesto a gran voce di uscire”, racconta Tina al sito NRK: la donna ha chiamato poi la polizia, che ha provveduto a rimproverare lo staff del ristorante.
“È stata un’esperienza così brutta, piangevo disperata, è stato così imbarazzante”, afferma Tina, che sta valutando di fare causa al colosso americano.
Intanto, McDonalds porge le sue scuse tramite le parole di una portavoce: “Se questo episodio è accaduto veramente ce ne rammarichiamo, non è chiaramente quello che dovrebbe succedere in questi casi.”
(da “Huffingtonpost”)
argomento: denuncia | Commenta »
Agosto 10th, 2015 Riccardo Fucile
GALANTINO: “OCCORRE IMPARARE A DISTINGUERE A TRA IL “PERCEPIRE” E IL “REALE”
“Piazzisti da quattro soldi che pur di prendere voti, di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse!”.
Così il segretario generale della Cei (Conferenza episcopale italiana), Nunzio Galantino, pur senza citare espressamente nessuno, qualifica i leader politici che in questi giorni hanno affermato la necessità di più efficaci restrizioni all’ingresso in Italia di nuovi immigrati e profughi.
Nei giorni scorsi sia il leader del M5S, Beppe Grillo, che il segretario della Lega, Matteo Salvini, si erano espressi con toni molto polemici sugli sbarchi.
Nel suo blog Grillo aveva chiesto più rimpatri e una stretta sui permessi umanitari, mentre Salvini aveva attaccato proprio il Vaticano sull’accoglienza: “Li prendano in Vaticano” (come se già non lo facesse, a differenza di Salvini che a casa sua non accoglie nessun povero italiano, ma pensa solo a piazzare le ex mogli a chiamata diretta in Regione e Comune).
Galantino: “Distinguere ‘il percepire’ dal reale”.
“Come italiani dovremmo un poco di più imparare a distinguere il ‘percepire’ dal reale”, afferma il presule ai microfoni della Radio Vaticana, che lo ha intervistato al rientro del suo viaggio in Giordania, paese che accoglie diversi milioni di richiedenti asilo fuggiti da Siria e Iraq.
“Noi qui – spiega monsignor Galantino sentiamo dire e sentiamo parlare di ‘insopportabilità ‘ del numero di richiedenti asilo: guardate, questo, secondo me, è un atteggiamento che , in questi giorni, viene purtroppo alimentato da questi quattro piazzisti”.
L’accoglienza.
Il segretario della Cei ha indicato all’Italia e all’Europa l’esempio di paesi che sanno accogliere di più. “La Giordania – ha spiegato – ha una popolazione che è di circa 6 milioni, 6 milioni e mezzo, ma sapete che lì ci sono due milioni e mezzo di profughi che vengono accolti?”.
“Quello che distingue la Giordania, il Kurdistan iracheno e le altre zone che stanno accogliendo i profughi in questo momento dall’Italia, da noi è questo: non perchè loro hanno più mezzi, probabilmente hanno solo un cuore un poco più grande”.
argomento: Chiesa | Commenta »
Agosto 10th, 2015 Riccardo Fucile
ALBANESI, TUNISINI E MAROCCHINI GUIDANO LA CLASSIFICA DELLE “RIAMMISSIONI ATTIVE”
Chavi è disperato e si gioca la carta dell’età : «Ho 16 anni….». Non vuole tornare a casa, in Egitto. 
Due mesi di attesa per riuscire a imbarcarsi, una traversata a rischio e, una volta approdato in Italia, la prospettiva di dover rientrare a casa.
Il numero dei minori non accompagnati è come un fiume in piena.
L’altra settimana ne sono arrivati 135 solo a Crotone. Tutti egiziani, tutti futuri lavoratori. Ma molti altri egiziani, alla fine delle procedure di controllo nei diversi centri di riconoscimento, risulteranno maggiorenni e grazie alla condivisione della politica di riammissione da parte del governo del Cairo, faranno ritorno a casa.
È il funzionario del consolato egiziano, infatti, che emette la «sentenza», decidendo intanto la nazionalità e l’identità del migrante.
Dall’inizio dell’anno sono stati 3150 i «rimpatriati» con voli charter (su un totale di 8497 irregolari rimpatriati). Due voli a settimana. Uno per il Cairo, l’altro per Tunisi.
E poi una volta al mese, un charter atterra anche in Nigeria.
Dalle prossime settimane ritorneranno a casa anche gli irregolari partiti dal Gambia. Nonostante tutto, anche se con molte difficoltà , l’Italia sta cercando di ricostruire quella rete di accordi di riammissione con i Paesi di partenza dei flussi migratori.
A settembre partiranno i negoziati con Costa d’Avorio, Senegal, Ghana, Bangladesh, Pakistan.
Non è vero che il nostro Paese è solo una «groviera» che accoglie flussi incontrollati di migranti – in queste ore abbiamo superato la soglia dei 100.000 arrivi – e consente loro di varcare le frontiere per raggiungere i Paesi europei del Nord o del centro. Salvataggio in mare, contrasto ai trafficanti di clandestini, politiche dell’accoglienza e della integrazione.
Ma anche coerenza nel ridurre la presenza degli irregolari che non hanno il diritto di vivere in Italia.
La nostra politica sull’immigrazione si muove su piani diversi.
Il volo charter è una ghigliottina che tronca le illusioni di chi, una volta raggiunto il nostro Paese, pensava di poter vivere qui, senza documenti, senza un lavoro o una identità certa.
Spesso l’illusione dura il tempo di sbarcare dall’aereo e raggiungere la polizia di frontiera. I migranti arrivano anche alle frontiere aeroportuali, Fiumicino o Malpensa, e non varcano il posto di polizia.
Respinti perchè privi dei permessi di soggiorno o di lavoro, vengono fatti imbarcare su un volo di linea che li riporterà a casa.
Prendiamo le statistiche, i numeri del Viminale.
Si chiamano «riammissioni attive». Ed è quando le nostre forze di polizia bloccano migranti in entrata in Italia dai Paesi confinanti. In tutto, dei 698 migranti bloccati dal primo gennaio, 591 sono stati ripresi dai Paesi confinanti.
Dall’Austria per le nostre forze di polizia ne erano entrati 122 ma Vienna ne ha ripresi solo 35.
La Francia ha accettato 110 su 112 proposte di riammissione.
La Slovenia ne ha accolte 66 su 79.
Torniamo al capitolo dei respingimenti alle frontiere, ai provvedimenti di espulsione dei questori o dell’autorità giudiziaria.
Siamo a una torta che si divide quasi a metà : al 31 luglio risultano rimpatriati 8497 irregolari contro i 9571 il cui provvedimento amministrativo di espulsione non è stato eseguito perchè irrintracciabili.
Sono gli albanesi, con 3250 rimpatri, a guidare la classifica dei respingimenti, seguiti dai tunisini, 921, e dai marocchini, 680.
Ma ci sono anche 146 cinesi, 337 moldavi, 133 siriani, 101 ucraini, 221 afghani. Davvero i flussi migratori sono come un fiume carsico che riemerge dalla clandestinità appena si presenta l’occasione.
È un fenomeno «naturale», impossibile da bloccare.
Semmai, si può, si deve provare a governarlo.
Guido Ruotolo
(da “La Stampa“)
argomento: Immigrazione | Commenta »
Agosto 10th, 2015 Riccardo Fucile
SCAMBIO VIOLENTO DI ACCUSE TRA ITALIA E INDIA DAVANTI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DI AMBURGO
Si apre oggi ad Amburgo, davanti al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare, la discussione sulle richieste italiane in merito alla questione della Enrica Lexie e dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L’Italia ha attivato il 26 giugno scorso la procedura di arbitrato internazionale. .
In attesa dell’iter di costituzione della Corte arbitrale, l’Italia chiede al Tribunale Internazionale che Salvatore Girone possa rientrare in Italia, che Massimiliano Latorre – attualmente in convalescenza a casa dopo il malore accusato in India – possa restarvi per tutto il tempo del procedimento arbitrale e che l’India cessi di esercitare qualunque tipo di giurisdizione sul caso, risalente ormai al febbraio del 2012.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha manifestato la sua vicinanza ai due militari via Twitter: “Oggi la prima udienza al Tribunale internazionale di Amburgo. l’Italia è unita con i fucilieri Girone e Latorre”.
Le accuse dell’ambasciatore.
Prendendo la parola in nome del governo italiano, l’ambasciatore italiano Francesco Azzarello ha aperto l’udienza davanti ai giudici del Tribunale internazionale per presentare la posizione e le richieste dell’Italia per il rientro dei marò e la fine della giurisdizione indiana sul caso.
Molto duro il suo intervento: “I marò non sono ancora stati incriminati di alcun reato dalla giustizia indiana. Ma l’India dimostra di disprezzare il giusto processo ritenendoli già colpevoli”, ha detto Azzarello, con “un atteggiamento che esemplifica al meglio l’impasse in cui oggi ci troviamo”.
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre “proclamano la loro innocenza”, ma “nelle sue Osservazioni scritte l’India” descrive in diverse occasioni la vicenda come “l’omicidio da parte di due Marine italiani di due pescatori indiani disarmati”, ha aggiunto Azzarello.
“La frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell’Italia”, ha proseguito Azzarello, “per questo bisogna risolvere con urgenza la situazione”.
“L’incidente” che ha coinvolto i due Marò “è stato caratterizzato da una serie di violazioni del diritto internazionale da parte delle autorità indiane”, ha aggiunto Azzarello, tra cui la “libertà di navigazione, il dovere di adempiere agli obblighi della Convenzione del mare, la giurisdizione esclusiva dello Stato della bandiera e il dovere di cooperare alla repressione della pirateria”.
Le motivazioni.
Nel documento che spiega le motivazioni con cui il governo italiano chiede al Tribunale internazionale sul diritto del mare il rientro di Salvatore Girone e la permanenza di Latorre in Italia per tutta la durata dell’arbitrato internazionale si legge tra l’altro che Girone “è trattato come un ostaggio, costretto a restare in India nonostante non sia stato ancora incriminato”, visto che Delhi lo considera “una garanzia che Latorre tornerà alla fine della sua permanenza in Italia”, stabilita dalla Corte suprema indiana per gennaio 2016.
Per quanto riguarda Latorre, invece, “gli ultimi rapporti medici sullo stato di salute del sergente Latorre evocano rischi che potrebbero verificarsi se fosse costretto a tornare in India”, compreso il “rischio per la sua sicurezza e la sua vita”.
“In mancanza di un capo d’accusa, le restrizioni alla libertà dei due fucilieri e la loro durata sono arbitrarie e ingiustificabili”, con possibili “conseguenze irreparabili per la loro salute e il loro benessere”, costituendo perciò “una violazione dei loro diritti fondamentali”.
“Ogni attentato ai diritti, alla salute e al benessere dei Fucilieri di Marina minaccia direttamente i diritti dell’Italia”, prosegue il documento diffuso stamani.
L’India viola inoltre “i suoi obblighi internazionali”, “impedendo all’Italia di esercitare la propria giurisdizione” sul caso che riguarda due militari in servizio per conto dello Stato su una nave battente bandiera italiana.
La replica.
L’India, da parte sua, respinge le accuse italiane: “Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo”, a Delhi “gode di una vita confortevole”.
E “la salute di Latorre potrebbe migliorare nei prossimi mesi” consentendogli di tornare a Delhi. Nelle osservazioni scritte presentate dall’india al Tribunale Internazionale sui legge anche che il comportamento dell’Italia è “in malafede”, per “non aver mantenuto promesse solenni” in passato.
Il testo si riferisce al permesso concesso dalla giustizia indiana ai marò di rientrare in Italia per le elezioni del 2013. Il governo italiano annunciò poi che non sarebbero tornati in India, ma dopo le proteste indiane i due Fucilieri vi tornarono nei tempi previsti dagli accordi.
Nel documento l’India usa parole molto dure: secondo New Delhi, “la storia italiana omette aspetti cruciali” e “distorce la realtà ” su una vicenda che “non è stato un incidente di navigazione, ma l’omicidio di due indiani commesso da due italiani”. Inoltre, “l’Italia tenta di suscitare compassione” nei riguardi dei due Fucilieri, facendoli apparire “come vittime”, mentre ha un atteggiamento “discriminatorio” nei confronti “di due pescatori innocenti e della sofferenza inflitta alle loro famiglie”.
(da “La Repubblica”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Agosto 10th, 2015 Riccardo Fucile
ESPULSO IL SINDACALISTA VENETO CHE HA DENUNCIATO LA VICENDA
Nomi e cifre da capogiro: nella Cisl scoppia il caso degli stipendi d’oro, con vette di circa 300mila
euro annui.
Un dossier firmato dal veneto Fausto Scandola sta creando polemiche nel sindacato guidato da Annamaria Furlan.
Iscritto alla Cisl dal 1968, Scandola si è però visto notificare un provvedimento di espulsione.
Avrà dieci giorni di tempo per fare appello. La vicenda è riportata dal quotidiano “la Repubblica”.
“I nostri rappresentanti e dirigenti ai massimi livelli nazionali – dice Scandola – si possono ancora considerare rappresentanti sindacali dei soci finanziatori, lavoratori dipendenti e pensionati? I loro comportamenti, lo svolgere dei loro ruoli, come gestiscono il potere, si possono ancora considerare da esempio e guida della nostra associazione che punta a curare gli interessi dei lavoratori?”
Il segretario generale Furlan promette un cambio di rotta.
“L’organizzazione aveva bisogno di nuove regole e se le è date con il regolamento approvato il 9 luglio, che entrerà pienamente in vigore il 30 settembre – spiega il numero uno della Cisl – escluse d’ora in poi le possibilità di cumulo delle indennità . Abbiamo imboccato la strada della trasparenza e la completeremo con l’assemblea di organizzazione di novembre”.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: sindacati | Commenta »