Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
“CORRUZIONE: POLITICA RUBA, MA HA SMESSO DI VERGOGNARSI”… PER 8 ITALIANI SU 10 MAZZETTE AUMENTATE NEGLI ULTIMI 20 ANNI… E L’85% E’ CONTRARIO AL MURO DEL BRENNERO
“I politici non hanno smesso di rubare, hanno smesso di vergognarsi”.
Quasi nove italiani su dieci sono d’accordo con la frase del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo: l’88 per cento delle persone intervistate per il sondaggio di Ixè in esclusiva per Agorà Rai 3 ha risposto che il magistrato ha ragione.
L’82 per cento pensa inoltre che negli ultimi 20 anni la corruzione in Italia è aumentata.
Proprio Davigo è stato al centro delle polemiche nei giorni scorsi per alcune sue interviste in cui ha detto, tra le varie cose, che “una classe dirigente che delinque è peggio dei criminali di strada”.
A rispondergli è stato il presidente del Consiglio che ha ribattuto che “non bisogna generalizzare” e ha concluso “basta con la politica subalterna ai pm”.
Lo scontro ha danneggiato a livello elettorale, stando ai sondaggi, proprio il Partito democratico. Che è passato dal 31,08 al 30, 09% in sette giorni. In crescita i 5 stelle che invece segnano un +0,8 per cento (dal 26,3% al 27,1%),
Scende sotto il 30% la fiducia in Matteo Renzi che, secondo Ixè, si attesta al 29% (-2%). Flessione di 2 punti anche per il governo, al 27%.
Al comando, tra i leader politici, c’è sempre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al 57%.
Più in alto di tutti, come al solito, Papa Francesco, con l’83% di fiducia.
Infine la questione migranti e muro del Brennero: la quasi totalità (85%) non lo ritiene una soluzione.
(da agenzie)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
“CON SILVIO SI POSSONO SCONFIGGERE I POPULISMI”… “BERTOLASO E’ UN FUORICLASSE NEL RISOLVERE I PROBLEMI”… “DA 71 ANNI IN ITALIA SIAMO IN ATTESA DI UNA DESTRA LIBERALE E DI UNA SINISTRA PROGRESSISTA”
Lo aveva detto in tempi non sospetti: «Vedrete che alla fine in campo resteranno solo due
candidature». E su almeno una era certo: la sua.
Perchè Alfio Marchini non ha mai accennato a passi indietro ed è rimasto fermo ad aspettare quelli degli altri. Convinto che con lui si possano «sconfiggere i populismi che una volta al governo alimentano il conflitto sociale e conflitto tra le istituzioni».
Alla fine ha conquistato Berlusconi…
«La sua è stata una scelta coraggiosa e generosa verso il nostro movimento civico, migliaia di romani che in questi 3 anni hanno difeso i diritti dei cittadini. Berlusconi ha confermato di essere un innovatore e FI l’unico partito che non si è arroccato nel difendere lo status quo».
Ma il suo slogan non era: «Liberi dai partiti»?
«Noi siamo liberi perchè siamo forti di un consenso radicato tra i romani. E questa è un’alleanza tra liberi per liberare Roma da chi l’ha ridotta in questo stato, e da quei movimenti populisti che farebbero sprofondare Roma ancora più nel caos».
Accetterà il sostegno di una lista con il simbolo di FI?
«Non ne abbiamo parlato ma non ho alcuna obiezione al riguardo. Saremo invece assai rigidi sulla qualità dei candidati e sono certo che ci troveremo tutti d’accordo».
Con la mossa di Berlusconi il centrodestra non c’è più?
«Lo ha giustamente detto la Meloni che il vecchio centrodestra è morto. Aggiungo: è tempo di andare oltre, lasciando che il civismo ossigeni i partiti. E di una cosa sono certo: la scelta di Berlusconi non è stata contro alcuno, ma per aprire nuovi sentieri lungo i quali ricostruire il legame tra politica e cittadini».
Con l’appoggio di FI a lei nasce un nuovo centro: se ne sente parte?
«Il mio impegno è per Roma. Il campo sul quale si giocherà l’egemonia globale sarà tra Paesi-continenti e grandi aree metropolitane. La Capitale insieme a Londra è una delle due grandi “città mondo”. Se vince Roma vince il Paese».
Accusano Berlusconi di favorire Renzi appoggiando lei: questo non rischia di svantaggiarla?
«Dalle reazioni che ho avuto direi l’opposto. Direi piuttosto che è stata una scelta contro i populismi che una volta al governo alimentano il conflitto sociale e tra le istituzioni. Noi siamo estremisti del buon senso più che mai convinti che oggi ci siano le condizioni per andare a vincere».
Perchè elettori di centrosinistra dovrebbero votare lei e non Giachetti?
«Perchè coloro che hanno governato questa città li hanno traditi. Noi in tre anni abbiamo onorato la fiducia di quelle centinaia di migliaia di romani che si sono fidati di noi».
Bertolaso lavorerà con lei?
«L’uomo solo al comando che pretenda di far risorgere Roma è una idea folle e velleitaria. Serve una squadra di fenomeni innamorati di Roma. E Bertolaso è un fuoriclasse nel risolvere i problemi e su questo avrà carta bianca. Ha dato a tutti una lezione di abnegazione e spirito civico da vero servitore dello Stato. Chapeau!».
Nella sua squadra ci saranno politici?
«Non ho il mito della società civile. Ho conosciuto tantissimi politici seri, onesti e con grandi competenze».
Anche Storace la sosterrà ? E questa destra è più accettabile di quella di Meloni e Salvini?
«Mi lasci ringraziare il popolo leghista che a Roma mi ha votato ai gazebo. Per il resto, la discriminazione non rientra nel mio dna e lascio ad altri il gioco dei veti».
Non mi ha risposto sulla destra…
«Il punto è che dopo 71 anni siamo ancora in attesa di una destra liberale e di una sinistra progressista che non dovrebbero mai essere populiste. L’80% degli elettori è consapevole che ci troviamo nel mezzo di una crisi di sistema. Chi ha governato da destra e sinistra ha fallito. Dopo 20 anni la retorica ha esaurito ogni efficacia seduttiva. Servono atti concreti in grado di coniugare valori e modernità ».
Se al ballottaggio arrivasse la Meloni la appoggerebbe?
«Sono abituato a pensare e decidere su un piano di realtà e non sui se. A oggi la mia realtà è aggregare i migliori e i coraggiosi uniti dalla feroce determinazione di restituire dignità e onore alla città più bella del mondo».
Paola Di Caro
(da “il Corriere della Sera”)
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Aprile 29th, 2016 Riccardo Fucile
“ALFIO E’ L’UNICO IN GRADO DI VINCERE AL BALLOTTAGGIO, SENZA LE SUE FIRME CI SAREBBE ANCORA MARINO”… “SE LEGA E FDI NON AVESSERO CAMBIATO IDEA CINQUE VOLTE, AVREMMO UN CANDIDATO UNITARIO DA MESI”
Presidente Berlusconi, può dirci che cosa vi siete detti con Bertolaso durante la notte in cui ha deciso di puntare su Marchini?
«Avevamo scelto Guido Bertolaso per due motivi: in primo luogo perchè è l’uomo delle emergenze per eccellenza, un tecnico di valore straordinario, conosciuto in tutto il mondo per le sue capacità ; e poi perchè la sua candidatura era unitaria. Guido, non dimentichiamolo, aveva dato la sua disponibilità dopo grandi insistenze da parte di tutto il centro-destra. Si è messo a disposizione, accantonando importanti progetti internazionali ai quali stava lavorando. Con lo stesso straordinario spirito di sacrificio e senso di responsabilità , è venuto da me e si è dichiarato disposto a fare un passo indietro ma tenendosi a disposizione della futura amministrazione capitolina».
Perchè Marchini? Che cosa rappresenta una figura cosi?
«Siamo semplicemente tornati al punto da cui eravamo partiti. Alfio Marchini in questi tre anni di opposizione seria e concreta in Consiglio Comunale ha dimostrato di condividere i valori liberali e riformatori che ci ispirano e di essere un moderato che, a differenza dei grillini, non si è tirato indietro quando si è trattato di mandare a casa l’ex sindaco di sinistra Marino. E poi Marchini, secondo tutti i sondaggi, è l’unico nome in grado di vincere al ballottaggio, per non consegnare Roma nè alla continuità disastrosa del Pd nè all’avventurismo del movimento Cinque Stelle. Mi consenta di aggiungere una cosa: Marchini è stato il primo candidato su cui sembrava possibile trovare un accordo di coalizione. Ma solo per il veto di un alleato non si riuscì a convergere sul suo nome. Se la Lega e Fratelli d’Italia non avessero cambiato idea più volte, oggi ci troveremmo tutti uniti sullo stesso candidato».
Qual è il senso politico di questa capriola su Roma?
«L’unico senso politico di questa scelta è il buonsenso. Il centro-destra in Italia rappresenta da sempre la maggioranza degli italiani. Lo confermano tutti i sondaggi. Il problema è che il centro-destra, per funzionare, dev’essere fatto di una destra, che legittimamente rappresenta una fascia di elettori, e di un centro, che ne rappresenta un’altra, diversa, popolare, liberale. La destra, sommando Lega e un tempo Alleanza Nazionale, oggi Fratelli d’Italia, rappresenta meno del 20 per cento dell’elettorato. Una parte imprescindibile, ma da sola condannata ad essere ininfluente. Per vincere, la destra deve essere alleata con il centro. E occorre anche richiamare al voto quegli elettori moderati che, rassegnati, hanno deciso di non votare. Forza Italia sta operando in questa direzione. Noi rappresentiamo una cultura diversa e complementare rispetto a quella di Salvini e Meloni. Una cultura che deve tornare ad essere trainante, perchè, come in tutta l’Europa, sono i moderati a prevalere sulla sinistra».
È un colpo contro Renzi questa convergenza su Marchini perchè potrebbe rendere più difficile l’accesso al ballottaggio per Giachetti?
«E’ una decisione per riportare i moderati a governare Roma. E questo immagino non farà piacere a Renzi. Eppure c’è chi, forse nella confusione delle ultime ore, ci ha accusato proprio del contrario, di voler fare un favore a Renzi, risuscitando addirittura il Patto del Nazareno. Questa è un’accusa che mi ha davvero sorpreso. Intanto il Patto del Nazareno, come lo avevamo inteso noi, non serviva affatto a fare il gioco di Renzi, serviva a rendere insieme un servizio al Paese, cambiandolo e modernizzandolo con riforme condivise: avevamo il dovere di provarci. Ma poi ci siamo resi conto che Renzi aveva tutt’altre intenzioni, voleva soltanto una riforma a suo uso e consumo che di fatto limita la democrazia. Abbiamo rotto nel momento in cui Renzi era più forte, dovremmo metterci d’accordo proprio ora che è in palese difficoltà e tenta in tutti i modi di attrarre i voti moderati? Ripeto: se vogliamo contrastare davvero Renzi dobbiamo convincere coloro che non votano a tornare con noi, usando il linguaggio della ragione e della concretezza».
Ieri si è incontrato con Marchini e Bertolaso. Che cosa vi siete detti?
«Abbiamo avuto un confronto approfondito sui problemi di Roma; sulla mobilità di superficie, del tutto inadeguata sia per quanto riguarda il trasporto pubblico che quello privato; sulla condizione disastrosa e pericolosa delle strade; sulla sicurezza e sul degrado di molti quartieri, sul disagio dei cittadini abbandonati a se stessi. Bertolaso ha inoltre sottolineato il rischio che fra sei mesi Roma sia invasa dai rifiuti, se non si faranno interventi seri ed immediati. Dobbiamo rendere di nuovo Roma una città sicura e piacevole in cui vivere, non soltanto nel centro storico, ma nei quartieri nei quali abita la grande maggioranza dei romani. E poi c’è una situazione di bilancio drammatica da risanare, con la macchina comunale inceppata da rimettere in funzione. Insomma, un compito colossale, che richiede le migliori professionalità ».
In che senso Roma può diventare laboratorio nazionale del centro-destra?
«Roma non è un laboratorio. L’unica preoccupazione di chi la governerà dovrà essere quella di farla uscire da una situazione di degrado inaccettabile».
Barbara Jerkov
(da “il Messaggero”)
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