Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
DOPO L’ARRESTO DI MARRA NON PIACE LA LINEA MINIMALISTA DI GRILLO
La pazienza è finita, anche tra i militanti della base. 
Le scuse del sindaco di Roma Virginia Raggi per aver scelto come suo collaboratore Raffaele Marra, dirigente del Comune già chiacchierato ai tempi della giunta Alemanno, non placano la rabbia degli utenti.
Sul blog di Grillo che ha rilanciato la conferenza stampa della prima cittadina, la maggior parte degli utenti non perdona l’ennesimo passo falso (dopo i casi Muraro, Minenna e Raineri) della prima cittadina.
“Purtroppo era stato già fatto notare in precedenza da molti (non solo da me che non conto nulla) che certe persone non dovevano prendere parte a questa esperienza, era prevedibile questo epilogo ora si rischia veramente grosso, forse solo le dimissioni di tutta la giunta di Roma potrebbe in parte limitare il disastro”, scrive un utente.
È solo uno tra i tanti che chiedono un passo indietro della Raggi dopo l’arresto del capo del personale del Comune di Roma, arrestato dai Carabinieri per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sui presunti affari tra Marra e “l’immobiliarista della Casta” Sergio Scarpellini.
Scoramento, rabbia e delusione sono i sentimenti dominanti nella base. “L’Amministrazione va avanti? VATTENE SUBITO perchè Roma non può aspettare che tu Raggi diventi un sindaco capace. Stai offuscando l’immagine del movimento, la fiducia degli elettori 5S, non hai ascoltato chi da tempo ti ha avvertita che le scelte erano sbagliate, che stavi pescando nel torbido…..vai, per amore dei 5S e di Roma sparisci”.
“Siamo alla fine ragazzi – scrive Rodolfo – peccato abbiamo sognato io insieme a tantissimi che le cose potessero cambiare se il sindaco raggi non capisce che deve dimettersi immediatamente è finita. doveva spazzare via tutto tutto tutto”.
Secondo Pietro “è vero che Marra è stato arrestato per fatti che non riguardano questa Amministrazione, ma la Raggi ha garantito con la sua faccia l’integrità del personaggio. Se non dovesse fare un passo indietro sarebbe un disastro per il Movimento”.
Per Maria il sindaco di Roma dovrebbe smetterla di “fare l’Alice nel Paese delle Meraviglie, che qui non siamo tutti deficienti”. Secondo Andrea la Raggi è “indifendibile!!! Mi auguro che il M5S prenda le distanze dalla Raggi altrimenti la credibilità scenderà sotto zero!”.
La breve conferenza stampa di Virginia Raggi, durata circa due minuti senzaper le domande dei giornalisti, non ha convinto affatto i tanti militanti grillini attivi in rete: “No, Virginia, no ! Marra lo hai scelto tu, ne potevi scegliere altri 23.000 ma hai scelto lui… a casa mia si chiama responsabilità …”, commenta Max.
E un altro: “Molti di noi hanno chiesto la rimozione di Marra e Muraro, da subito, siamo stati inascoltati. Vi siete fidati? Dei cittadini onesti no e di Marra si? Basta! Dimissioni!”.
Nel mare magnum delle richieste di dimissioni sul blog di Grillo si leva anche qualche voce in difesa del sindaco: “La Raggi ha sbagliato ma non si deve dimettere, sarebbe devastante per il Movimento in vista delle politiche, errori di inesperienza che il tempo sanerà “.
“Dall’inizio – commenta Fiorenzo – voto 5S e ora sono parecchio confuso, non capisco l’atteggiamento della Raggi (ci è o ci fa) diversamente da tutti i commenti io mi sento il morale sotto i piedi, comunque fiducioso in Beppe che saprà uscirne alla grande”. Anche Adolfo ripone speranza in Grillo: “Beppe ti prego abbandonala al suo destino, in sei mesi ha fatto più danni lei al Movimento”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
UN DISASTRO CHE SI POTEVA MA NON SI E’ VOLUTO EVITARE
Contro chi scriveva di Raffaele Marra, di Paola Muraro sono arrivati solo insulti e indifferenza eppure bastava leggere le inchieste pubblicate per evitare il disastro.
Ora Paola Muraro si è dimessa perchè indagata, Raffaele Marra è stato arrestato per corruzione.
Un partito che è andato al potere al grido di onestà dovrebbe praticare, oltre che predicare, discontinuità .
Al primo segnale un movimento che si dice diverso dovrebbe cambiare personale politico e amministrativo, invece, a Roma, si è scelta la strada della perseveranza.
E chi persevera non può accampare scuse, Virginia Raggi, sindaca della capitale, si è dimostrata totalmente inadeguata nella selezione dei suoi fedelissimi.
Eppure nei casi in esame i segnali erano fin troppo chiari, il Movimento 5 Stelle aveva tutte le informazioni per assumere le decisioni conseguenti.
E invece? E, invece, ha deciso di derubricare a quisquilie quanto emerso sul conto di Paola Muraro, prima, e Raffaele Marra poi.
Su Muraro ho iniziato a scrivere da fine luglio evidenziando passato e relazioni. La questione non è l’indagine, ma, in sintesi, la bugia, la vicinanza ad un sistema di potere, agli uomini che di quel groviglio erano l’espressione.
Non doveva essere scelta, ma quando sono emerse le contraddizioni nel passato di Muraro, la sindaca ha continuato a difenderla piuttosto che rimuoverla.
Sul caso Marra, la vicenda è simile e, a tratti, ancor più pesante ora che l’ex uomo di Alemanno, divenuto fedelissimo di Raggi, è stato arrestato per corruzione.
A fine ottobre l’Espresso dedica la copertina a Raffaele Marra con questo titolo: “Il sindaco ombra”.
Io mi occupo dell’assenza di trasparenza e dell’impossibilità di conoscere buona parte dei finanziatori della campagna elettorale di Raggi, ma l’inchiesta principale è dedicata a Marra e la firma Emiliano Fittipaldi.
Proprio Fittipaldi, a settembre, aveva svelato i rapporti tra il costruttore Sergio Scarpellini e il fedelissimo di Raggi e in particolare l’acquisto scontato di un immobile, vicenda ora al centro dell’inchiesta della Procura di Roma.
Eppure la reazione dei grillini è stata anche in quel caso chiarissima: sottovalutare, sminuire, nascondere la polvere in ogni dove.
Bisogna menzionare nel silenzio assordante la voce della deputata Roberta Lombardi che, a luglio, lascia il mini-direttorio, e poi parla di Marra come di un virus che infetta il M5S prima di presentare una denuncia lo scorso novembre. La sua voce, però, è rimasta inascoltata.
Ora Raggi convoca in tutta fretta una conferenza stampa senza domande, un grande classico del potere che quando deve rispondere scappa.
Visto l’epilogo torna di attualità una considerazione del collega del Fatto Marco Lillo che, lo scorso luglio, a proposito di una omissione nel curriculum di Raggi, scriveva: “Virginia Raggi non ha le carte in regola per essere il candidato del M5S a Roma”. Non si è agito in tempo, ora la polvere nascosta è diventata una valanga che travolge il movimento, Raggi e il coretto ‘onestà onestà ‘.
Nello Trocchia
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
LA CLAMOROSA QUERELA PRESENTATA DALLA DEPUTATA … ORMAI NEL M5S SARA’ BATTAGLIA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI
Il tifone giudiziario che ha investito il Campidoglio dopo l’inchiesta dell’Espresso e l’arresto del
fedelissimo Raffaele Marra da parte della procura di Roma rischia di trasformarsi, nelle prossime ore, in un dramma politico.
Non solo nel partito romano, ma per l’intero Movimento Cinque Stelle nazionale.
“L’Espresso” ha scoperto infatti che il 22 novembre 2016, un mese dopo dopo la pubblicazione dell’ultima inchiesta del nostro settimanale , il deputato pentastellato Roberta Lombardi si è presentata in procura per depositare una durissima denuncia-querela proprio contro Marra, braccio destro della sua compagna di partito.
Un esposto di una decina di pagine di fuoco, in cui la deputata grillina chiede senza giri di parole ai magistrati di indagare sulla casa acquistata dalla moglie di Marra dalla Fondazione Enasarco (quella per cui è stata individuata la corruzione tra Marra e Scarpellini), sui rapporti tra Marra e l’altro costruttore Fabrizio Amore (oggi imputato in Mafia Capitale), sui possibili episodi illeciti della gestione delle emergenze abitative quando Marra era dirigente del dipartimento della Casa.
Il fedelissimo della sindaca di Roma Raffaele Marra, quando era direttore del Patrimonio e della Casa del Campidoglio in quota Alemanno, comprò un attico di lusso dal gruppo di Sergio Scarpellini. Ottenendo uno sconto di quasi mezzo milione di euro rispetto ai prezzi di mercato. In barba al conflitto di interessi: il costruttore, definito da Grillo «un evasore di Iva» e da Di Battista «un gentleman detto “er cavallaro”» fa business milionari con il Comune
Non solo: la Lombardi — che si è in passato occupata dei temi dell’emergenza abitativa, compreso la dismissione degli immobili Enasarco — mostra dubbi persino sulla legittimità di Marra a coprire ruoli dirigenziali in Campidoglio, ipotizzando che il concorso a cui partecipò nel 2006 fu caratterizzato da un «quadro inquietante di collusioni e favori».
La Lombardi, insieme a big del movimento come Roberto Fico, Paola Taverna e Carla Ruocco, ha mosso critiche alla Raggi e al suo staff fin dall’inizio dell’avventura della sindaca (dopo le inchieste de “L’Espresso” definì Marra « un virus che sta infettando il movimento »), ma nessuno sapeva finora che era andata dritta in procura a denunciare il consigliere della “sua” sindaca.
Un fatto politico clamoroso: non sappiamo se l’esposto della Lombardi è poi confluito nel filone d’indagine già aperto dalla procura che ha portato agli arresti odierni del dirigente di Virginia.
Di certo la notizia di una battaglia giudiziarie tra Lombardi e uomini della Raggi aprirà una faglia ancora più larga tra gli “ortodossi” del Movimento che da mesi consigliavano a Virginia di obbligare i sui fedelissimi a un passo indietro, e i seguaci della linea di Luigi Di Maio, che credevano che la sindaca andasse difesa a spada tratta contro tutto e contro tutto.
Questi ultimi, dopo gli eventi di stamattina, sono politicamente molto più deboli di prima.
Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
LA RESPONSABILITA’ POLITICA E’ ANCHE DI DI MAIO”
Le ore del giudizio. Le ore in cui bisogna decidere sulle sorti del Comune di Roma a soli sei mesi dalla conquista grillina del Campidoglio.
L’arresto di Raffaele Marra, braccio destro di Virginia Raggi, difeso fino a poche ore fa a spada tratta dal sindaco, fa precipitare il Movimento 5 Stelle in un baratro di tensione e di rabbia.
E nonostante il divieto di parlare impartito dai vertici, molti deputati e senatori si sfogano a viso aperto. Forse, per la prima volta. “Spero che il garante prenderà provvedimenti interni ed esterni”, dice per esempio Danila Nesci.
Beppe Grillo è chiuso nel suo bunker dell’Hotel Forum dove alloggia a Roma, con lui ci sono i responsabili della comunicazione.
Poco distante, a piazzale Flaminio, arrivano alla spicciolata i parlamentari pronti a partire per Siena. Contrordine. Un sms avvisa che il flash mob in programma per stasera non ci sarà .
Il motivo è ovvio. “È corruzione. Gravissimo. Ignazio Marino lo abbiamo crocifisso per molto meno. Ora dovrebbe dimettersi, altrimenti via il simbolo”, dice una delle tante voci dei parlamentari.
E il senatore Nicola Morra aggiunge: “Fermo restando che occorrerà verificare, si parte dal presupposto che se vuoi essere severo con gli altri devi essere inflessibile con te stesso. Noi siamo nati per ripristinare le regole, ora verificheremo, ma se emergeranno quadri politicamente o moralmente scorretti, non potremo certo difendere certe posizioni”.
Proprio la difesa di Marra aveva provocato in parte la frattura, mai sanata, con i parlamentari romani. Roberta Lombardi, per esempio, su Fb aveva etichettato il braccio destro della sindaca “un virus che infetta il Movimento”.
Ciò le era costato un richiamo all’ordine dai vertici M5S via blog con un durissimo post. Oggi cita Martin Luther King per rivendicare le proprie ragioni in merito. “Su Roma – si sfoga un senatore – hanno sbagliato tutti, compreso Beppe”. “Mortificata” si sente la deputata Nesci “perchè, all’interno del M5S (non certo io o Beppe Grillo), c’è chi ha tenuto la linea che oggi ha portato a questo epilogo. Mettiamo da parte atteggiamenti e forzature che nulla hanno a che fare con la rivoluzione culturale che stiamo portando avanti”.
Adesso si sta decidendo cosa fare.
L’arresto di Marra, “è pesante, fortunatamente ci sono indagini in corso” ma “è una casa grave, gravissima. Ci riuniamo e tiriamo fuori la linea del gruppo”, dice Roberto Fico prima che venga impartito l’ordine dai vertici via sms di non parlare.
“Ragazzi, questione Marra: silenzio stampa. Uscirà il sindaco ed eventualmente il Blog”, si legge sui cellulari dei parlamentari.
Virginia parla ai cronisti e non accetta domande, poi Grillo su Twitter rilancia le sue dichiarazioni, ma i commenti degli attivisti non fanno sconti.
Le voci sono incontrollate.
I più ortodossi del Movimento vorrebbero le dimissioni del sindaco, e se ciò non dovesse succedere il ritiro del simbolo M5S, approfittando del fatto che le elezioni politiche potrebbero essere ancora lontane e quindi “c’è tutto il tempo a disposizione per far dimenticare il disastro Roma”.
Queste sono le pressioni arrivate all’hotel Forum dove Grillo ha atteso il discorso della Raggi.
Altri, i più pragmatici, non vogliono rischiare il baratro ammettendo l’errore: “Basta che Virginia chieda scusa e che si lasci guidare da noi”.
“Penso che oggi qualcuno dovrebbe chiedere scusa e ringraziare Carla Ruocco e Roberta Lombardi”, scrive su twitter il parlamentare 5 Stelle Michele dell’Orco, che è stato anche capogruppo alla Camera.
Il pentastellato si riferisce alle dure critiche che le due colleghe di partito avevano mosso proprio nei confronti di Raffaele Marra, oggi arrestato.
Dell’Orco posta, nel suo tweet, i ‘cinguettii’ di Ruocco e Lombardi, in cui le due parlamentari 5 Stelle parlavano chiaramente di “virus che infetta il Movimento” riferendosi proprio al capo del personale del comune di Roma e fedelissimo della sindaca Virginia Raggi.
In questo caos generale c’è anche chi è pronto a colpire Luigi Di Maio: in molti vedono una sua responsabilità politica per aver difeso il sindaco e sono già pronti a regolare i conti.
Per esempio, sembrano indirizzate a lui le parole del deputato Giuseppe Brescia che ritiene le scuse della Raggi non sufficienti: “Non sono io a dover dire cosa dovrebbe fare ora il sindaco di Roma, ma di certo chi, all’interno del MoVimento, nei mesi scorsi ha difeso questa linea scellerata dovrebbe smetterla di giocare al ‘piccolo stratega’ perchè evidentemente non ne è in grado e arreca solo danno al MoVimento”.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
LA VIOLENZA CONTRO UNA DONNA INERME NON E’ “COMUNQUE UN ATTO FASCISTA ANCHE SE CHI LO COMMETTE E’ ANTIFASCISTA”, E’ SOLO DA UOMINI DI MERDA, E QUELLI ESISTONO OVUNQUE
Non solo una violenza di gruppo, già di per sè deplorevole, ma anche il tentativo di tenerla
nascosta per anni, di convincere la vittima a non denunciare e a ritrattare la sua versione per non far finire la storia in tribunale o limitare le conseguenze dei responsabili di fronte alla legge.
Lo stupro avvenuto nel 2010 a Parma nella sede della Rete antifascista di via Testi ai danni di una giovane mantovana in stato di incoscienza, assume contorni sempre più inquietanti.
A denunciare la vicenda, parlando di omertà e pressioni sulla vittima che all’epoca degli abusi era appena maggiorenne, è il blog “Abbatto i muri”, che nei giorni scorsi ha pubblicato un comunicato del gruppo di ragazze “Romantic Punx” che ripercorre il brutale episodio ora al centro di un processo al tribunale di Parma.
Il testo è stato ripreso da Repubblica: “Uno stupro è sempre e comunque un atto fascista, anche se chi lo commette si dichiara antifascista” hanno scritto.
In pochi però parlarono di quella notte di orrore, e anzi, spiegano le Romantic Punx, la ragazza, pur non avendo mai sporto denuncia contro i suoi aguzzini, venne isolata dal collettivo, che la riteneva pericolosa proprio per quello che avrebbe potuto rivelare.
Era il 12 settembre del 2010 quando nella sede di via Testi quella che doveva essere una festa tra amici e attivisti finì per la giovane mantovana in un modo drammatico. La sera i festeggiamenti, con alcol e probabilmente, secondo gli inquirenti, l’assunzione di droga forse a sua insaputa.
Poi il risveglio senza vestiti, i ricordi annebbiati, come lei stessa avrebbe raccontato nelle scorse settimane nel corso di un’udienza a porte chiuse.
La verità su quella notte in realtà sarebbe circolata già da anni nell’ambiente del collettivo. I presunti responsabili infatti avevano filmato con un cellulare la violenza consumata a turno sulla loro “amica”.
Secondo gli atti, da quel video è evidente che “il corpo della ragazza veniva usato come un oggetto inanimato” su cui infierire, e che la vittima “appare del tutto inerme”, incosciente della brutalità che stava subendo.
Mentre la ragazza nei giorni successivi allo stupro cercava ancora di chiarire quanto fosse avvenuto, il video era già diventato virale nell’ambiente, insieme a nomignoli affibbiati alla vittima inconsapevole, che si riferivano ai dettagli di quella notta di violenza, come si legge nel blog: “E nei giorni, settimane, mesi successivi alla violenza? — si chiedono le Romantic Punx — La ragazza non denuncia alla polizia, non parla con nessuno; il video continua a girare, tutti lo guardano eppure nessuno vede la violenza. Gli uomini attorno a quel tavolo sui cui giaceva inerme la ragazza continuano a frequentare cortei, concerti, spazi occupati e autogestiti… E ridono, parlano, bevono birre, escono con ragazze, stringono nuove amicizie; nonostante giri un video in cui ‘fanno sesso’ con una donna che sembra morta”.
È proprio quel filmato, trovato per caso nel 2013 dai carabinieri nel corso di un’altra indagine, che ha fatto partire l’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Amara che nel 2015 ha portato agli arresti domiciliari e al rinvio a giudizio di tre delle persone presenti quella notte in via Testi, un 25enne e un 29enne di Parma e un 24enne romano.
Altri quattro attivisti inoltre, tre ragazzi e una ragazza, sono accusati di favoreggiamento, per avere minacciato la vittima con sms e telefonate per far ritrattare la versione da fornire agli inquirenti.
La giustizia farà il suo corso, ma le Romantic Punx riflettono su quanto accaduto, perchè non succeda più.
“Dove siamo state in quei tre anni che vanno dallo stupro al giorno in cui due pattuglie sono andate a cercare la ragazza a casa della sua famiglia? Perchè al posto di diffondere il video, umiliarla, organizzare assemblee con gli stupratori non è stato fatto muro attorno alla ragazza? Perchè per salvare il gruppo si è deciso di abbandonare chi davvero aveva bisogno? — scrivono ancora — Ciò che è accaduto a lei poteva succedere ad ognuna di noi — concludono — Ed oggi ci alziamo in piedi contro la violenza avvenuta quella notte in via Testi, la vergogna di quel video diffuso e l’orrore di quel nomignolo. Contro il suo abbandono e l’incapacità di vedere il disagio di una donna. Contro l’omertà e il muro di silenzio. Contro i modi e il linguaggio adottati nei suoi confronti. Contro chi l’ha processata, condannata e punita basandosi su voci e fatti incompleti e di parte. Contro chi l’ha minacciata, aggredita, allontanata dagli spazi occupati usando la violenza…”
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
DUE REATI CONTESTATI: FALSO MATERIALE E FALSO IDEOLOGICO, IN RELAZIONE A UNA DATA FORSE FALSATA SU DUE VERBALI… MA NON C’E’ AVVISO DI GARANZIA
“La mia (futura) assenza è motivata dalla personale necessità di conoscere vicende e fatti contestati”.
Non parla, ma scrive il sindaco Sala che si è autosospeso dopo aver avuto notizia di essere indagato nell’inchiesta sulla ‘piastra’ Expo (per falso ideologico e materiale su una data falsificata nei verbali), mentre dalla procura generale arriva la massima disponibilità ad ascoltarlo.
Il sindaco di Milano, difeso dall’avvocato Salvatore Scuto, potrebbe decidere di presentarsi nei prossimi giorni davanti al pg Felice Isnardi per difendersi dalle contestazioni.
Una ‘mossa’ che potrebbe servire a convincerlo della sua estraneità ai fatti persuadendolo a stralciare la sua posizione da quella degli altri indagati in vista di una richiesta di archiviazione e uscire così anche dal ‘limbo’ politico dell’autosospensione.
I poteri alla sua vice.
La giornata è iniziata con una giunta straordinaria durata un’ora e mezza nel corso della quale ha spiegato agli assessori ciò che aveva detto ai suoi uomini di fiducia già nel corso della notte: Sala non ha cambiato idea e ha affrontato una giornata emotivamente tesa, nel corso della quale ha preparato la transizione dei poteri ad Anna Scavuzzo, la sua vice.
Alle 11.30 ha lasciato il Comune dall’ingresso secondario di via Case Rotte per non incontrare i giornalisti ed è andato a Palazzo Diotti, in corso Monforte, dove ha incontrato il prefetto.
Il prefetto ha preso atto della decisione.
Si è trattato più di una forma di cortesia istituzionale, dal momento che gli articoli cui si è appellato Sala per l’autosospensione non rientrano nel quadro normativo entro il quale il prefetto può intervenire.
Marangoni, dunque, ha preso atto. E il sindaco ha ribadito la sua posizione anche in una lettera che ha spedito al presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, alla sua vice in Comune, Scavuzzo, e all’omologa del Consiglio metropolitano, Arianna Censi.
“Mi serve tempo per capire”.
“La mia assenza – ha scritto, appunto, il sindaco – è motivata dalla personale necessità di conoscere innanzitutto le vicende e i fatti contestati, pertanto fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, ritengo di non poter esercitare i miei compiti istituzionali”.
Quanto tempo sia necessario non è facile dirlo, ma chi gli sta vicino ritiene non si tratti di troppo tempo. Anche perchè il Consiglio Comunale convocato oggi per la prossima settimana potrebbe voler dire che a quel punto il sindaco sarebbe nelle condizioni di spiegare le sue intenzioni per il futuro.
I due reati contestati.
“Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”: sono questi i due reati contestati al sindaco nell’inchiesta.
Il nome di Sala, con quello dell’imprenditore Paolo Pizzarrotti, compare nella richiesta di proroga indagini, avocate dalla Procura Generale alla Procura, in aggiunta ai nomi dei 5 indagati già noti.
Le ipotesi mosse dall’accusa sarebbero di concorso in falso ideologico e falso materiale, reato che – stando alla richiesta di proroga delle indagini – sarebbe stato commesso il 30 maggio 2012.
Finanza: “Verbali commissione gara con data falsa”.
Due ‘verbali’ relativi alla “sostituzione” di due componenti della commissione giudicatrice della gara per l’appalto della ‘Piastra dei servizi’ riporterebbero “circostanze non rispondenti alla realtà ” e, in particolare, sarebbero stati retrodatati con “l’intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta” anche per il “ritardo” sui “cronoprogrammi” dell’Expo. Lo scrive la Guardia di finanza in un’informativa del maggio 2013 agli atti anche della ‘vecchia’ inchiesta dei pm poi avocata dalla Procura Generale.
Dalla Procura generale.
Sala, iscritto nel registro degli indagati nelle ultime settimane, non è mai stato convocato per un interrogatorio, nè ha ricevuto un avviso di garanzia.
Dell’iscrizione ha avuto formalmente notizia solo tramite la notifica via posta elettronica certificata a un avvocato d’ufficio (Luana Battista, 37 anni, milanese, che ha riferito di averlo scoperto solo questa mattina) da parte del gip Lucio Marcantonio della richiesta di proroga delle indagini datata 6 dicembre.
Un atto imposto dal codice di procedura penale per permettere agli indagati di presentare memorie difensive.
Il sostituto pg Felice Isnardi, titolare dell’indagine, sarebbe dunque disponibile a ricevere e interrogare il sindaco se volesse chiarire la sua posizione.
Negli uffici del terzo piano, dove ‘regna’ il riserbo, si apprende inoltre che l’intenzione dei magistrati è quella di arrivare in tempi celeri ad una conclusione dell’inchiesta.
Sostegno a Sala su Facebook.
Sala ha comunicato su Facebook la sua decisione di autosospendersi intorno a mezzanotte. In dieci ore il post ha ricevuto circa 600 commenti.
La maggiorparte sono a suo sostegno e approvano la scelta, gesto considerato sintomo di serietà . In uno dei commenti si legge: “Renzi e Sala, quando la politica sa assumersi le proprie responsabilità . Una cosa mai vista prima in italia e a cui noi italiani non siamo abituati. Il tempo è galantuomo ed entrambi rialzeranno presto la china”.
Un altro: “Renzi si dimette dopo aver perso il referendum, il sindaco di Milano si auto sospende dopo aver appreso dai giornali di essere indagato. Mi chiedo: siamo in italia? In bocca al lupo a entrambi!”
(da “La Repubblica“)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
ERA UNO DEI FEDELI ALLA LINEA DI GRILLO E CASALEGGIO, MA HA CAPITO CON CHI AVEVA A CHE FARE
Finora per commentare le espulsioni nel MoVimento 5 Stelle tutti hanno sempre ricordato il
vecchio adagio che a fare i puri c’è sempre qualcuno più puro di te che ti epura.
Ma cosa succede quando un Cinque Stelle come Vittorio Bertola viene espulso dal partito, si può ricorrere alla stessa metafora?
Perchè se una cosa è certa è che Bertola non sia uno qualsiasi dei pentastellati torinesi e non solo perchè durante la scorsa consiliatura è stato eletto consigliere comunale ma perchè è stato uno dei degli attivisti politicamente più onesti del MoVimento.
Il che magari non farà di lui un grande statista ma una delle risorse sulle quali costruire un vero partito politico in grado di governare.
Perchè si è arrivati all’espulsione di Vittorio Bertola?
A dare l’annuncio della sua imminente espulsione è stato lo stesso Bertola che ha pubblicato oggi su Facebook una lunga nota a proposito di un’assemblea cittadina del M5S prevista per domenica 18 dicembre nella quale il primo punto all’ordine dell’ordine sarà appunto il suo allontanamento dal Cinque Stelle.
Curiosamente l’espulsione verrà discussa (e probabilmente votata) anche in assenza di Bertola che non potrà essere presente perchè in Germania e al quale, per sua stessa ammissione non è stato notificato ancora nulla.
In realtà si tratterebbe non di una vera espulsione ma di un’esclusione. Da cosa?
Lo spiega un altro attivista: dal gruppo Facebook degli attivisti torinesi dove a quanto pare Bertola non è abbastanza attivo.
Esclusione che significa in realtà l’impossibilità di partecipare alle riunioni cittadine e alle votazioni.
Ma evidentemente a Bertola non interessa poi così tanto difendersi, in primo luogo perchè ormai è un semplice attivista e non ricopre alcuna carica all’interno del partito in secondo luogo perchè, come dice lui, ha “altre cose per la testa”.
Giusto per far capire Bertola era uno che sei anni fa andava — come hanno fatto moltissimi attivisti agli albori del MoVimento quando ancora i pentastellati non erano stati eletti nelle stanze del potere — a fare streaming delle sedute del Consiglio Comunale, oppure era uno di quelli che salivano sulle barricate per opporsi al piano di riqualificazione dell’area ex-Westinghouse e alla costruzione di un centro commerciale che invece la sindaca di Torino Chiara Appendino ha annunciato che si farà lo stesso, perchè il Comune ha bisogno di soldi (stessa motivazione data da Fassino all’epoca in cui Bertola e Appendino erano consiglieri d’opposizione).
Bertola spiega che il suo problema, o meglio il problema per il M5S è che ora riserva alla Appendino lo stesso trattamento che quando era all’opposizione aveva riservato a Fassino.
Fiato sul collo scrive lui dicendo che questa deve essere (o meglio era) la cifra distintiva del MoVimento.
E sicuramente lo era quando i grillini stavano all’opposizione ma governare — come stanno imparando Virginia Raggi e Chiara Appendino — è cosa diversa e richiede giocoforza una coesione diversa.
Perchè un conto è essere critici verso chi governa stando all’opposizione un conto è governare dovendo difendersi dalle critiche di chi invece dovrebbe stare dalla tua parte.
La prima cosa è facilissima, la seconda sostanzialmente impossibile.
C’è inoltre da dire che — come Bertola ricorda — lui non partecipa più molto alla vita attiva del partito. Il motivo non è che è stato messo all’angolo dal nuovo corso ma che si è messo fuori da solo, con quella sua decisione di abbandonare la politica (in polemica con la Appendino) e quindi di non ricandidarsi in Consiglio Comunale salvo tornare sui suoi passi poco prima delle elezioni amministrative.
E sicuramente pesa anche il fatto di non essere più in buoni rapporti con il gruppo dirigente piemontese, ovvero i parlamentari Laura Castelli e Davide Bono.
E se alcune critiche sono politiche, legittime e nel merito, come si è spesso ricordato a proposito dell’attivismo di Bertola, altre sembrano totalmente gratuite.
Ad esempio questo video pubblicato da Bertola dove si fa dell’ironia sul fatto che il Presidente del Consiglio Comunale non sia in grado di leggere “il numerale romano “II” contenuto nel nome di uno dei principali corsi cittadini”.
Ed è un peccato che Bertola e il MoVimento abbiano deciso di terminare così il loro percorso assieme, che dura da più di un decennio.
Perchè senza dubbio Bertola non è completamente distante o “altro” dal MoVimento attuale.
Prendiamo ad esempio le sue quattro proposte per l’immigrazione, un intervento ospitato sull’house organ ufficiale del partito e datato agosto 2015, c’è qualche differenza con quanto ribadito nei giorni scorsi da Alessandro Di Battista sullo stesso argomento? La risposta è no.
Ma non è sulle questioni politiche o di programma che probabilmente si deciderà l’espulsione di Bertola (come del resto non è quasi mai stato fatto nel MoVimento) ma sul fatto che di recente l’ex consigliere comunale si è messo contro direttamente i vertici del partito, ovvero Grillo e Casaleggio (Junior).
Lo ha fatto qualche tempo fa quando ha denunciato l’assenza di democrazia interna al MoVimento dove tutti sono obbligati a passare per il Blog di Grillo (cosa che in effetti non è proprio una rivelazione) e l’abbandono delle piattaforme dei Meetup (dove Grillo e Casaleggio non hanno tutto il potere di controllo necessario).
Tutti i tentativi di creare nuove piattaforme di democrazia diretta sono stati stoppati dalla dirigenza del Movimento, così le discussioni restano tutte sul blog di Grillo. Molti gruppi usano Airesis o LiquidFeedback ma anche questi strumenti sono usati solo per comunicazioni tecniche, non per il dibattito politico tra attivisti.
A Torino com’è la situazione?
Meetup è stato abbandonato, noi stiamo sperimentando la piattaforma QuartaRepubblica in fase embrionale, ma le vere discussioni avvengono in un gruppo chiuso su facebook tra gli eletti in consiglio comunale
Oppure quando ha criticato le pressioni dei vertici del partito per spingere gli attivisti a votare e approvare il nuovo statuto e regolamento.
Insomma, come tutti gli uomini politici Bertola avrà senza dubbio commesso qualche errore di valutazione in passato, ma l’errore più grande è stato quello di criticare la struttura del partito nella sua essenza.
In un partito in cui nonostante probiviri e comitato d’appello le forme di mediazione dei conflitti — a qualsiasi livello — non sono sostanzialmente contemplate o prese seriamente in considerazione allora chi non è fedele alla linea ha solo un’alternativa.
E dato che nemmeno a lui sembra interessare poi così tanto stare dentro al MoVimento la questione della sua espulsione sembra soltanto una mera formalità .
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
GRILLO CHIUSO IN HOTEL , GLI ELETTI IN RETE SI SCHIERANO CON LOMBARDI E RUOCCO… LA RAGGI NON MOLLA LA POLTRONA, IPOTESI TOGLIERLE IL SIMBOLO
Agitato e preoccupato, arrabbiato. 
Beppe Grillo, dopo la notizia dell’arresto del capo del personale Raffaele Marra, chiuso in hotel con i responsabili dello staff comunicazione in Parlamento Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, cerca una soluzione all’ennesima crisi politica della giunta M5s in Campidoglio.
E continua a non capire: perchè la sindaca Virginia Raggi non lo ha ascoltato quando era ancora in tempo, perchè, ancora due giorni fa, nell’ultimo incontro, ha fatto resistenza alla richiesta di sostituire l’assessora all’Ambiente e ha deciso di tenere le deleghe e aspettare ancora.
Perdere Roma sarebbe un caso dal punto di vista mediatico, ma non fare niente rischia di far esplodere la squadra in Parlamento.
Senatori e deputati che fino a oggi avevano assistito in silenzio allo scontro nella Capitale, ora si sfogano e per la prima volta si espongono in difesa di chi in passato aveva criticato Marra, vedi le deputate Ruocco e Lombardi: “Qualcuno dovrebbe ringraziarle”, dicono.
In mattinata era in programma il flash mob a Siena per Mps ed è stato annullato all’ultimo momento, lasciando solo gli attivisti locali.
Ora tutti aspettano che succeda qualcosa, pronti anche all’irreparabile: il ritiro del simbolo.
“E’ l’unica che ha disobbedito a Grillo”, commentano i parlamentari. Nessuno lo aveva mai fatto prima, o almeno nessuno senza passarla liscia.
Le ipotesi a questo punto sono due.
Uno, la Raggi dà garanzie a Grillo e Casaleggio sul fatto che non era a conoscenza della situazione di Marra, cambia linea e si mette ad ascoltare i consigli che arrivano dall’alto.
Due, la sindaca viene isolata e allontanata dal Movimento perchè, è il ragionamento, “meglio perdere la Capitale piuttosto che farsi rovinare il Movimento da una così”.
La situazione per la grillina si complica in quanto a tensioni, se si pensa che nel gruppo dei probiviri che deve decidere su eventuali sospensioni c’è Riccardo Fraccaro, deputato M5s che portò avanti la battaglia contro l’affitto d’oro pagato da Montecitorio a una società legata proprio a Scarpellini.
I parlamentari ora si guardano negli occhi, scrivono messaggi e commentano increduli.
Marra da mesi era stato soprannominato “il bandito” e da altrettanto tempo la preoccupazione era proprio che il caso potesse scoppiare.
L’accusa ora è per chi ha deciso di lasciar fare la sindaca e di ritardare sempre di più un qualsiasi tipo di intervento.
“Credo che ciò che sta accadendo a Roma sia gravissimo”, si legge in un post su Facebook del deputato Giuseppe Brescia, “Marra è stato arrestato per corruzione e fino a ieri Virginia Raggi lo difendeva a spada tratta arrivando addirittura a dichiarare ‘se se ne va lui, me ne vado anch’io’. Non sono io a dover dire cosa dovrebbe fare ora il sindaco di Roma ma di certo chi, all’interno del Movimento, nei mesi scorsi ha difeso questa linea scellerata dovrebbe smetterla di giocare al ‘piccolo stratega’ perchè evidentemente non ne è in grado e arreca solo danno al Movimento”.
C’è stato un momento, era novembre, quando Grillo ha richiesto alla Raggi di allontanare Marra e quando, secondo i parlamentari, la sindaca avrebbe ancora fatto in tempo a salvare la faccia.
Una delle nemiche più agguerrite della prima cittadina è stata la deputata Roberta Lombardi, che apertamente su Facebook aveva definito l’ex capo di gabinetto un “virus” per il Movimento.
ei stessa ha ribadito il concetto anche sui giornali, ma è stata ripresa dai vertici per i problemi e le polemiche che suscitava ogni volta. Oggi la stessa Lombardi ha scritto su Facebook un post in cui prende posizione senza parlare apertamente dell’arresto di Marra, ma invocando un intervento. E per farlo ha citato Martin Luther King: “Vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è nè sicura, nè conveniente, nè popolare; ma bisogna prenderla, perchè è giusta”.
La situazione è in evoluzione e i parlamentari cercano di stare fuori dalla mischia in attesa di vedere cosa decideranno i vertici.
“Adesso ci riuniamo tutti quanti e tireremo fuori una linea senza problemi” ha assicurato Roberto Fico a SkyTg24, “è giusto che la magistratura faccia il suo corso. Non c’è ombra di dubbio che è una cosa grave, gravissima”.
Intanto su Twitter e Facebook sono in tanti a chiedere spiegazioni, ma soprattutto a esprimere solidarietà in segno di polemica a Lombarid e Ruocco.
“Chi ha sbeffeggiato ed isolato i nostri portavoce che tentavano di risolvere il caso Marra chieda scusa e faccia un passo indietro”, ha scritto la deputata M5s Danila Nesci.
Così anche l’onorevole Michele dell’Orco: “Penso che oggi qualcuno dovrebbe chiedere scusa e ringraziare Carla Ruocco e Roberta Lombardi”.
E pure la senatrice Elisa Bulgarelli che è arrivata a chiedere le scuse per Pizzarotti, il sindaco sospeso e mai reintegrato, che poi ha deciso di andarsene.
“Qualcuno sostenuto oltre ogni ragionevole dubbio, qualcuno non sostenuto per dubbi creati ad arte. Delle scuse a Federico sarebbero un grande gesto di umiltà e di crescita”.
E lui ha twittato, sarcastico: “Sulla riva del fiume vedo passare tanta bella gente”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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