Ottobre 7th, 2017 Riccardo Fucile
AVEVA RIDICOLIZZATO IL VENTENNIO CON I SUOI ATTEGGIAMENTI DA AVANSPETTACOLO, ORA POTRA’ TRASFERIRE IL TEATRINO ALTROVE
Pochi giorni dopo aver ricevuto la notizia che il caso giudiziario si sta sgonfiando, perchè la Procura
chiede l’archiviazione ritenendo insussistente l’accusa di apologia di fascismo, il bagnino Gianni Scarpa resta senza spiaggia.
Il gestore di Playa Punta Canna, lido di Chioggia tappezzato di foto e frasi di Benito Mussolini, è stato messo alla porta dalla Summertime, la società titolare della concessione.
Con una raccomandata, gli è stato comunicato che dalla prossima stagione estiva non gli verrà rinnovato il contratto, come accaduto negli ultimi anni.
Una decisione – ha spiegato ai quotidiani il titolare, Davide Delle Donne – presa per salvaguardare la «serenità della società ».
Una presenza ormai troppo ingombrante, quella di Scarpa, dopo il clamore della sua spiaggia ‘fascista’.
Scarpa ga commentato che “le richieste di lavoro, a 65 anni, non mi mancano. Ho tre proposte, qui a Sottomarina e mi hanno cercato anche dalla Romagna, ho visitato degli stabilimenti molto belli a Rimini. Se accetterò? Mai dire mai».
Dopo aver ridicolizzato il ventennio con i suoi poster, la comgania di giro dei fasci da avanspettacolo è pronto a trasferirsi altrove.
(da agenzie)
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Ottobre 7th, 2017 Riccardo Fucile
IL PARLAMENTARE AVEVA DETTO “TI FACCIO VEDERE COME SI RAGIONA AL MIO PAESE”… “RIFERIMENTO GRATUITO E VERGOGNOSO”
Un’assistente che lavora per lui ma non viene pagata da un anno e mezzo.
Un altro portaborse che riceve invece lo stipendio per non lavorare, assunto solo per fare un piacere a suo padre, il sottosegretario Domenico Rossi.
Messo alle strette dall’inviato delle Iene, di fronte alle domande di chiarimento sulla sua condotta, l’onorevole Mario Caruso ha perso le staffe, arrivando a minacciare l’operatore del programma di Italia 1: «Vienimi a trovare dove abito e ti faccio vedere come si ragiona al mio paese», ha detto Caruso, originario di Militello in Val di Catania.
Militello è anche il paese natale di Pippo Baudo.
Baudo, l’onorevole Mario Caruso del gruppo “Democrazia solidale – Centro democratico”, originario di Militello, che è anche la sua città di nascita, ha utilizzato il nome del suo paese per minacciare un operatore delle Iene.
«Lui non è di Militello, e non credo neanche che sia stato eletto lì. Forse è nato a Militello anche se chi vive lì mi dice di non conoscerlo affatto. Quindi è di Militello per modo di dire».
Effettivamente Caruso è stato eletto nel 2013 con una candidatura all’estero, nella circoscrizione Europa, in una lista a sostegno di Mario Monti. Però minacciando l’operatore delle Iene dice “vienimi a trovare dove abito e ti faccio vedere come si ragiona al mio paese”.
«Non è che io vada spesso a Militello. Anzi, a dire il vero non ci vado quasi più. Però posso dire con certezza che il mio paese non si riconosce in lui, assolutamente. Militello ha altri deputati di qualità nazionale, come Giovanni Burtone, deputato per quattro legislature e oggi sindaco della città eletto a stragrande maggioranza. Figlio di un avvocato che ha fatto la Resistenza, e per questo decorato al valore. Per la verità questo Caruso l’ho sentito nominare per la prima volta da un mio amico di Militello che ieri mi ha chiamato e mi ha poi confermato che a Militello nessuno lo conosce».
Caruso dice di poter utilizzare metodi noti del suo paese.
«Lo spirito che anima i militellesi è tutto tranne ciò che dice Caruso, che indegnamente si riferisce al suo paese d’origine. Il riferimento ai metodi militellesi è inopportuno e gratuito: Militello è una città molto pacifica e anche colta, è parte del circuito del Barocco, ha le più belle chiese barocche della Val di Noto, e io ho firmato il manifesto per fare Noto capitale della Cultura. La nostra città ha espresso politici di serie A e personaggi della cultura e della scienza come Ettore Majorana, il fisico che faceva parte del gruppo dei ragazzi di via Panisperna, poi scomparso. Uno scienziato di grandissima fama».
Nell’intervista Caruso sbaglia i congiuntivi, oggi c’è anche un problema di selezione della classe politica?
«Se facessero un’analisi grammaticale elementare, da terza media, ai discorsi dei nostri politici, ci sarebbero dei risultati comici, molti di loro dovrebbero essere bocciati senza appello. D’altra parte, utilizzando il gergo ferroviario Ennio Flaiano diceva: «è vietato l’uso dei congiuntivi durante le fermate» e ancora «è pericoloso sporgersi dalla frase», due capolavori. Ora che terminiamo questa telefonata dovrò però chiamare il mio amico Caruso, il maestro Pippo Caruso, per avvertirlo che c’è un suo omonimo che infanga il suo nome, oltre che la mia città ».
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 7th, 2017 Riccardo Fucile
SOLIDARIETA’ ALLA GIOVANE ASSISTENTE CHE HA DENUNCIATO LO SFRUTTAMENTO DEI PORTABORSE: “ORA LE COSE DEVONO CAMBIARE”
Laura Boldrini ha incontrato a Montecitorio Federica B., la collaboratrice parlamentare che, con la
denuncia del suo caso, ha riportato alla ribalta lo scandalo degli assistenti parlamentari sfruttati e malpagati.
“Devi essere orgogliosa di quello che hai fatto, hai dimostrato che non abbassi la testa di fronte alle ingiustizie”, ha detto la presidente della Camera.
“Spero che ora si riesca a fare qualcosa di buono per tutti. Io avevo già proposto che il rapporto di lavoro fosse gestito dalla Camera e non dai singoli parlamentari. Ora spero di risolvere in questa legislatura in modo da poterlo mettere a bilancio per la prossima”, ha aggiunto Boldrini
Il problema sarebbe facilmente risolvibile se ci fosse la volontà politica: basterebbe detrarre i 4.000 euro che dovrebbero essere destinati agli assitenti dal budget gestito dal parlamentare e pagarlo direttamente da parte della Camera o dal Senato, cos’ tutto sarebbe in regola.
Ma dato che molti deputati quei 4.000 euro se li mettono in tasca, è evidente che siano contrari a ogni modifica.
La Boldrini comuqnue la dato il segnale giusto, nel silenzio di tutti i partiti .
(da agenzie)
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Ottobre 7th, 2017 Riccardo Fucile
PARLA IL FRATELLO DI MAURIZIO CAMPAGNA: “CHIEDO SOLO CHE LUI REGOLI I CONTI CON LA GIUSTIZIA”
“Esiste una giustizia italiana. Ad alcuni piace ad altri no. Ecco, io vorrei semplicemente che Cesare Battisti tornasse qui per regolare i suoi conti con questa giustizia: un mese o 13 anni, quello che verrà stabilito. Non chiedo altro”.
Parla al Corriere della Sera il fratello di Andrea Compagna, ucciso nel 1979 da Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per l’assassinio.
Maurizio Campagna ha 56 anni, un lavoro alla Telecom, una moglie e un figlio di 18 anni. Esattamente la stessa età che aveva lui quando, nel primo pomeriggio del 19 aprile 1979, suo fratello Andrea fu freddato con cinque colpi di 765 magnum.
Aveva 24 anni, lavorava in polizia, alla Digos di Milano. Faceva l’autista, ma nella rivendicazione firmata Pac (Proletari armati per il comunismo) veniva definito “torturatore di proletari”.
“Era il 19 aprile, io avevo compiuto i 18 anni il 16 e quello era il terzo giorno delle visite per il servizio militare. Non ero andato a scuola e avevo pensato di raggiungere Andrea a casa della sua fidanzata Cecilia, perchè aveva appena ritirato la sua prima auto, una Alfasud di seconda mano, e speravo di poterla provare. Però c’era anche la novità della televisione a colori, così ho deciso di andare a casa. In via Modica c’era il padre di Cecilia e fu lui poi a riconoscere Cesare Battisti. Lo rincorse e non si beccò un proiettile soltanto perchè l’arma era ormai scarica. Battisti ha sempre rifiutato il confronto all’americana con lui”.
Maurizio dice che sarà “soddisfatto se mio figlio diciottenne vedrà completare il percorso della giustizia per l’omicidio dello zio che non ha mai conosciuto e che lavorava in polizia per portare uno stipendio in una casa di veri proletari”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 7th, 2017 Riccardo Fucile
NON POTRA’ ALLONTANARSI SENZA PERMESSO DELLA MAGISTRATURA, LA ESTRADIZIONE SI ALLONTANA, I TEMPI SI ALLUNGANO
Nuovo colpo di scena nella vicenda di Cesare Battisti: il giudice federale Josè Marco Lunardelli di
San Paolo ha accolto la richiesta di habeas corpus presentata dai suoi difensori e ha ordinato la sua scarcerazione.
Battisti ha lasciato nella notte il carcere di Morumbà , nel Mato Grosso do Sul, e si è diretto a casa sua nel litorale dello stato di San Paolo.
La causa per esportazione di valuta rimane aperta, l’ex terrorista non potrà allontanarsi senza permesso della magistratura.
Continua quindi il pressing dell’Italia per ottenere la sua estradizione.
Il ministro della giustizia brasiliana Torcuato Jardim ha detto che il presidente Michel Temer sta studiando il caso assieme ai suoi assessori giuridici e che una decisione verrà presa nei prossimi giorni, anche se ha ammesso che si sta lavorando “senza premura”.
Si attende anche la risposta del giudice Luis Fux della Corte suprema brasiliana che deve rispondere alla richiesta di protezione di Battisti presentata dai suoi legali. Secondo fonti brasiliane, Fux potrebbe pronunciarsi da qui a una settimana.
Giorni preziosi per capire se l’accordo diplomatico fra Roma e Brasilia potrà finalmente andare in porto.
(da agenzie)
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