Ottobre 22nd, 2017 Riccardo Fucile
SMASCHERATI DALLA CHAT CINQUE GIOVANI FIGLI DI IMPRENDITORI, MEDICI E AVVOCATI: DENUNCIATI PER ESTORSIONE, LESIONI AGGRAVATE E SEQUESTRO DI PERSONA A DANNO DI UN RAGAZZO DI 17 ANNI
Nella rubrica era “SimpaSchiavo”, perchè – appunto – lo schiavizzavano. E adesso ci sono le prove più pesanti, 100 mila messaggi in cui lo chiamano «cane», si raccontano uno con l’altro come gli hanno «sparato ai piedi mentre gli dicevamo “balla!”», ricattandolo fino allo «show degli show» che si concretizza durante una vacanza. Nella quale, come scrivono gli inquirenti, un ragazzino di 17 anni finito nel mirino dei compagni di classe-bulli viene tenuto al guinzaglio «deriso, picchiato e umiliato… fatto uscire in piena notte, nudo, in mezzo alla neve, dileggiato da tutti senza che nessuno si preoccupi di soccorrerlo o mostrare un minimo di pietà . E alla fine viene esposto come un trofeo per le foto di rito».
La Procura per i minorenni ha depositato negli ultimi giorni la perizia affidata a un consulente informatico sui cellulari sequestrati ai cinque aguzzini di Matteo (nome di fantasia) al momento dell’arresto, scattato a fine marzo.
Gli autori dei soprusi sono ricchissimi rampolli di alcune tra le famiglie più abbienti della città , imprenditori, medici e avvocati residenti nei quartieri di Albaro, Carignano e Castelletto.
E i due piccoli “boss”, secondo il pm Maura Macciò, sono il figlio d’una coppia di docenti universitari e il discendente d’una nota famiglia d’industriali, che vive in un attico con piscina.
Le accuse: sequestro di persona, estorsione, stalking, lesioni aggravate. Sia la vittima (assistita dai legali Giovanni Ricco e Alessandro Costa) che i suoi aguzzini (difesi tra gli altri da Chiara Antola, Alessandro Vaccaro e Paolo Costa) frequentavano la stessa scuola, un istituto ultra esclusivo dove la retta costa 7 mila euro l’anno.
«La chat – si legge nel dossier dei pubblici ministeri – riassume bene il clima di assoluta sopraffazione cui era sottoposto Matteo».
Il 6 novembre 2016 gli studenti, che hanno organizzato le comunicazioni su vari gruppi WhatsApp, cominciano a infierire sul loro bersaglio accusandolo di non obbedire agli ordini di tutti i componenti della banda (i nomi sono diversi da quelli reali).
Carlo: «Marco è il tuo padrone ora…». E la vittima: «Io non ho un padrone, a quanto pare a essere gentili si ottiene che si ha un padrone…». Di nuovo Carlo: «Non mentire perchè tanto si vede», prima di mandargli una foto in cui mima il taglio della gola. Matteo è soggiogato e prova a giustificarsi: «Faccio più favori a Massimo semplicemente perchè me ne chiede di più, ripeto, lo farei a chiunque altro di voi. E fino a qualche settimana fa eri tu il padrone».
Pochi giorni ed è Marco a inviare a Matteo uno degli innumerevoli elenchi di cose da fare per lui, una sorta di routine nella gang. «La mia lista: comprami un panino al prosciutto e formaggio, giocami la schedina e vienimi a prendere». Matteo: «Ok, faccio quello che vuoi». E il gioco diventa un autentico flagello.
«La costrizione di Matteo sulle schedine – spiegano gli investigatori – è sistematica… la richiesta è costante, quasi giornaliera, estremamente pressante e non si ferma davanti a nessuna obiezione o difficoltà ».
Matteo: «Raga io non ce la faccio a trovare tutti i soldi, ve ne ho già anticipati tanti». Marco: «Non voglio sentire scuse, prendi 80 euro a casa e organizzati. Devi farmi anche la matta porco… I don’t know where you are, but I will find you and I will kill you… (“non so dove sei ma ti troverò e ti ucciderò”, ndr)».
Bastano minutaglie per generare reazioni spropositate. «Il rifiuto di Matteo di giocare le schedine ha portato desiderio di vendetta in chi non è stato soddisfatto, e ilarità negli altri che partecipavano alle angherie con aria divertita».
E lo certifica l’intervento di Stefano: «Non gioca una schedina perchè sta male, ah ah, vuole dimostrare che non abbiamo comando su di lui… quanto c… mi diverto».
Il 10 dicembre 2016 «Massimo si lamenta con Marco del fatto che Matteo non obbedisce a tutte le richieste… e progettano di dargli una lezione in occasione delle vacanze a Prato Nevoso… I soldi vengono chiesti anche per acquistare “i giochi”, come sono chiamati gli spinelli e la cannabis…
Il sistema di finanziamento per i vizi del gruppo è così radicato che le obiezioni di Matteo non sono tenute in considerazione e chiunque si sente autorizzato ad approfittarne». Soprattutto: «Le estorsioni di denaro – scrive il consulente dei magistrati – sono unite a vessazioni fisiche a ogni incontro, indipendentemente dal fatto che esegua o meno gli ordini impartiti. Diventa il punto di riferimento per ogni scherzo e sfogo».
Per capire da dov’era partita l’escalation viene citato uno scambio WhatsApp sul deragliamento d’una festa domestica. Scrive uno dei bulli: «Voi non avete idea di cosa gli facevano Francesco e Luigi con quel c… di fucile (intende una specie di arma spara-pallini comprata in centro, ndr)… a un certo punto in terrazzo Francesco gli ha detto “balla” e ha iniziato a sparargli sui piedi… e Matteo è letteralmente scappato…poi ci ha offerto il taxi».
E un altro aggiunge: «Che schiavo ah ah!». Il racconto della giornata è ridondante: «A un certo punto ho sentito la porta di casa chiudersi, siamo andati di sopra a vedere e Matteo non c’era più. C’era una finestra aperta perchè voleva simulare un suicidio… quando abbiamo visto che stava uscendo lo abbiamo inseguito gridando “ti cerchiamo, ti troviamo, ti uccidiamo”».
Stefano aggiunge: «Se fa il furbo divento un poliziotto di Bolzaneto in un attimo!». Uno dei più crudeli è Carlo: «Matteo – scrive alla vittima – se continui a fare wof, appena torno e ti vedo ti appizzo e inizio a fumarti come una sigaretta finchè non griderai basta e rimarrà solo la tua testa». Matteo: «Ma Carlo io cosa posso farci? Vi ringrazio per ospitarmi e tutto, però secondo me non è che sia ‘sto dilemma enorme se io vengo da voi e non voi da me..» Carlo: «Non mi provocare, finiscila cane!». Matteo: «Ma perchè dovete comportarvi come se fosse una dittatura? Non voglio fare la sigaretta…».
(da “il Secolo XIX”)
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Ottobre 22nd, 2017 Riccardo Fucile
LA PERCENTUALE PIU’ ALTA E’ IN LOMBARDIA, LA MEDIA DELLE ALTRE E’ TRA IL 6% E IL 9%…IN LIGURIA, FRIULI, SARDEGNA, MARCHE E CALABRIA QUOTE PIU’ BASSE
La Stampa pubblica oggi questa infografica che riepiloga la distribuzione di migranti, profughi e richiedenti asilo nelle regioni italiane: la percentuale più alta, che va dal 10 al 22%, è in Lombardia mentre la gran parte delle altre regioni ha una percentuale che va dal 6 al 9%.
Alcune regioni, come Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Marche e Calabria, hanno una percentuale molto più bassa mentre è inferiore al 3% in Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata.
In totale sono soltanto 1017 i Comuni (sui 7978 d’Italia) che hanno aderito e ora garantiscono 31.400 posti, mentre 6961 hanno detto no.
Se avessero aderito tutti i 7978 municipi, l’accoglienza si sarebbe ripartita sul territorio con il parametro di 2,5 ospiti per mille abitanti.
Ma così non è. Le ultime stime dicono che sono 196 mila i migranti a cui in questo momento lo Stato dà vitto e alloggio: 30 mila nei centri dello Sprar, gestiti dai sindaci; i restanti 160 mila a carico delle prefetture.
«È innegabile — spiega il sottosegretario Domenico Manzione alla Stampa — che le cose non sono andate proprio come ci aspettavamo. Ma la chiusura dei grandi centri è connaturata all’estensione dello Sprar. Vorrà dire che i tempi saranno un po’ più lunghi».
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 22nd, 2017 Riccardo Fucile
GERMANIA, ITALIA E USA LE METE PREFERITE
Il Corriere della Sera riepiloga oggi i flussi dell’immigrazione in Europa: l’Europa di
mezzo,un territorio di poco più di cento milioni di abitanti, ha visto emigrare verso le regioni ricche della Ue oltre 20 milioni dei suoi figli.
Il Fmi stima che fino al 2012 quasi la metà di questi migranti si sia recata in Germania e circa un decimo in Italia, ma da allora la prima è diventata più ambita e la seconda sempre meno.
In particolare la Germania ha accolto il 41% dei migranti che si sono spostati, l’Italia l’11%, gli USA il 9% e la Spagna l’8%.
Spiega Federico Fubini, l’autore dell’articolo:
In gran parte sono partiti da Est giovani e spesso laureati, secondo le stime del Fmi. Nel quarto di secolo iniziato nel 1990 solo dai Paesi in transizione di maggior successo – Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia e Slovenia – sono emigrati verso le economie avanzate 7 milioni di lavoratori. Dal fianco sud-orientale dell’Unione – Bulgaria, Romania, Croazia –se ne è andato oltre il 15% della popolazione.
Nazioni come la stessa Bulgaria o le orgogliose Repubbliche baltiche, quelle che per prime sfidarono Mosca, oggi si dibattono in una crisi non più solo demografica ma fiscale, perchè diventa impossibile finanziare le pensioni quando si perde un terzo della forza-lavoro.
(da agenzie)
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Ottobre 22nd, 2017 Riccardo Fucile
STEFANO SECHI ERA STATO AGGREDITO DUE ANNI FA SU UN BUS A TORINO SOLO PERCHE GAY… ORA LO SFREGIO ALL’AUTO COME SE OGNUNO NON POTESSE ESSERE COME GLI PARE
Stefano Sechi ha pubblicato su Facebook qualche giorno fa questa foto che mostra un insulto che è stato inciso sulla fiancata della sua automobile.
Sechi, studente torinese di 24 anni, un paio d’anni fa era stato aggredito su un autobus notturno che dai luoghi della movida riportava a casa i giovani, proprio perchè aveva riconosciuto di essere omosessuale, è finito di nuovo nel mirino degli omofobi.
In questi anni il ragazzo si è impegnato nelle battaglie per i diritti degli omosessuali e forse proprio per questo è stato preso di mira.
Immaginate di svegliarvi una mattina, uscire di casa come d’abitudine e ritrovare la vostra auto completamente sfregiata. Su di un lato echeggia una scritta: “ETERO”
Per voi non è nemmeno lontanamente immaginabile.Per noi purtroppo no.
Perchè oggi la macchina che mi è costata tanti sacrifici porta il “marchio” della mia colpa: essere gay, avere una tendenza sessuale diversa dalla massa, essere fr*cio: così mi hanno “carinamente” apostrofato imprimendo indelebilmente sei lettere sulla fiancata.
Non sono rinchiuso dietro a delle sbarre, ma so bene come ci si sente quando vengo privato della mia inalienabile libertà , la libertà di essere me stesso. In realtà quella scritta non fa male, è solo mero vandalismo, i soldi vanno e vengono, forse un fastidio perchè ero in procinto di venderla, ma vi garantisco che non fa male, perchè sì, sono gay. Non fa male come quando due anni fa venni preso a pugni su un bus per la stessa identica colpa. Però è oppressivo. Perchè le ferite, in questo caso, arrivano dopo. È distruttivo a 24 anni talvolta interrogarsi se davvero si è sbagliati. È distruttivo che ci sia ancora una piccola parte di me che si imbarazza della mia omosessualità . E mi odio per questo.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 22nd, 2017 Riccardo Fucile
GRILLO PARLA DI SENSO DEL PUDORE E DELLA GIUSTIZIA: DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA
Beppe Grillo oggi pubblica sul Fatto Quotidiano un intervento in cui accusa l’Unione
Europea di aver abolito la morale, avendo concentrato i suoi sforzi sull’economia “ingegneristica” invece che su quella “etica”.
«Perchè, con l’avvento della crisi, non è nata una nuova morale, è stata disciolta quella precedente. Ma perchè lo abbiamo permesso, come han fatto a sedarci, ad anestetizzare il nostro senso di giustizia, pudore, verità ? È curioso come lo stesso fenomeno di devitalizzazione della morale rischi di emergere adesso in Sicilia, con una proposta politica che punta a riportare in auge un vecchio attrattore sociale che puzza di mafia e di malaffare», si chiede Beppe forse portando un po’ d’acqua al suo mulino visto che nell’isola vuole sponsorizzare la sua proposta alternativa che ha come alfiere Giancarlo Cancelleri, quello che prima nega che nelle sue liste ci siano parenti e poi li “scopre” piuttosto stupefatto.
Ma per avere un’idea più cospicua del fatto che la morale non va sedata e il senso di giustizia non va anestetizzato basterebbe ricordare con quanta severità il MoVimento 5 Stelle fa rispettare i propri principi e per questo può permettersi di fare la morale all’Europa.
Il 22 luglio scorso infatti scoppiò il caso di Sabrina Anselmo, sindaca di Anguillara con il M5S quando un plico anonimo venne recapitato in comune.
Il plico, inviato al capogruppo M5S di Anguillara Antonio Fioroni, faceva riferimento a una condanna a 12 mesi nei confronti della Anselmo per calunnia, risalente al 2008 e poi condonata.
A rendere nota la notizia della consegna del pacco senza mittente era stata la stessa Anselmo, denunciando che “le forze che da sempre governano il nostro Comune hanno tolto la maschera utilizzando lo strumento della macchina del fango per screditare l’operato di questa amministrazione”.
La Anselmo è stata condannata nel 2008 con sentenza del giudice Giovanni Giorgianni: nel febbraio del 2006 aveva “denunciato falsamente lo smarrimento”, presso la locale stazione dei Carabinieri, di tre assegni, “incolpando così del reato i successivi prenditori, sapendoli innocenti”.
Dopo il rinvio a giudizio, il legale della Anselmo chiese il patteggiamento, per evitare alla donna (allora estranea alla vita politica) un procedimento giudiziario non semplice da affrontare che avrebbe potuto portare a condanne penali anche superiori.
E siccome questa è una storia di onestà e trasparenza, la prima cittadina di Anguillara annunciò all’epcoa che “come controprova” nei prossimi giorni avrebbe pubblicato “le foto del mio casellario giudiziale e dei carichi pendenti al fine di fare chiarezza”. In realtà la condanna, grazie al patteggiamento, è stata condonata e quindi non è menzionata nel casellario giudiziario.
Quindi la “controprova” della sindaca non cancellava in alcun modo la condanna.
Inutile ricordare che all’epoca la storia andò a intrecciarsi con quella del lago di Bracciano: la sindaca di Anguillari infatti accusò in più occasioni Virginia Raggi di essersi disinteressata degli allarmi dei sindaci del territorio sui prelievi dell’ACEA. Qualche giorno dopo, puntuale come la morte, si scatenò nei suoi confronti un pogrom di grillini che ne chiedevano la testa e la insultavano per aver detto ciò che pensava. Ma questo ormai appartiene al folklore grillino.
Qualcuno ha dimenticato qualcosa?
Più cogente è invece che all’epoca il MoVimento 5 Stelle fece sapere che della vicenda era stato interessato il collegio dei probiviri, che amministra la giustizia in nome e per conto del M5S con qualche scivolone come quello in cui è incappato il caso della consigliera Cristina Grancio.
Si attendevano sanzioni visto che il caso era abbastanza solare e chiaro a tutti. Tanto che la stessa Sabrina Anselmo aveva annunciato l’intenzione dei consiglieri di continuare ad amministrare la città senza dare le dimissioni anche in caso di ritiro del simbolo da parte del MoVimento 5 Stelle.
Insomma, un caso simile a quelli di Quarto e Parma, ma con un finale della storia molto diverso: da allora infatti nessuno ha saputo più nulla della vicenda.
È probabile che la sindaca sia stata in qualche modo “perdonata” per la dimenticanza di aver fatto notare che anche se il suo casellario giudiziario è immacolato era stata condannata in quella storia degli assegni.
D’altro canto a Roma Paola Muraro e Virginia Raggi fecero la stessa cosa, negando l’indagine nei confronti dell’assessora all’ambiente di cui entrambe erano a conoscenza con l’artificio di sostenere che nessun avviso di garanzia fosse stato inviato.
Piccole furbizie che dimostrano quanto sia difficile la realpolitik: cacciare un sindaco appena eletto è difficile, meglio troncare, sopire, sopire troncare e attendere che passi la nottata.
E pazienza se, non comunicando nulla in merito (anche un eventuale e spiegabile perdono) il senso di giustizia, pudore e verità va un po’ ad addormentarsi.
Per risvegliarlo basta prendersela con gli altri.
(da “NextQuotidiano”)
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